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- Pubblicato Giovedì, 10 Marzo 2022
- Scritto da Nicola Dell'Arena
Opinioni \ Riflessioni
SIAMO VICINI ALLA PACE?
Sabato 5 marzo. Nello speciale sulla guerra Monica Maggioni si collega con Claudio Pagliara da New York. Il giornalista effettua il riassunto della giornata e si esalta nel dire che la colonna dei camion russi sono fermi e non riescono ad entrare a Kiev.
Il motivo: sono fermati dalla contraerea e dai missili americani con il personale ucraino addestrato dagli americani. Pagliara in modo indiretto, e forse un po’ ingenuo, conferma quello che i russi non vogliono e vedono con paura e timore. La domanda viene spontanea, a cosa serviva tutti questi missili forniti all’Ucraina?
Tra le condizioni di Putin c’è la smilitarizzazione dell’Ucraina. La Russia non vuole che alle sue spalle ci siano armi e militari americani, che considera ancora come nemici. Senza volerlo Pagliara ha riconosciuto un problema per cui Mosca ha invaso l’Ucraina. A questo punto mi assale un dubbio: avesse ragione la Russia?
Battaglione Azov. Vado sul computer e trovo su Il Messaggero, Libero, Il Giornale, Il Corriere della Sera, Wikipedia tutte le malefatte e nefandezze compiute dal battaglione dal 2014. Poi mi arriva un post di Nicola Morra, presidente della Commissione Antimafia, che parla di un fotoreporter italiano e due giornalisti non italiani, ammazzati nel Dombass. Siamo nel 2014 e i giudici italiani hanno assolto il battaglione e nessuno ha protestato. La Russia ha richiesto la de-nazificazione dell’Ucraina, un dubbio mi assale: avesse ragione la Russia?
Il presidente dell’Ucraina Zelensky chiede di entrare nella Comunità Economica Europea e la “no fly zone” (ancora con questi americanismi) sull’Ucraina. L’Europa ha detto si per l’adesione ma va a rilento mentre ha detto un secco no alla no fly zone.
E qui qualcuno si dimostra dilettante allo sbaraglio. Vi immaginate che la Russia dopo aver organizzato l’invasione si fermi davanti alla no fly zone. La Russia continuerà ad agire nello spazio aero ucraino e a questo punto l’Europa che ha dichiarato la no fly zone immediatamente dovrà reagire. L’Europa ha fatto benissimo a non dichiarare la no fly zone altrimenti sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale. L’Europa sparla, sparla, sparla ma davanti all’eventualità della terza guerra mondiale rallenta, frena e poi retrocede.
8 marzo. Giornata cruciale per la pace in Ucraina. Zelensky rilascia una intervista alla TV americana ABC di cui riporto due passaggi: 1) possibile accordo per Crimea e Dombass e trovare un compromesso su come la vita proseguirà su questi territori; 2) non siamo lontani, supportateci non solo a parole ma con step concreti e diretto.
Zelensky portasse la proposta al tavolo delle trattative e non annunciarla in televisione. Solo così diventa credibile. Certo è bello cedere qualcosa che la Russia ha già conquistato sul campo. Manca la più importante: la neutralità dell’Ucraina. Adesso l’Europa deve fare la voce grossa, abbandonare Biden, e far accettare la neutralità a Zelensky
Orban, che ha accettato i profughi, ha detto che non farà passare le armi dall’Ungheria. LaTurchia e Russia si incontreranno per trovare la mediazione. Parolin, segretario di stato del Vaticano, parla al telefono con Lavrov, ministro degli esteri russo, e il Papa manda il cardinal Krajewski in Polonia e il cardinal Czerny in Ungheria. La Cina annuncia che non metteranno sanzioni e invita a togliere quelle messe e che in caso di guerra sta con la Russia. Il patriarca Kirill, capo religioso di tutti gli ortodossi russi, dice che la guerra è giusta e così i pazzi, secondo i nostri politici, sono due. Il Wall Street Journal scrive che l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi si sono rifiutati di parlare con Biden sulla crisi ucraina. Il fatto è grave perché sono i migliori e più fidati amici dell’America.
Mentre sto finendo di scrivere dalla Cina arriva una accusa forte “Europa e America sono i responsabili della guerra”.
Tra qualche giorno Russia ed Ucraina si vedranno e speriamo che esca qualche primo accordo concreto. Un dubbio mi assale: siamo vicini alla pace?
Nicola Dell’Arena