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LETTERA APERTA ALLA CGIL-F.P. OSPEDALE S. LIBERATORE DI ATRI

IL COVID19 E LE SCELTE DISCUTIBILI

Carissima CGIL, caro  Delo Tosi,

Segretario responsabile  della CGIL di Atri, Presidio Ospedaliero di Atri, come FP, sono certo che scrivere la vostra NOTA, apparsa su giornali e giornali web, così come è stata scritta, sicuramente vi è costata molto, dato che, le scelte fatte, è dal Sindaco di Atri (?), o da Di Giosia, Direttore Generale dell’ASL, o dalla Direttrice Sanitaria, dr Maria Mattucci, per rendere il S. Liberatore COVID 19, tutto Covid, senza un attimo di riflessione, di discussione, di confronto con le forze sociali e rappresentative del Presidio, CGIL in primis. Fa riflettere tutto questo, sia sulla ipotesi di scelta  fatta in passato, che soprattutto ora, di FASE2, nella quale, almeno, si poteva recuperare un momento di riflessione e di coinvolgimenti, di espressioni alternative alle decisioni prese. Anzi, il tutto  appare una scelta voluta dal PD (secondo propri comunicati), con il beneplacito della maggioranza atriana a guida Ferretti. Scelta anche questa ultima, da voi NON condivisa affatto, e per svariate ragioni che elencate chiaramente ed amaramente, anzi proponete soluzioni alternative a quella già decisa, che seppure ne avete posto la responsabile attenzione, ma a nessuno è venuto a mente, dalle parti in essere, la benchè minima facoltà e rispetto, di sentire cosa ne pensassero le OOSS, la CGIL, i lavoratori dell’Ospedale di quella scelta allora in FASE 1, ed ancor peggio ancora  quella fatta oggi in FASE2.

Si legge, che vi trovate esterefatti per queste decisioni poste sulla loro testa, e denunciate, inadempienze, e pericolose scelte, fatte in tutta la fase del Covid1, verso il personale  infermieristico, direi, in principio mandati allo sbaraglio, senza adeguate protezioni, conoscenze, ricambi, turnover di personale , etc. etc.. Altro che i filmini a tutto spiano a cui ci hanno abituato o messo a conoscenza. La realtà, a detta della CGIL, li dentro era ben diversa per gli operatori.

Così è anche per oggi, che stante il tempo “non definibile di estrema urgenza”, ma ponderabile nella decisione da prendere, questo si poteva fare, effettuare, dare una parvenza  di “democrazia”, e di “rispetto per i lavoratori”, e delle loro rappresentanze. No !! Nulla di tutto questo, ed è per la seconda volta.  Hanno deciso loro, poi chi?? Non si sa, per il Covid free, nella parte vecchia del Presidio, direi, anche condiviso da forze politiche atriane, ma con forti  e sicure ripercussioni per la tenuta del Presidio, e di quanto necessario all’attività dell’Ente nel prossimo futuro.

E questo COMITATO, ha già da tempo esposto questo pericolo, e la necessità di un’alternativa alla decisione presa, così come da voi esposto in termini ancor più preoccupanti e preoccupati, stante che vivete, li dentro, ci vivete con quel lavoro. Ed il tempo, per decidere bene,al meglio, c’era  Eccome!!! E ce ne  sta ancora, solo  se vogliono, e per decidere al meglio.

Questo COMITATO si è fatto promotore di proporre al Sindaco alternative, così come al Direttore Generale, ed alle forze politiche del Consiglio Comunale di Atri, e fuori di esso, cioè di poter utilizzare l’ex Ricciconti, posto in Via della Repubblica, oggi sede del S. Stefar, e del CIM, che potevano ben trovare posto nell’ex DSS di Via Finocchi, e lasciare quella struttura a tutto COVID, veramente all’altezza della situazione, immerso nel verde, locali illuminati, a terra, con vetrate, ed un ampio cortile all’interno dei due rami di costruzione, per tutte le necessità logistiche necessarie a costruirvi un COVID importante e serio, per TAC mobile qualche apparecchio radiologico mobile, serbatoi per ossigeno liquido, e di azoto, tende di triage e quant’altro necessario alla protezione civile, attrezzarlo con impianto di ossigeno-azoto  scoperto per la distribuzione nelle camerate, attrezzata con servizi,  ed acquisto di apparecchiature necessarie, se non li hanno ancora, per la rianimazione, la ventilazione forzata, ecocardiografi, cardiografi, ecografi etc. Per la cucina ci pensava l’Ospedale posto a 100 metri, così lo studio dei tamponi, e di analisi, ma con personale tutto dedicato, non promiscuo, così come avverrà oggi. E quindi con estrema sicurezza per gli stessi pazienti, che per i cittadini avventori dei numerosi servizi da riattivare, che sono stati sospesi ed annullati per 3 mesi e più.

