Articoli

LA MIA SCUOLA: IL PROFESSORE COLLELUORI 

* Volentieri pubblichiamo un ulteriore intervento del nostro collaboratore Nicola Dell'Arena ad integrazione del suo articolo che ripercorreva i ricordi legati alla sua esperienza scolastica. A lui avevamo inoltrato una lettera di puntualizzazione inviataci daMassimo, nipote di Vittorio Colleluori. Naturalmente siamo, come sempre, disponibili ad ospitare altri  contributi, anche da parte della famiglia.

Nello scrivere il racconto sui professori di ginnastica e sul professore Vittorio Colleluori, lontanissimo dalle  mie intenzioni, ho riportato solo alcuni fatti che lo dipingono in modo negativo. Volevo solo scrivere fatti che rappresentavano un periodo, gli anni 50.

Non è nel mio carattere e nella storia della mia vita portare rancore e odio verso qualcuno e soprattutto verso tutti i professori e maestri che ho avuto e che mi hanno dato tanto ciascuno a modo suo. Se dall’articolo traspare questo rancore ne chiedo profondamente scusa.

Il professore Colleluori l’ho sempre stimato e non lo dico adesso a seguito della lettera del nipote Massimo Colleluori aggiungo che il professore aveva di me una buona considerazione.

Ci sono altri lati positivi del professore che non ho riportato per problemi di spazio. Ogni tanto, prima della lezione ci faceva un discorso tutto improntato ad insegnamenti della vita positivi.

Il primo la lealtà: tante volte ci ha intrattenuto sulla lealtà prima verso noi stessi e poi verso gli altri amici.

Il secondo l’onestà: doveva essere il principio basilare della nostra vita.

Il terzo lo studio: il suo modo di agire era quello di spronarci a studiare a c’è lo diceva pure.

Il quarto il rispetto per i genitori e per le persone adulte: era una cosa fondamentale nella vita.

Il quinto la sana competizione. Come professore di ginnastica ci spronava a competere ma tale competizione doveva essere leale, aperta e senza sotterfugi.

Una cosa importante di Colleluori era l’organizzazione della giornata di qualificazione per le gare provinciali che si svolgeva nel campo sportivo. Era una giornata di festa con tutti gli alunni di Atri, maschi e femmine, dell’avviamento,  media,  liceo e ragioneria. L’organizzazione della giornata ricadeva tutta sulle sue spalle con un modesto aiuto della professoressa di ginnastica delle donne Mattucci, allora era chiamata con il cognome del marito. L’organizzazione era perfetta e tutto filava liscio come da copione.

Ho letto la lettera di Massimo Colleluori con attenzione e con piacere nel vedere tutte le cose fatte da Colleluori. Molte non le conoscevo ma la lettera mi ha fatto ricordare l’azione dell’acquisto del carbone che oggi confermo.

Nelle elezioni del 56 tra le 4 preferenze che si poteva mettere mia madre una la diede al professor Colleluori mio padre non lo so.

Nicola Dell’Arena