CRISI COVID: PROPOSTE PER UNA EFFICIENTE RISPOSTA

PERCHE' NON UTILIZZARE LA STRUTTURA RICCICONTI E
L'EX OPIFICIO IEZZI CUCINE PER MALATI IN TERAPIA INTENSIVA?
 

Vengo ancora a dire la mia, stante che, siamo solo agli inizi di questa crisi pandemica, come seconda ondata, altri mesi ci attendono in termini direi preoccupanti, che mi sento di riproporre alle SSLL di andare oltre alla soluzione di rendere l’Ospedale S. Liberatore “tutto Covid 19”, ma di pensare già ad altro, prima di chiudere tutto ad Atri, che già risente nel territorio di gravi ripercussioni per la chiusura della primavera scorsa, e sicuramente questa nuova ondata, determinerà un aggravamento di tantissime patologie degli assistiti nell’area di pertinenza, per la sospensione di accertamenti, di screening o di interventi per cronici o acuti, previe diagnosi mancanti, cioè di tutto quanto è nelle competenze della sanità normale, di routine, non di emergenza Covid. Compreso?

In merito, ed in merito, dopo aver proposto alle SSLL, direi inascoltato a Marzo, ed ancor di più oggi, a tempo, di spostare una sede COVID 19, distaccata dal Presidio Ospedaliero di Atri, al fine di preservarne l’integrità oggi compromessa per la medicina, la chirurgia generale e comunque tutte le sue attività chirurgiche, compreso la Pediatria ed altre facoltà che il S. Liberatore assolveva al meglio, e secondo solo al Mazzini di Teramo, nonchè per la diagnostica normale, andrei a riformulare la proposta di utilizzare la sede del “Ricciconti”, posto ad un centinaio di metri dall’Ospedale, discreta, a piano terra, con ampi corridoi e cortili per tutto quanto necessario nelle attrezzature: TAC mobile, Camion per l’Ossigeno etc, e per quant’altro necessario alla organizzazione di almeno una 50-70 posti letto di Terapia Intensiva e sub intensiva, in pieno accordo con l’ASP n° 2 di Teramo, e previa intesa da formularsi con una dovuta “Conferenza di Servizio” tra: Regione Abruzzo, ASL di Teramo, Sindaco di Atri per l’Ospedale S. Liberatore, la Provincia di Teramo per l’ASP n°2, nonché l’ASP n°2, nel Presidente: dr Luca Di Pietrantonio.

Certo ci vogliono degli investimenti per attrezzare tutto questo, e così salvare l’Ospedale di Atri dai suoi bisogni di normalità che sta sicuramente soffrendo, e soffrirà ancor di più nei prossimi mesi.

Ed inoltre, in alternativa, all’altezza del Ricciconti, c’è l’ex Opificio di Iezzi, oggi sgombero di apparecchiature e quant’altro, nella sua sede, con ampi corridoi derivanti dalle catene di montaggio, con il sistema elettrico a norma, ed assistito da uffici logistici posti sul davanti, ed anche con un ampio parcheggio, per le attività di pronto intervento, ambulanze e quant’altro necessario alle varie attività, ed utilizzarlo, si per questa opportunità, ovviamente anche questo potrebbe essere utilizzato, “previa intesa con l’attuale proprietà dell’opificio, la ASL di Teramo, il Comune di Atri, e la Regione Abruzzo” per i dovuti finanziamenti, dovuta sia per le attrezzature, che per il personale necessario, il tutto assistito anche dalle immediate vicinanze dell’Ospedale S, Liberatore per altre necessità ed incombenze, ormai, direi, sgombero da queste urgenze e necessità del tutto COVID, e porre in estrema utilizzazione per i pazienti esigenti di terapia intensiva, sub intensiva questi spazi proposti. Ovviamente anche qui ci sono delle necessità, con 10 gg, si può fare (vista cosa è avvenuto con la Fiera di Milano -sic! E con il Covid di Pescara), e risolvere un grande problema.

Oppure, un’altra idea: c’è l’Hotel du Park,ormai chiuso, perché non adoperare questo sito, credo abbia una cinquantina di camere, è isolato, cucine annesse, per malati Covid, positivi, ma non in fase di necessità di Terapie intensive, o sub Intensive?

Che ne pensate? Sono due proposte, che potrebbero ospitare almeno, nell’uno e nell’altro caso, una settantina di posti, se non di più. Basta verificare e decidere. Anche qui, ovviamente, ci vogliono dei “soldini da parte dell’ASL e della Regione” e li avete, basta spenderli. Quindi: “se ci siete, battete un chiodo, anzi due”. Diversamente, giocate a carte coperte ed a danno di Atri e la sua comunità dei Comuni dell’AREA VASTA, 15 Comuni, quasi 150 mila ab.

Caro Signor Sindaco, questa proposta la deve fare Lei, o l’una o l’altra, almeno esaminatela come prospettiva, altrimenti, di questo passo gli Ospedali chiuderanno per gli altri malati, e per il Covid altrettanto. Compreso? Almeno la vedo così la situazione, poi siete voi a decidere, come sempre, ed a danno di Atri se non lo avete fatto.

Non so che dire di più, mi sento di esprimere quanto sopra e ve l’ho posto all’attenzione Egregi Signori.

A proposito, la convocazione di un Consiglio Comunale, ormai mi sembra tramontata, tanto, discutete voi, e gli altri non contano. Cordiali saluti,

Mario Marchese (Sindaco emerito di Atri),Comitato Difesa Ospedale Atri