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- Pubblicato Lunedì, 01 Marzo 2021
- Scritto da Nicola Dell'Arena
Opinioni \ Riflessioni
IL NUOVO GOVERNO E LA SCOSSA ARCURI
Il governo è fatto con la nomina dei 39 sottosegretari e dei 6 viceministri e con la fiducia ottenuta, ora si trova nella pienezza dei propri poteri.
I sottosegretari nominati sono così suddivisi: 11 al M5s; 9 Lega; 6 PD; 6 Forza Italia; 2 Italia viva e 1 ciascuno Leu, Noi con l’Italia, + Europa, Centro democratico e un tecnico ai servizi segreti. I 6 viceministri sono stati suddivisi: 2 al M5s e uno ciascuno a PD, Lega, Forza Italia e Italia viva. Molti giornali hanno parlato del ritorno e della vittoria del manuale Cencelli, ma per me non è mai morto.
Draghi ottiene la fiducia alla camera con 535 si 56 no e 5 astenuti, mentre al senato ha ottenuto 262 si 40 no e 2 astenuti. I numeri della fiducia dicono: un governo con grande maggioranza e poca opposizione. Con la nascita del governo il M5s si è spaccato e siamo solo all’inizio.
Il limite di questo governo è che formato da partiti troppo diversi per programmi e ideologia e qualcuno dovrà rinunciare a qualche punto del proprio programma. Aspetto con calma e fiducia cosa succederà e se arriverà a fine legislatura.
Analizzando quello che è accaduto e vedendo la formazione del governo mi viene un dubbio e capisco perché i costruttori per il governo Conte non sono apparsi. I probabili costruttori sono tutti al governo e per di più senza l’infamia di aver tradito i propri elettori.
Da alcune settimane bolle in pentola il caso delle mascherine acquistate dalla Cina e in questa settimana è esplosa toccando il commissario straordinario Domenico Arcuri.
Domenico Arcuri è stato nominato, dal governo Conte, il 18 gennaio 2020 come “Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19”. Cosa deve fare il commissario? La nomina è così generica e fumosa che può fare di tutto.
Già da allora mi espressi sull’inutilità di questa nomina, come per gli altri commissari ne sono circa 300 con una spesa di 1.000.000 l’anno e delle task-force, ma sembra che sono una voce inascoltata e che sono solo a pensare della loro inutilità.
Non solo la nomina. Il commissario ha bisogno di personale ed invece di effettuare il trasferimento da altri ministeri o di assegnare quello della protezione civile, si prende tutto il personale di Invitalia (società di cui Arcuri è amministratore delegato). Tutta una società in un giorno diventa parte dello stato e continua ad operare nella stessa sede. Ma è possibile che solo io vedo qualcosa di strano in questa faccenda?
Orbene, Arcuri è nominato il 18 marzo, il contratto con le ditte cinesi è firmato il 26 marzo, la chiusura dell’Italia avviene il 9 marzo e andando in farmacia scopriamo che le mascherine non ci sono, e dicono anche che non sanno quando ci saranno.
Jorge Solis, l’unico tra i 4 agli arresti domiciliari, in una intervista dice chiaramente che il 21 febbraio riceve una telefonata da Guidi, stava nel suo paese, per interessarsi dell’acquisto delle mascherine dalla Cina. Pare che solo lui avesse questo potere straordinario. In tutto l’affare i 4 hanno raggranellato la modifica cifra di 70 milioni di euro, pagata dalle ditte cinesi.
Ho fatto la sintesi delle date per dire che il governo si stesse muovendo già prima del 21 febbraio e a questo punto mi viene il dubbio che l’acquisto sia stato procrastinato in attesa della nomina di Arcuri (un mese dopo). Ci sono delle telefonate tra Arcuri e Benotti che fanno capire che già prima del 18 marzo i 4 avevano concluso l’accordo con i cinesi.
Una domanda me la faccio e ve la giro. Il direttore della protezione civile o quello degli esteri non erano capaci di acquistare le mascherine già dal 21 febbraio? La mia risposta è si come è stato dimostrato dall’agire della protezione civile durante il terremoto dell’Aquila.
Nicola Dell’Arena