Opinioni \ Riflessioni

INVASIONE E LIBERTÁ

Questa volta non sono io a parlare ma traggo tutto dal giornale Libero del  9 giugno. Il giornalista di Libero ha ripreso il tutto dall’intervista rilasciata dal comandante ucraino della regione di Silversk, Ivan Babiy, al giornalista della Repubblica, Tonacci.

“Gli abitanti rivelano le nostre posizioni agli invasori”. “Questo è il posto peggiore dove fermarsi, qui sono tutti filorussi. I locali aiutano le truppe nemiche, rivelano loro la nostra posizione e i nostri spostamenti. Io guido tre plotoni, siamo gli ultimi in questa zona, e tocca difenderci da quelli che siamo venuti a proteggere”.

Questa intervista se fosse vera, e non fosse la solita bufala che spesso propina il giornale Repubblica, è sconcertante. Ogni parola dell’intervista deve far riflettere tutti: giornalisti, politici  e molti italiani. L’intervista ribalda completamente il quadro della  situazione. 

L’ intervista dice due cose importantissime. La prima: i cittadini del Donbass sono filorussi e vogliono stare con i russi. La seconda: gli invasori, per quanto riguarda il Dombass, non sono più i russi ma gli ucraini.

L’intervista mostra un comandante, in zona di guerra, completamente svilito che si interroga sulla sua presenza in una  zona non amica e sulla sua utilità in quel posto.

Il fatto ci deve far ricordare che quando il battaglione Azov si è arreso i cittadini di Mariupol sono usciti di casa per festeggiare e per ritornare ai propri lavori.

Un fatto di una gravità assoluta e sconcertante è accaduto in Italia. All’improvviso esce fuori sul Corriere della Sera che il Copasir abbia preparato una lista nera di figli di Putin italiani. Gli   interessati si son una bella risata.

Iniziano subito polemiche e veleni, tirando in ballo il ministro degli esteri Di Maio. Deve intervenire direttamente il Presidente del Copasir, il quale dice che: 1) non esiste nessuna lista; 2) che non è stato autorizzato dallo stato e dal Copasir nessuna lista nera.

Le polemiche continuano e qualcuno avanza l’ipotesi che a redigere la lista sia stato lo stesso Corriere della Sera. A quale scopo e con quale compito un giornale può redigere una tale lista? Bah!

Venerdì 10 giugno Gabrielli, Sottosegretario alla presidenza del Consiglio, esce allo scoperto e dichiara “Nessuna attività di intelligence, nessuna schedatura. Solo un lavoro di ricognizione e non legato alla guerra in corso tra Ucraina e Russia”. A scanso di equivoci dico subito che l’ingegnere Gabrielli, prefetto e alto funzionario dello stato mi piace poco.

Gabrielli con un linguaggio semplice ha confermato che c’è stato un atto da parte dello Stato ma non ha detto se di sua iniziativa o su ordine della Presidenza del Consiglio. Per lui tutto normale, ma per molti è stato una azione che limita la libertà di pensiero,  di parola e  di espressione.  

Gabrielli fa uscire un documento riservato preparato di comune accordo tra servizi segreti e ministero degli esteri. Tutte sciocchezze e cretinate prese dai giornali. Paghiamo persone che da circa 60 anni preparano dossier pieni di cretinate e organizzano depistaggi.  

Una cosa è certa, chi ha ordinato il dossier uscirà fuori e se fosse la presidenza del Consiglio il fatto è gravissimo.

Dell’Arena Nicola