DA 90 ANNI CON NOI: I PIU’ CARI  AUGURI

A MONS. GIUSEPPE DI FILIPPO

HA SEGNATO LA VITA E LA STORIA DELLA NOSTRA CITTA’

Abbiamo chiesto a Santino Verna una scheda biografica per ripercorrere, sulla scorta di date e memorie, la intensa vita di don Peppe, nella consapevolezza però che non è facile raccontare il suo intenso percorso. Don Giuseppe ha segnato la storia della nostra città, sia di quella religiosa che civile. Una presenza forte che ha incrociato la vita di tanti atriani che lo hanno avuto maestro, amico, insegnante, animatore di momenti culturali e sportivi, parroco e guida spirituale.

Di animo delicato e sensibile consegna alla comunità cittadina la sua ricca produzione bibliografica che spazia dalla cultura alla poesia nel segno di una viva attenzione al patrimonio artistico della nostra città.

Soprattutto egli ci dona la ricchezza del suo cuore attento alle problematiche degli ultimi, dei lavoratori, dei giovani che lo hanno sempre amato e stimato.

La nostra redazione si unisce agli auguri di tutta la città dicendogli un forte grazie per tutto ciò che ha fatto per Atri! Un affettuoso abbraccio e “ad multos annos”, caro don Peppe!

 Mons. Giuseppe Di Filippo, per tutti Don Peppe, nasce in Atri il 29 maggio 1924 da Luigi e Rosmunda Polilli. Il padre era originario di Casoli, la madre di Cellino Attanasio. Entrato nel1934 inseminario a Penne, passò a quello di Teramo e nel 1946 fu ordinato sacerdote dall’allora Amministratore di Atri e Penne, il Vescovo di Teramo Mons. Gilla Vincenzo Gremigni, essendo impedito l’ultimo Pastore delle Chiese vestina e atriana, Mons. Carlo Pensa.

Mansionario del capitolo di Atri già prima dell’ordinazione presbiterale, Don Peppe è stato Canonico Teologo del Duomo. Rettore della chiesa di S. Giovanni in Atri (1946-2005) e cappellano di S. Gabriele dell’Addolorata prima dell’istituzione della Parrocchia (1964-1972), è stato Vicario-Generale di Atri per tutto l’episcopato di Padre Abele.

Assistente regionale delle ACLI, affiancò per lungo tempo Mons. Cesare Pagani, poi eletto Vescovo di Castello e Gubbio e quindi promosso Arcivescovo di Perugia. Instancabile animatore dell’Azione Cattolica di Atri, ha sempre partecipato agli incontri degli ex-componenti e tra questi menzioniamo soltanto Pescopennataro, sede dei campi estivi degli abruzzesi.

Nel 1983 Padre Abele lo nominò Parroco di S. Nicola di Bari in Atri, mantenendo la carica di Vicario-Generale fino al 1986, quando S. Giovanni Paolo II fuse la diocesi atriana con quella aprutina. Nella chiesa dell’omonimo quarto il cui piviere comprende anche Capo d’Atri ha promosso diversi restauri che hanno donato una migliore lettura delle linee romanico-gotiche dell’edificio.

E’ tuttora Parroco di S. Nicola che ingloba la chiesa della Trinità con il culto di S. Rocco e quella di S. Spirito con l’erigendo Santuario di S. Rita. Grazie a Don Peppe i festeggiamenti religiosi sono stati e continuano ad essere sempre vibranti, con il coinvolgimento del compianto Card. Vincenzo Fagiolo, già Arcivescovo di Chieti e Vasto e Presidente del Pontificio Consiglio per l’Interpretazione dei Testi Legislativi e di P. Luigi Pingelli, già Priore Generale degli Agostiniani Scalzi, i cui corrispettivi francescani sono i Minori (Osservanti) e domenicani, anche se la situazione oggi è diversa, i frati della provincia toscana con la curia a S.Marco (la chiesa di La Pira).

Per più di 40 anni Don Peppe ha insegnato religione nelle scuole statali di Atri. Collocato in pensione nel 1989, volle festeggiare il congedo con uno scherzo poetico (come avviene in tante altre occasioni come gli anniversari di sacerdozio dei sacerdoti della forania) e un’agape fraterna dopo la S. Messa in S. Nicola, nella Solennità dei SS. Pietro e Paolo, presieduta dall’allora Arcivescovo di Teramo-Atri Mons. Antonio Nuzzi, per la prima volta nella parrocchia di Don Peppe (le Cresime erano state amministrate tre settimane prima da Padre Abele, mentre la notizia del giorno era la morte dell’ayatollah Khomeini) e concelebrata dai vecchi compagni di seminario sempre puntuali e presenti alle rimpatriate. Tra questi Mons. Aldo De Innocentiis, Arciprete di Fara S. Martino e collaboratore dell’Opera Romana Pellegrinaggi.

Assistente della sottosezione Unitalsi di Atri, Don Peppe è anche Delegato Vescovile per il Monastero di S. Chiara, affidato alla vigilanza peculiare del Vescovo e aggregato alla Provincia abruzzese dei Minori (Osservanti). Direttore del Museo Capitolare, ha promosso le celebrazioni del primo centenario dell’istituzione del primo nucleo che diede vita a tutte le altre sezioni.

Nel 2001 è diventato Arcidiacono del Capitolo. La passione per la ricerca storica gli ha fatto scrivere in questi ultimi anni diversi libri, come le monografie su S. Reparata e sul Beato Rodolfo Acquaviva. Interessante anche il libro sui figli illustri di Atri, prefato dal Prof. Ezio Sciarra, già Preside della Facoltà di Scienze Sociali dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara.

Il libro ha coinciso con la revisione dell’odonomastica cittadina. Al medesimo è seguito un volumetto sui proverbi e i personaggi minori di Atri come Muzio Martella, Vincenzino Marcone, Antonio Leti e lo storico sacrista della Cattedrale, Tommaso Antonelli.

Tifoso della Fiorentina e promotore della pallacanestro, Don Peppe ha lavorato molto con gli studenti. Tra le esperienze ricordiamo soltanto le escursioni ai calanchi, con l’organizzazione del Prof. Antonio Pavone, artista e naturalista. Dalla casa di Camillo Prosperi in Via S. Chiara si partiva per l’avventura che ha avuto come punto d’arrivo l’istituzione della riserva naturale regionale dei calanchi, nel 1995, corredato dai lavori promossi dall’indimenticabile preside Prof. Paolo Benimeo.

Gli facciamo i migliori auguri per la cifra tonda. Per i novant’anni di Don Peppe una preghiera speciale dovrebbe salire al Signore per l’Arcidiacono di Atri dai cuori di tutti i parrocchiani, in particolare da quanti hanno da lui ricevuto il Battesimo, la Cresima e la Prima Comunione (e con essa la Prima Confessione), nella Parrocchia che costituisce silenziosamente il ponte tra Occidente e Oriente, imago brevis di quel tripudio di arte che è la Basilica di S. Nicola a Bari.

SANTINO VERNA