Opinioni \ Riflessioni

LA CRISI UCRAINA. LE CONDIZIONI DI PUTIN

Dopo l’invasione Russia e Ucraina si siedono attorno ad un tavolo il 28 febbraio a Gomel in Bielorussia. Prima dei dell’incontro il presidente ucraino ha dichiarato “Andiamo all’incontro anche se sono scettico”.

Quattro rappresentanti per parte. Alla fine dell’incontro viene dichiarato “Abbiamo trovato alcuni punti su cui è possibile trovare un terreno comune”. I delegati si sono lasciati e hanno preso l’impegno di rivedersi una seconda volta dopo che le proposte siano state portate all’attenzione dei rispettivi capi politici.

Dopo l’incontro c’è stata una telefonata tra Putin e Macron e la Russia ha pubblicato sulla TASS, organo di stampa russo, le sue condizioni.

Le condizioni sono: 1) smilitarizzazione e de–nazificazione di Kiev; 2) il riconoscimento della sovranità russa sulla Crimea; 3) garanzia dello status di neutralità dell’Ucraina. Nella telefonata con Macron Putin si è impegnato a “sospendere tutti gli attacchi conto i civili, di preservare le infrastrutture civili e le vie di accesso all’Ucraina”. Tutte queste cose il 28 febbraio e poi il 1 marzo, meno di 24 ore,assistiamo a 60 Km di camion russi che entra no in Ucraina.

Le condizioni russe fanno porgere tre domande.

La prima. Le condizioni sono accettabili? La mia risposta è SI. La Russia vuole un cuscinetto neutrale alle sue spalle e ci sono esempi, a cominciare dalla Svizzera, in tutto il mondo. Perchè non darglielo? Vediamo le cose al contrario, se il Messico fosse impazzito e mettesse basi militari, russi o cinesi, al confine l’America come reagirebbe? La storia l’abbiamo già vissuta tra Kennedy e Krusciov con i missili da installare a Cuba.

La seconda. Le tre condizioni sono state dette a Macron, Draghi, Biden, alla Comunità Europea, alla NATO, nei mesi precedenti? Se si, perché non si è arrivato ad un accordo, ad una mediazione? Chi ha detto NO alla mediazione? Tutte domande alle quali il mondo occidentale ha dato la sola risposta che Putin è un pazzo, furioso dittatore e nazista, terrorista e che la pagherà molto cara.

La terza. Le condizioni di Putin fanno parte della disinformazione? Tutto è possibile ma non ci credo. In queste situazioni la disinformazione é parte importante per arrivare alla vittoria. Anche la pubblicazione delle foto false e commoventi fanno parte della disinformazione e in questo campo i giornalisti italiani sono migliori del mondo. Anche i TG italiani fanno disinformazione con la paura che stanno mettendo sulle centrali nucleari dell’Ucraina.

2 marzo riprendono i colloqui in una località segreta della Polonia. L’Ucraina mette al primo posto il cessate il fuoco e l’apertura dei corridoi umanitari. Nel pomeriggio del 3 marzo 1a Russia accetta l’apertura dei corridoi umanitari ma non accetta il cessate il fuoco. I colloqui, continueranno la prossima settimana e se son rose fioriranno. Nel frattempo Putin ha fatto presente la quarta condizione che riguarda il Dombas.

Tra le condizioni c’è la de-nazificazione dell’Ucraina. All’inizio non ho capito il suo significato: mi dico l’occidente accusa Putin di essere nazista e Putin vuole la de-nazificazione dell’Ucraina. Poi il 3 marzo leggo da Libero che nel Dombas c’è un gruppo ucraino, pagato dal governo, per ammazzare i filorussi e che nelle loro armi portano la figura di Hitler. A questo punto il cerchio si chiude.

Nicola Dell’Arena