UNA CITTA' ADDORMENTATA

VITA...MORTE E MANCATA RESURREZIONE DELL’HOTEL du PARC

SPERANZA PER UN TURISMO RESIDENZIALE IN ATRI DOMANDE… 

Vorrei, su queste pagine, affrontare un “PROBLEMA”, cioè, la capacità recettiva che Atri ha, cioè la capacità di poter ospitare turisti, comunità, avventori, pulman, etc.

E’ risaputo, ormai, che Atri, l’antica Hatria Picena, è un luogo ambito da un punto di vista turistico, per le sue ricchezze architettoniche, la sua monumentalità, i suoi Musei, i suoi palazzi, l’Atri ipogea, l’Atri dei Calanchi. Insomma, con i suoi panorami, il suo essere stato punto strategico come “Osservatorio Federiciano nell’Abruzzo”, dal quale si può vedere, ammirare, dai 4 punti cardinali, la catena del Gran Sasso, il “Gigante che dorme”, e le vallate degradanti fino al mare (lato Sud); la vallata del Vomano, Monti della Laga, la montagna di Ascoli Piceno, quella di Loreto, e le vallate, che partendo dal Vomano, verso il lato Nord, si estende oltre l’Abruzzo, e poi guardare verso Est, verso il mare, da Giulianova a Punta Penna di Ortona, comprendente la città di Montesilvano, Pescara, e verso Sud, anche Chieti, e Penne fino alla Maiella.

Insomma, è un punto strategico, che penso poche città possono vantare, sia in Abruzzo che altrove.

Atri piena di Monumenti, con il suo palazzo Ducale, la Cattedrale dell’Assunta, torri campanarie e decine di chiese, e non ultimo il “Santuario di S. Rita in porta Capo d’Atri”, oltre il rito dell’apertura della “Porta Santa”, aperta per 7 giorni, dal 14-Agosto in poi. Per non parlare del Teatro Comunale e dei Musei, tra i quali: il Capitolare, l’Archeologico, l’Etnografico, degli strumenti Musicali Medioevali e Rinascimentali, dell’Archivio Di Jorio, di Biblioteche importanti ed archivi inusuali, quella Capitolare e quella Municipale, nonchè l’Organo a pompa del 1500 presente nella bellissima chiesa di S. Giovanni (S. Domenico), uno dei pochi rimasti in Regione., e senza parlare della cucina atriana: carne o pesce.

Insomma, è un luogo in cui poter soggiornare per gustare, almeno per un fine settimana, tre, quattro giorni per verificare queste bellezze ed unicità, senza poi contare qualche scappatina a Castelli, ed alla Fortezza di Civitella, oltre che al Mare, verso la Torre del Cerrano e l’antico Porto di Atri, e la unicità, direi mondiale, come imponenza, dei “Calanchi di Atri, oggi Riserva Naturale del WWF” e Sito di Interesse Comunitario.

Ma, ma, dove si va a dormire?

Dove si può soggiornare? Sulla costa? Ma non sarebbe gustare Atri, i suoi vicoli, le sue strade, le sue chiese, i suoi colori, i suoi panorami nelle varie ore della giornata: dall’Alba, e durante la giornata, soprattutto al tramonto, e la magnificenza dei panorami notturni, lato Nord, Sud, Est, Ovest.

Nei B&B di Atri, bene, ma sono espressioni occasionali, per due, tre persone, qualche famiglia, ma per un pulman, dove potrebbero essere ospitati, tutti assieme? Oggi da nessuna parte, essendo l’unico Hotel rimasto, dopo la destinazione d’uso cambiata fatta per la struttura, perpetrato da amministratori poco accorti……., e facendolo trasformare in abitazioni, il famoso: l’Hotel S. Francesco in pieno Corso E. Adriano, e l’altro, dicevo, l’Hotel Du Parc, letteralmente chiuso ormai da due anni a questa parte, e sta andando anche in rovina. E questo, dopo aver assunto, qualche decennio addietro, essere conteso, per una sua utilizzazione nelle varie stagioni dell’anno, sia per cerimonie nuziali o d’altro genere. Era estremamente conteso, dicevo, e ci si doveva prenotare anni prima per averlo. Poi, il decadimento gestionale di esso. Perchè? Eppure, durante la mia amministrazione, di Sindaco, ebbi a provvedere, stante la richiesta di aumenti di cubature per ospitare Pulman e Comitive, che la stessa non poteva soddisfare se non concesse deroghe alla zona satura, ciò che ebbi a far maturare al Consiglio Comunale, ma poi, la proprietà, nulla se ne è fatto di queste possibilità. Tutto è rimasto come prima, e poi il degrado, la chiusura.

Eppure, allora, nell’affidamento agli attuali proprietari, dopo gara pubblica, il Comune di Atri, ebbe ad essere abbastanza generosa verso la proprietà, agevolandola nei pagamenti e nelle riscossioni, dopo averla gestita essa stessa nel 1972 ed anni seguenti, con una Scuola di Camerieri in loco, etc. che ne aveva fatto un punto di riferimento nel territorio per la qualità del servizio (mi ci sposai in quel periodo e feci li il pranzo di nozze). Cosa è avvenuto nel frattempo? Dicevo anche dopo agevolazioni sulla zona satura e di comparto, sul PPCS e sul PRG adottato nel 1999 e 2000, dall’Amm.ne Marchese? Il tutto fatto per aumentarne la disponibilità turistica e conseguentemente, occupazione per la città? Oggi è tutto chiuso, fermè!!! Come mai Signor Sindaco? E’ una cosa che non interessa a questa amministrazione o ci avete pensato sul da farsi? Per non far morire Atri ulteriormente?

Anche questa mancanza di possibilità di ospitare comitive presenti in un Pulman, 40-50 posti (covid permettendo) determina la NON possibilità di scegliere Atri per un turismo residenziale, e non di quello “mordi e fuggi”, che verifichiamo oggi, che portano poco o nulla alla città di Atri, alla sua economia di base, strutturale.

Ed allora? In una città addormentata, ormai, dedita a farsi ognuno i “ fatti propri”, così come i partiti e le OOSS, compresi quelli di sinistra (assenti su questi aspetti) ed un centro destra, che di sicuro va a gonfie vele, stante la realtà, tanto nessuno dice loro nulla, e fanno ciò che vogliono, ormai da 13 anni, ed intanto Atri sopravvive, anzi...viste le statistiche...sta morendo. Altro che centro destra per i lavoro, l’impresa, etc. Basta leggersi queste statistiche per rendersi conto in che condizione è la nostra economia e l’occupazione della nostra città e nel territorio.

Che dire, a parte la mia stimolante provocazione, e scusate se mi sono permesso, se ci siete dite la vostra in merito e nel merito, anche sulla chiusura perdurante dell’Hotel Du Parc, oltre che per il lavoro, l’occupazione, le partite IVA perse, l’artigianato quasi scomparso, la realtà dell’Ospedale estremamente ridimensionato per non per parlare di altri settori produttivi ed occupazionali.

Mario Marchese, Circolo della Sinistra Indipendente E. Berlinguer-Atri