Opinioni \ Riflessioni

IL SISTEMA E LA POLITICA

Mentre leggo il libro alcuni fatti tornano in mente. Siamo intorno agli anni 90.

Parlo con un amico della sinistra DC e di quello che accade a Palermo con i processi di mafia con il PCI che vuole processare la DC. Io sono della tesi che Violante tira le fila e che Castelli sia andato appositamente in Sicilia per condannare la DC e Andreotti. Lui mi risponde che sono pazzo e non crede alla mia tesi.

Un pomeriggio, incontro riservato nello studio di Andreotti, eravamo circa 15 persone. In quei giorni in Italia si parla delle carte di Leoluca Orlando su Andreotti capo della mafia. Andreotti minimizza, con il suo modo di fare alza le spalle, con il suo sorriso ironico pronuncia il classico gne, gne, gne e poi disse che non c’era nulla da cui temere. Sappiamo come andò a finire. Andreotti diede il suo appoggio al governo Prodi e al PD e tutto finisce in una bolla di sapone, tutto finisce a tarallucci e vino.

Cosa dice Palamara?

All’inizio dell’intervista, sono le prime parole, (pagina 15) “È innegabile che a partire da Violante, e come vedremo anche prima di lui, vi sia stata una cinghia di trasmissione tra politica e magistratura”. E no caro Palamara, bisogna essere sinceri nel rispetto della verità della storia, la cinghia di trasmissione c’è stata tra PD, e se ci vogliamo allargare tra la sinistra, e la magistratura. Leggo e salto sulla sedia: non ero pazzo negli anni90. Mirallegro per lo scampato pericolo.

Siamo nel 2008De Magistris conduce una inchiesta su Mastella il quale si dimette e fa cadere il governo Prodi. Non si sa ancora chi vincerà le elezioni, anche se i sondaggi dicono centro destra, che  la magistratura si prepara. Palamara ci racconta (pagine 89 e 90). “Se torna Berlusconi, dobbiamo tornare uniti”. “La magistratura vuole farsi trovare pronta ai blocchi di partenza della nuova sfida a Berlusconi”. “È un segnale al governo che sta per arrivare, ma anche al nostro interno: non tollereremo un’opposizione blanda al berlusconismo”.

Cosa succede? Succede di tutto e la situazione drammatica di quel periodo è ancora viva nella nostra mente e nelle nostre tasche. Berlusconi è costretto a dimettersi e arriva Monti.

Sul lodo Mondadori e sul giudice Esposito che condannò Berlusconi a pagare 760 milioni, pio in appello abbassato a 540 ecco cosa dice Palamara (pagina 202)  “Io ero conscio che non stavamo giudicando il comportamento di un collega ma la storia recente dell’ Italia. In effetti le cose stavano come dicevano i legali di Berlusconi, c’è poco da discutere. Ma si poteva noi offrire un assist a Berlusconi, dopo che per vent’anni si era cercato di metterlo all’angolo con ogni mezzo, proprio quando l’obiettivo era stato raggiunto?” Sulle sentenze contro Berlusconi dice tante altre cose, che fanno drizzare i capelli, ma mi fermo qui.

Su Salvini e il suo processo. In una telefonata con Auriemma, giudice di Viterbo che non ci vede il reato in quello che ha fatto Salvini, dice “No hai ragione. Ma bisogna attaccarlo”, a prescindere aggiungo perché Salvini nuoce al PD. Questo a pagina 219 e poi continua (pagina 220) “bisogna fare così perché altrimenti si spaccherebbe il governo dei magistrati, ipotesi che, in quei giorni e su quel tema, era reale”.

Ancora più imbarazzante quello che dice a pagina 221 “Ma le leggi, com’è noto, non si applicano, si interpretano sì in base alla preparazione, ma anche alla sensibilità culturale, ideologica, politica dei magistrati, e a volte purtroppo anche alla loro appartenenza”. Ed io che sono maligno, aggiungo solo all’appartenenza.

Nicola Dell’Arena