LA DIPARTITA DI NICOLA PETRELLI

UN UOMO DI FEDE, AMANTE DELL'ARTE E
DEL BELLO CHE ELEVA LO SPIRITO

All’alba del 19 luglio entrava nella Pasqua eterna, il Dott. Vito Nicola Petrelli, già Direttore del Centro Servizi Culturali di Atri della Regione Abruzzo. Era malato da diversi anni, ma non aveva perso la fibra del battagliero.

Nicola era nato ad Acquaviva delle Fonti nel 1936 in una famiglia numerosa. Dopo gli studi nella terra d’origine, si trasferì a Milano per lavoro. Nel 1970 sposò la Maestra Maria Pomante, di Atri, e si trasferì nella città degli Acquaviva. Hanno avuto tre figli, Francesco, Grazia e Antonella, stimati professionisti e musicisti. Nel 1982 si laureò in scienze politiche all’Università “G. D’Annunzio” di Chieti, con sede ubicata a Teramo.

Ha lavorato a Pescara presso la Regione Abruzzo e poi in Atri, presso Palazzo Arlini, ad un tiro di schioppo dalla casa, nella mansione di direttore del neonato Centro Servizi Culturali. Per diversi anni, in estate, ha organizzato la mostra “Atriarte”, nelle sale del centro che si affacciano su Corso Elio Adriano. Tanti pittori della domenica, o anche professionisti, hanno esposto le opere per questo momento culturale nella città dei calanchi, dove l’arte da sempre è di casa. La partecipazione straordinaria, come in un film, erano le sculture di Giuseppe Antonelli.

Ma l’opera culturale maggiormente da ricordare, con la direzione di Nicola Petrelli, il Museo Etnografico, coordinato e allestito da Ettore Cicconi, in sinergia con Massimo Aielli. Petrelli ebbe la gioia di illustrarlo brevemente, davanti alle telecamere di RAI1, intervistato da Monica Leofreddi, nel contenitore di “Uno mattina”, il 5 dicembre 1989, nel chiostro della Basilica Cattedrale.

Il Museo allora era ubicato nella sede dell’ex-OMNI, in posizione non proprio centrale, ma pochi mesi dopo fu trasferito nel vecchio mercato coperto, dove sorgevano la Chiesa e il Monastero di S. Pietro, demoliti nel gennaio 1957. 

Con la direzione di Petrelli fu dato impulso anche alla rappresentazione della Passione di Gesù, la sera del  Mercoledì Santo, e sempre con il coordinamento di Ettore Cicconi. Si cominciò nel 1983 e furono allestite 10 edizioni consecutive, prima della versione squisitamente teatrale.

Sempre in quegli anni, Nicola promosse la diateca, con il contributo di alcuni cultori della fotografia, degli affreschi presenti nei palazzi storici di Atri, a partire dal Municipio.

Nicola era anche pittore figurativo. Il suo stile riecheggiava Giorgio Morandi, l’artista bolognese ricordato per il tema delle bottiglie di vetro. Un maestro spiegato sbrigativamente nei corsi istituzionali degli atenei, come del resto i colleghi realisti e figurativi.

Aveva la passione della musica e del bello, ed era uno sportivo. Correva, quando la salute era in migliori condizioni, per le strade di periferia e in estate, passeggiava sulla spiaggia di Pineto.

Uomo di fede, come la sua famiglia, Nicola aveva incontrato, grazie all’indimenticabile Don Enrico Liberatore, la spiritualità del RnS, vissuta negli incontri della Parrocchia di S. Francesco a Pineto, al quartiere dei Poeti. Nicola era presente anche agli incontri della Parrocchia di S. Maria Assunta a Silvi, dove prima di P. Maurizio Di Paolo, il promotore fu P. Paolo Cerritelli.

Nicola volle un gruppo del RnS anche nella “sua” Atri, e dopo un campo di evangelizzazione, nell’agosto 2003, i carismatici presero cittadinanza nel pieno centro della cittadina acquaviviana, con incontro settimanale, il mercoledì, presso il parlatorio grande del Monastero di S. Chiara. La scelta del giorno settimanale di S. Giuseppe, permetteva di continuare a partecipare agli incontri di Pineto, dove a Don Enrico, diventato Parroco di S. Giovanni a Castellalto, era subentrato Don Luigi Pallini.

Il gruppo atriano aumentò nel giro di pochi anni, e si passò all’interno della Chiesa per l’incontro di preghiera e canto. Barelliere dell’Unitalsi, Nicola partecipava ogni anno, a settembre, al pellegrinaggio lourdiano e nella sua casa aveva fabbricato una piccola grotta di Massabielle con il simulacro dell’Immacolata.

Devoto di S. Antonio, si recava non di rado alla Basilica del Santo e aveva partecipato con la moglie Maria, nel 2010, all’ostensione del corpo del Santo. Quando la Chiesa di S. Francesco fu chiusa per via del terremoto dell’Aquila, Nicola con la famiglia, pensò alla Tredicina in Cattedrale, chiedendo alle Clarisse una piccola statua del Santo, custodita nel Monastero. Per gli anni seguenti, fu poi prelevata da S. Francesco, la statua di S. Antonio e portata in S. Reparata.

Una brutta malattia è stata la croce degli ultimi anni di Nicola. Partecipava quotidianamente alla S. Messa nella Chiesa di S. Chiara e talvolta proclamava le letture. Andava anche in S. Nicola, perché aveva devozione per il Santo della sua terra d’origine.

Il Signore lo ha chiamato al premio eterno e siamo vicini alla sua famiglia con la preghiera e l’affetto.

SANTINO VERNA