EGREGIO SIGNOR SINDACO DELLA CITTA’ DI ATRI,

PROF. PIERGIORGIO FERRETTI

AI PARTITI DI OPPOSIZIONE E DEMOCRATICI DI ATRI.

DENUNCIA E RIMOZIONE DI UNA LAPIDE DEL
VENTENNIO FASCISTA PRESENTE ED APPOSTO
PRESSO LA CHIOSTRA DEL PALAZZO DI CITTA’

L’ altro giorno mi sono recato presso il Comune di Atri, il Palazzo di Città, al solito info-point, ed ho notato c/o la chiostra del cortile del Palazzo, sul lato destro, al di sotto del loggione, apposto ed ad altezza d’uomo, un reperto LAPIDEO commemorativo di risentimenti verso altre Nazioni, ed esprimendo, con le stesse frasi, la condanna verso decisioni prese nei confronti dell’Italia, durante il ventennio fascista. Lapide con ai margini “due fasci del littorio” a bella vista, quasi che non significassero più nulla in una Repubblica nata dall’antifascismo, e con un Costituzione che vieta, in ogni modo, queste riproposizioni del ventennio fascista. In essa è scritto:

18 NOVEMBRE – 1935 – XIV

A RICORDO DELL’ASSEDIO

PERCHE’ RESTI DOCUMENTATA NEI SECOLI

L’ENORME INGIUSTIZIA

CONSUMATA CONTRO L’ITALIA

ALLA QUALE

TANTO DEVE LA CIVILTA’

DI TUTTI I CONTINENTI

Nel leggerlo e soprattutto nel vederlo li, in quella sede e palazzo, sono rimasto basito, costernato, anche per tale risalto e visibilità dato al medesimo in quel consesso. Faccio notare, che lo stesso è rimasto presso i sotterranei del palazzo per 70 anni, dal 1945 in poi, e mai reso evidente ai più.

E’ alquanto strano che prima si assiste, senza peraltro colpo ferire per questo atto, da parte del Sindaco e Giunta, dell’ammaina bandiera dell’EUROPA dai pennoni del Palazzo di Città, ed oggi, ancor di più, si assiste, si dimostra al cittadino, ulteriore arroganza e violazione intanto della consuetudine, ma anche del rispetto della Città, e della Municipalità antifascista di questa Città. Stante che si vede un reperto del ventennio, si dimostra al cittadino, al pubblico, che non sono stati sicuramente coinvolti in questa riesumazione ed autorizzazione, luogo per questa decisione, che doveva essere il Consiglio Comunale di Atri, l’Assise della rappresentanza popolare della città di Atri, e non Lei e la Sua Giunta, Egregio Signor Sindaco Prof. P. Ferretti.

Ma, ma chiedo: “dove sono i rappresentanti delle opposizioni stante questo affronto Costituzionale ed istituzionale?

°Dove sono affinché si richieda loro la tutela, la ragione dell’antifascismo della Città di Atri Repubblicana?

°Perchè non hanno preso posizioni in merito e nel merito?

°Non ci avranno fatto caso?

°Ed allora, mi si spieghi, come entrano nel palazzo del Popolo, di Città, di un Comune della Repubblica Italiana, che

ha le sue radici nella Costituzione Italiana, che è antifascista e vieta qualsiasi atto, simbolo e rimembranze di periodi

del fascismo, come ampiamente la stessa epigrafe dimostra di essere e di affermare palesemente, sia nello scritto che

nei simboli?

Ai suoi lati (ds e sx), hanno ben evidenti il “fascio littorio”, a caratterizzare lo stesso e quanto è stato prodotto, pensato, quel manufatto, compreso l’era, la data dell’era fascista (XIV, ovvero 1935).

Esso è messo in bella mostra di se, nella “Chiostra del Palazzo Ducale”, per essere visto e così appare di fatto. Atri, antifascista dovrebbe tutelare la sua storia.

Ai suoi lati ds e sx, sono posti, come dicevo i fasci littorio, come simboli dell’era fascista, che esprime nel contenuto dell’epitaffio, una “reazione del regime, ad condanna avvenuta ed espressa da parte dei paesi d’Europa, allora liberi, nel 1935, verso l’Italia fascista, per le guerre coloniali messe in atto da Mussolini, di conquista, di inutili massacri, in Nord Africa: Libia etc.”

Reperto lapideo questo, imposto da un editto di Mussolini a tutti i Comuni d’Italia, da produrre ed apporre allo stesso modo e contenuto, per reagire alla condanna espressa dai paesi liberi ed antifascisti d’Europa verso l’Italia.

Tutti i Comuni d’Italia furono obbligati a metterlo, e poi, nel 1943, li hanno rimosso tutti, compreso Atri, che ne aveva conservato la stessa presso i suoi scantinati, bui e tetri, giusto il posto dove doveva rimanere per sempre (personalmente lo viddi da Sindaco, durante il restauro delle scuderie, e li lo lasciai, capovolto), (non sono per distruggere nulla), affinchè rimanesse a testimonianza del suo valore e significato per l’Atri, gli atriani, l’Italia, antifascista.

Oggi è Atri, e un altro Comune d’Italia, ha avuto il coraggio di rimettere su il reperto lapideo anche a bella vista, e poi, nel palazzo di Città, sede del Municipio Repubblicano e sede democratica, ove insiste l’Assise di rappresentanza politica del “Consiglio Comunale”. Istituzione che si rifa alla Costituzione antifascista e Repubblicana, che si offende palesemente con questa riproposizione ed apposizione a bella vista di questa epigrafe e di questi simboli, che la stessa Costituzione, a mio modesto parere, la Legge vieta, proibisce. E più espressiva ed evidente di questo luogo, non saprei….

A questo punto chiedo anche, perché la dr Giuliani, Assessore, ad esempio, che si dice di anima socialista, come ha permesso questo ripristino? Certo, c’è stata una volontà del Sindaco, sentita la Giunta, ci deve essere stata, altrimenti, è una Giunta che ognuno fa quello che vuole? Io non lo credo, quindi, la invito a prendere una posizione in merito, che è già tanto che sta con: Lega, FI, e F. lli d’I senza alcun rimorso intellettuale ed ideale sic!!.

E dico anche, a tutti i partiti di OPPOSIZIONE, dentro e fuori il palazzo, “ritenete che questa offesa democratica debba ancora rimanere li, in quella sede? E non invece pretendere di rimuoverla, e subito anche?”

Riporlo, eventualmente, in altra sede, senza distruggerlo, caso mai spaccandolo a metà, come segno di una rottura tra l’oggi e ieri, e riporlo la dove è il suo posto, la dove era, negli scantinati ed al buio, a testimonianza del periodo negativo che Atri, gli atriani, e gli Italiani hanno sofferto durante il ventennio fascista, con guerre, morti e distruzioni di beni e immani sofferenze del popolo italiano.

Certo di stare dentro i voleri della COSTITUZIONE Italiana, della Repubblica Antifascista, nata dalla Resistenza, chiedo la sua rimozione.

Mario Marchese, Circolo della Sinistra Indipendente E. BerliguerAtri