ARMANDO AMELII A 18 ANNI DALLA DIPARTITA

Un grande atriano

Diciotto anni fa, il 10 luglio, concludeva improvvisamente la giornata terrena, circondato dall’affetto della numerosa famiglia, Armando Amelii, atriano doc, dinamico organizzatore di tante feste della città dei calanchi. Era nato nel 1931, da Giovanni ed Ersilia Caduceo, e aveva trascorso la fanciullezza a Capo d’Atri.

Era legato, come tutti i concittadini, alle tradizioni di Atri, e l’affetto si era accentuato anche grazie al fratello Domenico, suonatore di grancassa nella banda, trasferito poi a Roma, dove prematuramente fu raggiunto da sorella morte.

Armando lavorò tanti anni alla SAILA di Silvi. Fu collaboratore del Cav. Antonio Concetti, nella deputazione della festa di S. Rita, la più sentita di Atri, dove il programma ricreativo è caratterizzato tradizionalmente dalla presenza delle migliori bande pugliesi. Sollecitava il ripristino di alcune feste cadute nel dimenticatoio come quella di S. Rocco, nella data liturgica del 16 agosto, ma in questo caso sarebbe stata chiamata una bandicina, per accompagnare il simulacro nella breve processione per Capo d’Atri. Una volta disse che gli sarebbe piaciuta la processione con la statua di S. Chiara, ovviamente con l’assenza delle monache, per siglare la festa dell’11 agosto. Era attivo anche nel comitato della festa popolare di S. Gabriele, nella terza decade di agosto.

Ricordava aneddoti di antica vita atriana, come quando il Maestro Antonio Di Jorio aveva un piccolo problema di salute e il medico gli prescrisse il peperoncino. In televisione seguiva i programmi culturali e cercava spesso appigli con la storia di Atri, perché profondamente innamorato della trimillenaria città. Passione condivisa con Peppino Antonelli.

Nel 1998 con il gruppo della terza età, fu chiamato in RAI per la trasmissione di Carlo Conti. Armando fu il personaggio atriano più applaudito, perché volle essere come sempre l’imago brevis della città natale, sereno, sorridente e spontaneo. Il presentatore fiorentino gli chiese il nome di utensili da cucina, che cominciano con la “C”, e ovviamente Armando doveva rispondere in italiano. Ad un certo punto, disse “coppino”, per indicare il mestolo. La risposta suscitò una fragorosa risata da parte del pubblico, in studio e a casa, e diversi registrarono la trasmissione. Era emozionante partecipare dal vivo ad una trasmissione televisiva della RAI o di Mediaset, e il gruppo di Atri partecipò pure al Maurizio Costanzo show.

Gli ultimi anni di vita Armando li ha vissuti nella nuova casa al Colle della Giustizia, dove organizzava, intorno alla statua della Madonnina, la festa a conclusione del mese di maggio. Il nuovo rione cominciava a popolarsi, con l’arrivo di coppie giovani, ed era importante un momento annuale di coesione con festa religiosa. Con il motorino raggiungeva il centro storico di Atri, dove incontrava parenti e amici. E con lui se ne è andato un lembo di vita popolare atriana.

SANTINO VERNA