EROI DELLA NOSTRA STORIA

Dr. AURELIO GRUE: CON LA PARTITA A BOCCETTE SALVO' GLI EBREI

Egregio Signor Sindaco, Assessori, 

ritorno sulla mia del 28-Gennaio-2009, allorquando segnalai all’allora Sindaco Astolfi 1° (ed Assessore De Lauretis), che in Atri c’erano stati degli “eroi dimenticati”, durante la seconda Guerra mondiale, e l’occupazione tedesca, qui in Atri.

Con lettera del 13-6-2020, (prot. n° 10433 del 15-6-2020), ho risollecitato di indicare-dedicare almeno una “ruetta” là dove abitava, al nostro concittadino, ormai defunto, RIZZIERI BONOMO, spiegando anche i fatti e le circostanze per tale riconoscimento.

Con questa mia, invece, vado a risegnalare quello che già espressi all’attenzione, sempre del Sindaco Astolfi 1°, che cioè vi fu in Atri, durante la 2° Guerra mondiale, una personalità del luogo, un certo dr Aurelio GRUE, che espresse un comportamento tipo quello del film: “Schindlers-List, di Steven Spielberg, sugli ebrei “.

Mi spiego:

A far data, 14-Marzo-2011,  ed ancor prima, il 28-Gennaio-2009, posi a vostra conoscenza che un nostro concittadino, tale dr Aurelio GRUE, che per “salvare” gli ebrei, tanti sfollati in Atri dalle città vicine, ed in Atri, peraltro vi era anche il Comando delle forze armate tedesche, ed il cui fronte stazionava, già da mesi presso la zona di Ortona-Cassino.

E proprio in quei periodi, ogni tanto, i tedeschi, previe delazioni di fascisti locali e non, provvedevano a fare delle “retate” e catturavano ebrei, e che poi incarceravano in attesa di mandarli nel nord Italia, o verso i campi di concentramento del Nord Europa, Polonia soprattutto.

Insomma, il comandante di allora si trovò, dopo proposte e provocazioni, ad accettare la “sfida” che le pose il dr Aurelio Grue, che sfidandolo a “boccette” (sport di cui il tedesco era appassionatissimo), presso il locale  Circolo dell’UNIONE, sotto le logge del Corso di Atri, e, si mise sul piatto, come patto della scommessa: “che per ogni partita che lui, il Grue, vinceva, il comandante doveva liberare un ebreo, e, se invece perdeva,  il comandante aveva come premio un orecchino in oro e diamante della propria moglie del Grue”.  Fantastico !!!

COME CONOSCO QUESTA STORIA? PRESTO DETTO:

“Nella giornata del 27-Gennaio-2009”, durante una trasmissione che vedevo per caso, “Cominciamo bene”, su RAI3, nella rubrica  “per non dimenticare”, alle ore 10,53, apparse in TV, il Sig. Arnaldo GRUE di Atri (del 1939), figlio di Aurelio GRUE, sempre di Atri (antifascista), e raccontò questa  bellissima “storia” avvenuta in Atri, il cui padre ne era stato artefice nel periodo della 2° Guerra Mondiale, durante l’occupazione tedesca.

Era questa una trasmissione in TV, seguitissima a quel tempo, già patrocinata dal Presidente della Repubblica Italiana, tendente a far conoscere agli italiani, eventuali “EROI DIMENTICATI”, sconosciuti, della 2° Guerra Mondiale.

E lo stesso Arnaldo, presentò, in quel frangente, un “Diario” del padre che avrebbe voluto forse far  pubblicare, e che anche per questo motivo, ne posi l’attenzione, al nostro Sindaco Astolfi, allora, per un eventuale interessamento e pubblicazione. Ed anche per queste ragioni ci fu l’invio delle mie lettere, sia del 14-Marzo-2011, che del 28-Gennaio-2009, alle quali non ci furono risposte, così come su tutte le lettere inviate a questa amministrazione di centro destra, di Astolfi 1° e 2° e di Ferretti 1°.

Ma non mi duole, per questi atteggiamenti, ma  per questi fatti e sollecitazioni e sensibilità mancante verso nostri concittadini.

Mario Marchese, Circolo della Sinistra Indipendente E. Berlinguer Atri

DOCUMENTAZIONE

Nella giornata del 27-Gennaio-2009, durante la trasmissione di “Cominciamo bene”, alle ore 10,53, su RAI-3, c’è stato un ospite, un certo Sig. Arnaldo Grue di Atri (Te), del 1939, figlio di Aurelio Grue, sempre di Atri (antifascista), che ha raccontato una bellissima storia avvenuta ad Atri e di cui il padre ne è stato artefice, sempre nel periodo della guerra, durante l’occupazione tedesca. Trasmissione televisiva questa che cercava, i cosiddetti: “Eroi sconosciuti”, che avevano permesso di salvare tanti ebrei, oppure: i comunque perseguitati dalla follia nazista.

Arnaldo racconta, che da Atri, si trasferì a Pineto (cittadina vicino al mare a poca distanza da Atri, e poi a Roma, dove attualmente risiede).

Qualche anno fa, raccontava in trasmissione, ritornando nella sua città natia, si fermò davanti alla chiesa di S. Francesco, in Corso E. Adriano, e non potendo salire la ampia e bellissima scalinata, si fermò a pregare, mentalmente, nella cappelletta sottostante dedicata alla vergine Maria. Così assorto…….fu scosso da una persona, di piccola statura, che lo ferma, ed avendolo riconosciuto, forse per somiglianza con il padre Aurelio, gli “confida”, a brucia pelo,  un terribile segreto, cioè che il padre Aurelio, celebre ad Atri come giocatore di biliardo, ma anche di boccette, e questo sport si giocava molto nell’antico Circolo dell’Unione di Atri, e continuò a raccontare, che un giorno assistette ad una “strana e strabiliante sfida”, tra il padre Aurelio, ed un Ufficiale delle truppe germaniche che in Atri avevano il Comando.

E’ da notare che la città era piena di sfollati a quel tempo della vicina area delle città di Pescara e di Chieti, laddove permaneva il fronte  ad Ortona e Cassino.

“Giocava una partita, il padre Aurelio, con in palio un ebreo da salvare, o da liberare ogni volta che il GRUE vinceva, e nel mentre, se lo stesso perdeva, concedeva all’Ufficiale un “orecchino” della moglie con diamante.

A domanda del figlio questo signore rispose: ma caro Signore, quante partite ha vinto mio padre? Lo stesso rispose: Tante ! Tante !

Quante partite  non fu detto in quella trasmissione, e probabilmente nel colloquio con questo signore, e lo stesso si congedò, visibilmente scaricato per questo peso-ricordo, portato per chissà quanti anni, e che ora poteva morire tranquillo (a suo dire) dopo aver rivisto e raccontato l’episodio, proprio al figlio di Aurelio GRUE, Arnaldo, che allora era un bambino di 6 anni e quindi non poteva ricordare gli avvenimenti.

Sono queste espressioni di conoscenza che andrebbero riferite, pubblicizzate, e che lo stesso figlio, nella medesima trasmissione, aveva un “Diario del padre”, sicuramente ricco di queste certezze e sicuramente da pubblicare, da far pubblicare. (Ecco il perchè, ed anche, cercai di coinvolgere l’Amministrazione Comunale, ma come già detto….nulla di nulla).

Purtroppo poi, la trasmissione finisce così, tra le varie iniziative che la RAI ha preso per ricordare la ferocia nazista nell’ambito delle giornate: “Per non dimenticare”, volute dalla Presidenza della Repubblica Italiana.