IL FUTURO DEL'OSPEDALE DI ATRI

L'AMMINISTRAZIONE REPLICA AL CIRCOLO PD

“Nessuna spaccatura politica nella maggioranza ad Atri sulla questione legata alla rete ospedaliera della provincia di Teramo, anzi, la posizione di noi amministratori è compatta e chiara: non rinunceremo ad alcuna opportunità per il nostro territorio, solo per sensazioni del Partito Democratico. L’arrivo di un "Ospedale di Comunità" dovrà essere, come ci è stato annunciato, una aggiunta e non una sostituzione alle attività ospedaliere attuali. Per questa ragione la proposta del Sindaco di un incontro con i vertici ASL e l'assessore regionale alla Sanità, con i capigruppo consigliari, sarebbe stata un'opportunità importante di comprensione. Proposta inizialmente accolta dal PD, poi paradossalmente capovolta all'indomani del consiglio comunale". Così il sindaco di Atri, Piergiorgio Ferretti e i capigruppo di maggioranza Gabriele Astolfi per Forza Italia e Francesco Filiani per Fratelli d’Italia, a nome dell’intera maggioranza, replicano alle polemiche sollevate a mezzo stampa dai referenti del locale circolo Pd sulla rete ospedaliera della provincia di Teramo.

“Nel corso delle due riunioni del comitato ristretto dei sindaci – aggiunge Ferretti - che ci sono stati nei mesi scorsi, si è parlato della proposta del direttore generale della Asl di Teramo, Maurizio Di Giosia, di investire i fondi del PNRR non sulla rete ospedaliera, ma esclusivamente sulla rete territoriale. Quindi quella proposta non riguarda i singoli ospedali, ma le case della famiglia, i distretti sanitari di base e gli ospedali di comunità. Nella prima riunione dal Ministero ci era stato illustrato che si potevano realizzare solamente due ospedali di comunità e la proposta inviata alla Regione li prevede uno a Teramo e uno a Atri. Questo non implica una variazione della rete ospedaliera, nel senso che l’ospedale di Atri non verrebbe declassato, resterebbe un presidio di base affiancato da uno di comunità, in virtù di quanto stabilito nel Piano di riordino della rete ospedaliera della Regione Abruzzo, ovvero un reparto di circa 20 posti letto, utile per pazienti che non hanno più bisogno dell’ospedale, ma che ancora non possono essere assistiti a casa poiché ancora bisognosi di cure. Ad oggi, dunque, una opportunità per il nostro territorio che si andrebbe a implementare con l’ospedale esistente. Nei prossimi giorni i partiti di maggioranza incontreranno i vertici Asl e regionali per parlare delle riprese delle attività post Covid del San Liberatore”.