CHARLES BUKOWSKI

LA STRAORDINARIETÀ DI UN’ANIMA LIBERA E SCOMODA

RUDE E OSTICO, SENSIBILE E DELICATO

Charles Bukowski: l’aggressivo, il sarcastico, l’alcolizzato, il ribelle, il bastardo, il poeta maledetto. Così è definito da chi non è in grado di leggere oltre i suoi toni schietti da rasentare, sovente, la ferocia e le sue frasi provocatorie e trasgressive che lo hanno incoronato come il Re del cosiddetto “Realismo sporco”.

Ad uno sguardo più profondo, però, non può che saltare all’occhio, sin dalle prime battute, la sua affascinante dualità: di uomo rude e ostico da un lato, e sensibile e delicato dall’altro. Un fortissimo contrasto tra questi tratti caratteriali apparentemente inconciliabili, che in lui hanno sempre trovato massima espressione.

Nato nel 1920 in Germania, a soli tre anni si trasferisce con la sua famiglia a Los Angeles, negli Stati Uniti, dove trascorre un’infanzia solitaria e grigiascandita dai rigidi veti imposti dai suoi genitori e dalle continue prese in giro dei suoi coetanei, per il suo marcato accento tedesco. È proprio da quei momenti che inizia a delinearsi la sua personalità indomita e refrattaria a qualsiasi forma di sopruso e di ipocrisia. Attraversa ogni esperienza e vizio, passando per gli stati d’animo più opposti: dalla disperazione più assoluta alla voglia di vita più prorompente, con il sottofondo di un irrefrenabile desiderio di non soccombere e di andare avanti sempre e comunque, nonostante tutto e tutti, assaporando ogni sensazione e brivido.

Intorno ai 30 anni viene assunto all’Ufficio Postale di Los Angeles, ma la sua vera vocazione è la scrittura, che esploderà dopo anni di lavoro poco attinente al suo spirito inquieto e appassionato e che lo accompagnerà sino alla morte, lasciando in eredità alle future generazioni uno spiccato bagaglio di insegnamenti esistenziali, densi di lacerante amarezza e lucida consapevolezza, in un tripudio di inaspettata intensità emotiva.

Un uomo scomodo ai tanti, che non l’hanno mai compreso, ma capace di capolavori di incredibile umanità e sentimento, oltre che di veridicità estrema. Lo stile è incalzante e fluido, privo di fronzoli, asciutto e dritto, in una parola: potente. A tal proposito, gli rendo omaggio riportando alcune delle sue numerose perle, traboccanti di sincerità, acume, coraggio, saggezza e di inaspettata tenerezza.

“Ho avuto tanti coltelli bloccati dentro di me, quando mi danno in mano un fiore, non riesco a capire di cosa si tratta. Ci vuole tempo.”

“D’accordo, sono un figlio del demonio; l’intera umanità mi annoia e no, non è paura, sebbene qualcosa in loro mi spaventi, e non è invidia perché non voglio nulla di ciò che loro vogliono, è solo che in tutte quelle ore di parole, parole, parole non sento niente di davvero buono, coraggioso o nobile, e che valga un briciolo del tempo in cui mi hanno impallinato le cervella.”

“Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l’anima in fiamme.”

“Alcune persone non impazziscono mai. Che vite davvero orribili devono condurre.”

“Poteva toccarmi in un milione di modi. Decise di farlo nel modo più bello. Sfiorò la mia mente e nulla fu mai come prima”.

“La pazzia è relativa, chi stabilisce la normalità?”

“Molta gente scrive poesie che non sente pienamente. Lo faccio anch’io, a volte. Vita dura genera verso duro e con verso duro intendo un verso vero privo di orpelli.”

“Voglio vedere donne con la loro femminilità nei gesti morbidi e gentili, nei sorrisi aggraziati, nelle movenze seducenti, ma accennate, dalle parole dolci e decise allo stesso tempo. Dai pensieri originali e nuovi. Vorrei vedere donne indipendenti, non succubi dell’uomo a cui immolano la propria dignità, femmine dai cuori di ghiaccio fuso, compagne e amiche dell’uomo, libere e sincere. Vere.”

“Accontentarsi di chiunque pur di non restare soli. Se dovessi spiegare a parole l’infelicità lo farei così.”

“Attenti a quelli che sono sempre pronti ad elogiare poiché hanno loro bisogno di elogi in cambio. Attenti a quelli pronti a censurare, hanno paura di quello che non sanno. Attenti a quelli che cercano continuamente la folla, da soli non sono nessuno. Attenti agli uomini comuni, alle donne comuni, attenti al loro amore. Il loro è un amore che mira alla mediocrità.”

“L'anima libera è rara, ma quando la vedi la riconosci, soprattutto perché provi un senso di benessere quando le sei vicino.”

“L’amore di un solitario è il più autentico che ci possa essere. Ti ama per scelta, non per compagnia.”

Concludo l’articolo con un breve, ma esplicativo video sulla sua essenza:

https://www.youtube.com/watch?v=7al-Omfp0Ag

Alessandra Della Quercia