Per decidere e fare questo ci volevano appena 5-10 gg. E tutto questo, dicevo, poteva essere fatta dopo la famosa “Conferenza di Servizio”, così come espressa in proposta, e già  consegnata -espressa formalmente agli interessati, e cioè:

“Sindaco di Atri, Regione Abruzzo,Presidio Ospedaliero nelle OOSS e Direttore Sanitario, Presidente dell’ASP n°2 di Te, e Direttore Generale ASL di Teramo e Direttrice Sanitaria”.

E li si decideva cosa fare e come fare in piena sicurezza, in piena alternativa, direi, al pastrocchio oro ora combinato con la chiusura del del Piano della Medicina e della ex Utic, ai compiti Covid free.

Personalmente ho già coinvolto il Presidente dell’ASP n° 2 di Teramo, dr Avv. Luca Di Pietrantonio, in quale mi ha risposto, ma ovviamente, non può impegnarsi con il sottoscritto, e nella “Conferenza di Servizio” in proposta, avrebbe sicuramente  potuto trovare soluzioni appropriate essendo tutti Enti Pubblici, o di Diritto Pubblico, quindi sottostanti  tutte alle disposizioni regionali di merito ed in merito. Ma chi ti sente???

E questa situazione strategica raccomandata da questo COMITATO, è propriamente sostenuto, e lo consiglia, il dr D’Amario Claudio, (già ns Primario presso il Laboratorio di Analisi e di Microbiologia allora), ma che oggi ha la responsabilità del “Comitato Tecnico Scientifico della Regione ABRUZZO”,  proprio per queste realtà, del post Covid 19, ed il quale raccomanda che:  “bisogna distaccarli, lontani dai Presidi Ospedalieri le sedi Covid”.

Così come sta facendo Teramo, (con l’ex dispensario), così come ha fatto Giulianova (con una  ex RSA), così come ha fatto S. Omero, così come sta facendo Pescara, (con una realtà nuova), così come farà anche Chieti (con una ex clinica privata da adattare allo scopo), etc. etc.

Ed  ATRI, invece che fa?Se lo reimmette dentro, togliendo la UOC di Medicina,  Geriatria, Pediatria,Cardiologia ex Utic, Fisiopatologia Respiratoria , EEG etc. In una realtà territoriale, con una popolazione anziana da far paura, che già attende da tre mesi prestazioni abituali, e che nella fattispecie, si troverà ad essere in perfetto “RISCHIO di contagio”, oltre che pl ridotti di numero per i ricoveri di routine in determinate specialistiche chirurgiche e Internistiche.

Molte persone mi hanno telefonato dicendomi che non verranno piu ad Atri, vista la situazione della promiscuità in essere.

Non sono stato ascoltato, come vedi, io, e non solo io. Speriamo che a voi, della CGIL, (ovviamente, sperando anche nel Sindacato Confederale alquanto silenti su questi argomenti), ascoltino, stante la nota sicuramente  “informata” e di “denuncia a loro inoltrata”, altrimenti poi, non c’è religione se poi non vi incontrate. 

Ma non credo avverrà questo, caro Delo,  sono andati dritti, dritti, come dei MULI sulle loro scelte. Senza riflettere, da destrossi proprio (lo debbo dire questo) e senza accettare nessun confronto nemmeno con i lavoratori e le loro rappresentanze, almeno in questa FASE 2, in cui l’urgenza era meno, molto meno, e si poteva ponderare meglio  il cosa fare, e dove fare.

Speriamo che riuscite in questo percorso e che condivido pienamente in tutto e per tutto.

Questo COMITATO, se lo riterrete opportuno, è disponibile ad incontravi, come e quando volete  a sostegno delle vostre proposte e posizioni, peraltro già condivise in “tutto e per tutto”, solo sulla sede extra Ospedale si è differenti, ma nulla in contrario, basta che  si alternativizza il tutto rispetto al Presidio Ospedaliero (per noi va bene), e che ci sia personale dedicato a queste funzioni, non che si continui a registrare la utilizzazione del personale già in servizio, che ha visto quanto avvenuto con il COVID19 tutto Ospedale e sicuramente non è giusto far loro rivivere una realtà operativa del genere nel prossimo futuro..  Cordiali saluti,

Mario Marchese, Comitato Difesa Ospedale di Atri dal 2006