40 ANNI FA LA BEATIFICAZIONE DI BARTOLO LONGO,
fondatore dell'opera di Pompei

UNA RICORRENZA CHE RIGUARDA ANCHE ATRI

Domenica 26 ottobre 1980, S. Giovanni Paolo II, in Piazza S. Pietro, beatificava con Maria Anna Sala e Don Luigi Orione, il Comm. Avv. Bartolo Longo, fondatore dell’opera di Pompei. Una ricorrenza riguardante anche Atri, perché sede dell’Arciconfraternita del SS. Rosario, presso la Chiesa domenicana della cittadina, S. Giovanni Battista.

Bartolo era nato a Latiano, in Terra d’Otranto, come si diceva allora, nel 1841 da famiglia benestante. Si formò nel Collegio degli Scolopi di Francavilla Fontana, dove la devozione alla Madonna del Rosario era vissuta nella Collegiata. Si avvicinò, da buon salentino, alla musica, e si dedicò anche alla scherma.

Per motivi di studio e di lavoro, si trasferì a Napoli e qui conobbe la secolarizzazione e la massoneria. Si avvicinò allo spiritismo e le forze fisiche si debilitarono. Aveva pure contatti con il maligno che gli appariva nelle sembianze di S. Michele Arcangelo. Con l’aiuto di alcuni amici, sacerdoti, religiosi e laici, tornò alla fede e festeggiò anche la “seconda prima Comunione”.

Precettore dei figli di Marianna Farnararo, di Monopoli, giovane vedova del Conte Albenzio De Fusco, di Lettere, nelle vicinanze di Napoli, era anche amministratore dei terreni della contessa. Questo diede a Bartolo la possibilità di verificare la differenza culturale e umana tra l’ex-capitale del Regno delle Due Sicilie e l’area ai piedi del Vesuvio. In un giorno di ottobre nel 1872, a mezzogiorno, la Madonna gli parlò. Furono brevi secondi di colloquio, in cui la Regina del Rosario lo esortava a divulgare la pia pratica a lei tanto cara.

Fondò l’orfanotrofio per gli orfani della legge, sfidando le teorie di Cesare Lombroso. L’opera della carità andò di pari passo con quella della fede, grazie alla costruzione del Tempio della Regina del Rosario, annunciato dalla torre campanaria dove è presente la statua di S. Margherita M. Alacoque, apostola del Sacro Cuore di Gesù.

Bartolo conobbe le critiche della gente e tante amarezze. Su consiglio di Leone XIII, sposò la Contessa Marianna, ma la relazione fu soltanto amicale. Il matrimonio fu celebrato nella Cappella dell’Arcivescovo di Napoli, in Largo Donnaregina, all’ombra del Duomo. E non fu seguito dal viaggio di nozze. L’avvocato salentino per la costruzione dell’orfanotrofio, si consigliò anche con Don Bosco.

Per esortare i sodali alla preghiera, volle l’immagine della Madonna del Rosario, proveniente da Napoli e arrivata a Valle di Pompei, grazie ad un carro di buoi che trasportava il letame. Il quadro rappresenta Maria Santissima con Gesù Bambino in braccio, tra S. Domenico e S. Caterina, il fondatore dell’Ordine dei Predicatori e la sua più famosa figlia. L’iconografia si era diffusa, soprattutto a partire dal XVII secolo, grazie all’opera di Giovan Battista Salvi, detto il Sassoferrato, nella Chiesa romana di S. Sabina, famosa non tanto per questa immagine, quanto per la presenza del Papa, ogni anno, il Mercoledì delle Ceneri, in funzione di luogo stazionale.

Bartolo, dopo tante sofferenze, concluse la giornata terrena il 5 ottobre 1926. Pompei era stata donata al Sommo Pontefice, e come Loreto, era diventata di competenza pontificia. Fino al Concilio, al Prelato veniva assegnata una sede fittizia e rispondeva direttamente alla Segreteria di Stato. Oggi, è Arcivescovo-prelato della circoscrizione ecclesiastica estesa soltanto sul comune di Pompei, con 5 parrocchie, affidate prevalentemente al clero diocesano. Il primo Arcivescovo a tutti gli effetti, Mons. Domenico Vacchiano, presente alla beatificazione di Bartolo Longo.

S. Paolo VI ebbe sempre un grande ricordo di Pompei e incoronò la restaurata immagine, ad opera dei Monaci Olivetani, nel 1965, a conclusione del Concilio Vaticano II. Non si recò nella città mariana, perché i tempi non erano ancora maturi. Del resto, da regnante, Papa Montini non è mai andato a Loreto, Assisi, Padova, Lourdes e neppure al Santuario delle Grazie a Brescia, dove celebrò cento anni fa, la prima Messa (la Chiesa si trova nei pressi di palazzo Montini).

Ad Atri, la devozione alla Madonna di Pompei, si diffuse anche, nella Chiesa rurale della Madonna delle Grazie, in contrada Cona, a partire dal 1899, quando Tommaso Di Febbo, contradaiolo del luogo, promosse la costruzione della cappella, all’ingresso del tempio. Era vivente Bartolo Longo, e l’eco di Pompei era giunto nella cittadina acquaviviana.

La festa della Madonna di Pompei divenne ben presto la più importante della contrada, il lunedì di Pasqua, perché l’antica celebrazione della Madonna delle Grazie (2 luglio) veniva sovente trasferita alla domenica più vicina, per dare la possibilità di partecipare, a chi lavorava nei campi o altrove. Solo dal 1983 la festa di luglio ha ripreso, grazie a Don Paolo Pallini, il suo antico splendore, con il pellegrinaggio a piedi, dalla Chiesa di S. Gabriele al piazzale della Cona. La S. Messa, spesso, è presieduta dal Vescovo, e nel 2004, ha celebrato il Card. Angelo Comastri.

E con i Cardinali francescani Mauro Gambetti e Raniero Cantalamessa, annunciati all’Angelus del 25 ottobre di Papa Francesco, un porporato legato a Bartolo Longo, Marcello Semeraro, già Vescovo di Oria, alla cui diocesi appartiene la natia Latiano.

SANTINO VERNA