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- Pubblicato Venerdì, 06 Maggio 2022
- Scritto da Nicola Dell'Arena
Opinioni \ Riflessioni
IL PAPA E LA PACE
Martedì 3 maggio. Il Papa, nel colloquio con il direttore del Corriere della Sera, racconta tutti i passi fatti per arrivare alla pace in Ucraina.
Tra le radici della guerra mette “L’abbaiare della NATO alla porta della Russia. Un’ira che non so se sia stata provocata, ma facilitata si”.
Il Papa ha utilizzato il termine “abbaiare” che appartiene ai cani, un termine duro e pesante. Il Papa ha riconosciuto che la colpa non è solo del pazzo di Putin ma anche della NATO. Dall’inizio della guerra è la prima volta che il Papa pronuncia una specie di colpa alla NATO per come si è comportato. Con queste parole il Papa afferma, in modo diverso ed inusuale, quello che Putin ha cercato di far capire all’occidente: non voglio armi alle mie spalle.
Adesso, prima di continuare, posso dire che il Papa, e tutta la Chiesa, ha commesso un errore: finora si è dimostrato filo ucraino e quasi guerrafondaio. Non mi maltrattate ma la realtà è questa anche se oggi non parlo delle azioni fatte per poterla dimostrare.
Questo passo potrebbe portare ad un riavvicinamento tra il Papa e Kirill e quindi ad un possibile dialogo con Putin per la pace. Questo passo inciderà molto sulla riflessione dei leader occidentali, a cominciare da Biden e dal nostro Draghi, che la pace sia possibile. Questo passo dovrebbe far riflettere i nostri politici, soprattutto quelli cattolici, che in questa prima fase sono stati tutti per mandare le armi e per mettere sanzioni.
Due dati dei sondaggi dell’ultima settimana non guastano. Solo il 36% degli italiani vogliono che siano inviati le armi all’Ucraina e che l’Ucraina entri nella NATO. Invertiamo i dati: il 64% non vogliono che la guerra continui o che arrivi in Italia.
Il Papa continua. “Il primo giorno di guerra ho chiamato il presidente ucraino Zelensky, al telefono Putin non l’ho chiamato”. Il contenuto della telefonata non è stato svelato: l’ha incoraggiato a fare la pace o a fare la guerra? Nel colloquio il Papa non parla se avesse telefonato almeno una volta a Biden.
“Ho chiesto al cardinale Parolin di fare arrivare a Putin il messaggio che io ero disposto ad andare a Mosca”. “Non abbiamo ancora avuto risposta e stiamo ancora insistendo ma temo che Putin non possa e non voglia fare questo incontro in questo momento”.
In tutte queste frasi c’é il motivo per il quale Putin, non abbia risposto all’invito, oltre a tutte le azioni fatte dal Papa e dai cardinali in questi due mesi di guerra. A seguito delle frasi pronunciate Putin risponderà all’invito? La visita a Mosca penso di no ma delle telefonate per dialogare su una possibile pace si.
A stretto giro di posta arriva la risposta della Russia. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, dice “Non ci sono accordi su un incontro tra il presidente russo e il Pontefice”. Mentre l’ambasciatore russo presso Santa Sede ha affermato che “in qualsiasi situazione internazionale il dialogo con il Papa é importante per Mosca. Il pontefice é sempre un gradito, e desiderato interlocutore”. Sintesi: viaggio no ma dialogo sempre.
Il Papa parla del contenuto della teleconferenza con Kirill il quale si arrabbia e fa dichiarare dal Dipartimento della Comunicazione del patriarcato “É deplorevole che un mese e mezzo dopo il colloquio con il Patriarca Kirill, Papa Francesco “abbia scelto il tono sbagliato per trasmettere il contenuto di questo colloquio. É improbabile che tali dichiarazioni possano contribuire all’instaurazione di un dialogo costruttivo tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa ortodossa russa che è particolarmente necessario in questo momento”.
La risposta politica è buona ma quella religiosa è pesante. Aspettiamo per vedere cosa accade.
Nicola Dell’Arena