OCCORRE UNO SCATTO DELLA POLITICA

IL LENTO DECLINO DELLA NOSTRA CITTA’:  PENNE E CITTA’ S. ANGELO CRESCONO, ATRI DIMINUISCE

Le scelte sbagliate che hanno compromesso il nostro futuro

Atri, alla metà del secolo scorso, era la prima cittadina della Provincia di Teramo, dopo il capoluogo, per numero di abitanti. Ora è l’ottavo comune e tra poco sarà il nono, essendo seguita a ruota da Tortoreto, che è in costante crescita, con 10.770 abitanti.

Commentando questi dati con degli amici alcuni sostenevano che non c’è nulla di strano. Sono cresciuti i comuni rivieraschi, ed Atri è diminuita come è avvenuto per i comuni dell’interno. Allora ho deciso di approfondire e vedere cosa è accaduto nei comuni collinari del teramano e in due del pescarese che hanno molta assonanza con Atri (Penne e Città S. Angelo). Tutti praticamente dal 1951 al 1971 hanno registrato un crollo dei residenti, con la sola esclusione di Nereto e S. Egidio. Ma dal 1971 in poi gli andamenti della popolazione residente variano per i vari comuni e si possono sintetizzare in due grandi gruppi: quelli che vedono diminuire la popolazione e quelli che la vedono crescere.

La popolazione diminuisce a: Atri, Montefino, Castilenti, Castiglione Messer Raimondo, Cellino Attanasio, Penna S. Andrea, Torano Nuovo e Controguerra.

I residenti aumentano a: Colonnella, Ancarano, S. Egidio, Corropoli, Nereto, Sant’Omero, Civitella del Tronto, Mosciano, Bellante, Castellalto, Notaresco, Morro d’oro, Canzano, Montorio al Vomano, Basciano e Penne e Città S. Angelo.

In provincia di Teramo si ha decremento sostanzialmente nella zona della ex Comunità Montana del Vomano - Fino - Piomba, quindi sud Teramano con la eccezione di Montorio e Basciano che crescono e si ha incremento nel nord del Teramano con la eccezione di Controguerra e Torano che diminuiscono. E crescono anche Penne e Città S. Angelo che come dicevamo hanno molti punti in comune con Atri.

Come si può vedere dal grafico ove si sovrappone l’andamento della popolazione residente nei Comuni di Atri, Penne e Città S.Angelo, il nostro Comune oggi è  il meno popolato ed è quello che ha la tendenza a diminuire ancora.

Viene da chiedersi perchè a Penne e Città S. Angelo che sono simili ad Atri per posizione geografica, per caratteristiche storico architettoniche dei loro Centri Storici, per essere stati centri di servizi terziari la situazione sia completamente diversa. Si può certamente dire che non dipende tanto da fattori “esterni”, ambientali e di posizione geografica, ma, molto più probabilmente, da fattori interni, legati alla gestione della politica locale.

Atri avrebbe potuto avere ottime occasioni con la realizzazione della infrastutturazione della zona industriale di Piani S.Andrea e del Centro Turistico Integrato, ma sia la zona industriale che il Centro Turistico non hanno generato quanto atteso.

Infatti la zona industriale che era finita nelle mani del Consorzio Industriale di Teramo è stata gestita senza aver cura per gli interessi di Atri e non si sono avuti gli insediamenti aspettati per la ottusa gestione della assegnazione della aree alle aziende. Può essere utile ricordare la competizione che si accese per vedersi assegnare l’area più appetibile, quella lungo la strada per Pineto, fra due aziende atriane, allora entrambe in forte crescita. La incapacità , o il non interesse, a decidere da parte del Consorzio portò alla lunga la questione per diversi anni, fino ad arrivare al punto che chi, infine la spuntò, non aveva più interessi a realizzare la propria attività.


Il Centro Turistico Integrato fu realizzato con finanziamento, uno degli ultimi, della Cassa per il Mezzogiorno e fra i motivi per cui fu dato il finanziamento vi era quello della realizzazione di attività sportive, non agonistiche, non particolarmente diffuse nel territorio.

Ad Atri furono realizzati una pista di pattinaggio su ghiaccio e una fossa per il tiro con l’arco, oltre naturalmente a tante altre strutture e attività.

Non si è mai creata una gestione del Centro Turistico adeguata e tale da essere capace almeno di tentarne la messa in esercizio.

Da Atri, come da tanti altri Comuni, si continuerà ad andare a Città S. Angelo per l’IPER e per gli altri centri commerciali o per l’autlet, ma nessuno verrà ad Atri per pattinare sul ghiaccio perchè l’impianto unico in una vasta area, mai acceso se non per la prova di collaudo, è stato smantellato.

Invece di  ostentare sempre la moda del “risparmio del suolo” o del “consumo zero del suolo”, non sarebbe meglio parlare di “ottimizzazione” del consumo di suolo e degli investimenti sul territorio?