60 ANNI FA LA PRIMA DIRETTA DELLA RAI

LA STORIA MERAVIGLIOSA DELLA SANTA MESSA IN TV

Nel 1954 la Santa Messa entrava, con l’inizio delle trasmissioni di mamma RAI, nel palinsesto televisivo e da allora non è stata più tolta. La prima celebrazione teletrasmessa in Italia porta la data della vigilia di Natale del 1952, quando i programmi erano in fase sperimentale. E quella liturgia si svolse nella chiesetta di S. Gottardo al Corso in Milano.

La S. Messa di Raiuno va in onda tutte le domeniche e feste di precetto alle 10.55. L’orario, più o meno, è stato quello, con qualche variazione, prima o dopo, solo in casi eccezionali, alle 9, quando l’incontro con S. Giovanni Paolo II e Mikail Gorbaciov, leader sovietico con il muro di Berlino appena crollato, fece anticipare la liturgia dalla chiesa dell’Isolotto di Firenze.

La cura è della CEI, mediante l’Ufficio per le Comunicazioni Sociali, mentre i mezzi sono della RAI. Il regista è sempre un sacerdote e attualmente se ne alternano 4 alla consolle: Don Antonio Ammirati, coordinatore, Don Ciro Sarnataro, storico regista da oltre 30 anni, P. Gianni Epifani, rogazionista e Don Dino Cecconi che ha al suo attivo una lunga esperienza pastorale con gli immigrati e gli emigranti. La voce fuori campo è di uno speaker, uomo o donna, attualmente Orazio Coclite, Enrico Longo Doria, Remo Bertinelli, Elena Bolasco e Franca Salerno.

L’Abruzzo è una regione che in questa lunga storia non è stata molto interessata dalle telecamere RAI della S. Messa. L’unione ecclesiastica con il Molise nel 1977 e la nascita della regione pastorale abruzzese-molisana ha accentuato questo fatto, perché accontentando il Molise si pensava di aver fatto la stessa cosa all’Abruzzo (e viceversa).

La diocesi di Teramo-Atri ebbe la sua S. Messa il 23 luglio 2000 dal Santuario di S. Gabriele dell’Addolorata. Da diversi anni si pensava di fare una diretta dalla Basilica del patrono d’Abruzzo, ma si voleva la conclusione dei lavori del nuovo Tempio. Il Grande Giubileo con S. Gabriele chiesa per lucrare l’indulgenza, nella Chiesa particolare, era l’occasione propizia, ma le domeniche per le dirette erano poche nel corso dell’anno, perché molte riguardavano celebrazioni presiedute da S. Giovanni Paolo II o a nome del Santo Padre. Ma le telecamere a S. Gabriele arrivarono lo stesso, con la regia di Don Ciro Sarnataro, l’aiuto di P. Angelo Saporiti, francescano che ora non lavora più in quell’equipe e la voce di Franca Salerno. Si celebrava il giubileo dei sordomuti.

La seconda S. Messa nella diocesi aprutino-atriana porta la data dell’11 giugno 2006, dalla chiesa dell’Assunta a Silvi Marina, per il mezzo secolo della parrocchia. La Messa era stata programmata per il 23 ottobre dell’anno precedente, ma c’era una liturgia presieduta da Benedetto XVI. La regia fu sempre di Don Sarnataro, incaricato per le dirette dall’Italia meridionale (dove in questo caso la CEAM rientra) che non rientrano nell’interesse nazionale. La voce fu di Franca Salerno, mentre l’aiuto alla regia di Don Dino Cecconi, alla vigilia dell’esordio da regista.

La terza, dalla Cattedrale di Atri. Il ripristino del Duomo dopo i lavori di restauro (2004-08) fecero nascere in molti il desiderio di una diretta sulla TV di Stato. Nella Quaresima del 2009 Mons. Domenico Pompilii, direttore dell’organismo CEI che cura le Sante Messe, annunciò nella Cattedrale di S. Maria la S. Messa in TV dalla stessa entro l’anno. E fu di parola, perché il 20 dicembre 2009 il collegamento dal Duomo atriano per la celebrazione fu realizzato, con gli atriani felici di conoscere Don Ciro Sarnataro, lo speaker Enrico Longo Doria e l’aiuto-regia Don Michele Totaro. La data del 20 dicembre, IVa di Avvento, non fu tanto casuale perché era il primo anniversario della riapertura della Basilica. Don Sarnataro rimase molto entusiasta della Cattedrale, perché aveva una serie di immagini da mostrare ai telespettatori, diversamente da tante chiese dove è entrata la carovana della Messa televisiva dove bisogna talvolta arrampicarsi sugli specchi per non essere monotoni.

La quarta, ancora dal Santuario di S. Gabriele, questa volta dalla chiesa antica. Per la gioia di molti abruzzesi (e non solo) che hanno una profonda nostalgia delle celebrazioni nel vecchio Tempio. Era la domenica 10 marzo 2014 e tre giorni dopo la fumata bianca annunciava l’elezione di Papa Francesco. Un mese prima Benedetto XVI aveva annunciato le dimissioni e mentre la diretta restituiva il principale Santuario d’Abruzzo molti s’immaginanano il nuovo Vicario di Cristo. La regia fu di Don Dino Cecconi, speaker Elena Bolasco, da poco entrata nel gruppo delle voci.

Oltre alla TV di Stato anche Rete 4 trasmette ogni domenica (ma non nei festivi di precetto come Ognissanti) la S. Messa, alle 10. Mediaset da diverso tempo caldeggiava il progetto della S. Messa nel palinsesto e il 23 gennaio 1993 fu celebrata una S.Messa in condominio con Raiuno, dalla chiesa di S. Marco a Milano, presieduta dall’allora Arcivescovo Card. Carlo Maria Martini. La regia era di Don Attilio Monge, già produttore esecutivo del “Pinocchio” di Comencini con il quale stabilì un’amicizia ecumenica, essendo valdese il regista gardesano. Il commento per Mediaset fu dell’allora Prefetto della Biblioteca Ambrosiana Mons. Gianfranco Ravasi, ora Cardinale, per la RAI di P. Ferdinando Batazzi, francescano della provincia toscana che passava dal microfono alla regia, con la sua inconfondibile voce e il culto della precisione e dell’orologio, come quando l’organista non la smetteva dopo la Comunione nel Santuario della Madonna delle Grazie in Udine.

Una storia meravigliosa quella della S.Messa in TV, seguita da tanti ammalati e anziani impediti, ma anche da tanti sani che dopo aver partecipato fisicamente e spiritualmente alla celebrazione in parrocchia o in qualsiasi chiesa, accendono il teleschermo, tra una stoviglia da mettere sulla mensa o un mocio da preparare, per entrare in sintonia con una delle tante chiese della penisola che trasuda spiritualità da ogni poro e magari si rivedono i luoghi delle vacanze, la città della vita militare del nonno, la regione delle radici o per dirla con Giorgio La Pira “la geografia della salvezza”.

SANTINO VERNA