IL CALORE DEI RICORDI

LA MIA SCUOLA: I PROFESSORI DI TECNOLOGIA 

Il professore Castaldi era il padrone assoluto (in senso buono e positivo) del reparto di officina. Il reparto era diviso in due grandi sale. Nella prima c’erano le macchine utensili e si doveva attraversarla tutta per arrivare nella seconda sala. In questa sala si faceva aggiustaggio (lavoro a mano con la lima) e saldatura.

Quando attraversavo la prima sala vedevo con meraviglia le macchine utensili che ci venivano illustrate dal professore di tecnologia.

Dei professori (o professore) dei primi tre anni di avviamento non  ricordo proprio nulla, mentre Castaldi era il professore dei due anni di industriale. 

Castaldi era napoletano e nonostante che fosse ad Atri da tantissimi anni parlava ancora napoletano. Viveva con moglie e figlia in via del Commercio.

Era buono e bravo ma quando serviva mostrava tutta la sua severità, alto e secco, non l’ho mai visto arrabbiato e con una carnagione leggermente scura, prendeva la vita e la scuola con la classica filosofia napoletana, gran fumatore.

Nei due anni di industriale si doveva realizzare dei modelli completi, fatti di diversi pezzi e poi assemblati appartenenti al mondo  della meccanica, Con questo sistema si utilizzava tutte le macchine utensili e si lavora con la lima. Per le macchine utensili che ce ne erano poche, tipo limatrice e stozzatrice, ci si organizzava a turno, finito uno studente ne subentrava un altro.

Il professore raccomandava sempre di stare attenti alla chiave della morsa del tornio perché, appena si accendeva il tornio, partiva e diventava un proiettile pericolosissimo.

Durante la mia attività lavorativa, con l’ENEA, sono entrato in molte industrie e le macchine utensili dei mie giorni di avviamento sono un pallido e sbiadito ricordo. Le macchine utensili di oggi sono completamente diverse e troppe innovative. Addirittura si progettano e si realizzano macchine utensili per fare uno e un solo e determinato prodotto. L’Ingegnere Fernando Colleluori, durante le ore di tecnologia  ci dava le formule per calcolare il diametro delle ruote dentate (tutto il gruppo si chiamava lira) da montare sul tornio per poter realizzare la vite con il passo che si desiderava. Tutte cose che adesso non esistono più.

In quegli anni il professore stava costruendo una modello di pistola, l’anno dopo sono andato a Pescara e non so se abbia portato a termine la sua realizzazione.

Nicola Dell’Arena