Opinioni \ Riflessioni

CHIESE CHIUSE?

Settimana con inizio della passione e dello scontro. Conte illustra in TV la fase 2 e subito dopo la CEI fa uscire un duro comunicato per la mancata riapertura ai fedeli della  messa. Alcuni  vescovi e parroci criticano apertamente sia la non  riapertura  che il numero esiguo, 15,  per i funerali. Il Papa durante la messa da Santa Marta smorza i toni ed evita lo sconto ribadendo il rispetto delle regole del governo. Quindi rispetto della chiusura al pubblico per le messe.

Conte, vista la malaparata si affretta a dire che il Comitato Tecnico- scientifico, sull'argomento  ha ravvisato delle “criticità ineliminabili” che portano al contagio.  

Nell'esaminare le fasi della messa ci sono le seguenti possibilità di contagio: acquasantiera; scambio della pace; lettura del Vangelo; preparazione dell'altare; offertorio; canti; comunione.  Tette azioni e criticità che si possono eliminare con facilità ad eccezione della comunione. 

Acquasantiera: a volte, già adesso, trovo l’acquasantiera senza acqua.

Scambio della pace: già adesso è previsto che per persone lontane si può scambiare il saluto senza che ci sia contatto.

Lettura del Vangelo e preparazione dell’altare: il celebrante può benissimo fare da solo senza l’aiuto del chierichetto o dei fedeli, come molti stanno facendo in streaming.

Offertorio: la raccolta dei soldi può essere fatto benissimo senza che qualcuno passi tra i fedeli. Però hanno detto che il denaro  liquido è una grande fonte di contagio ma alla Chiesa non  mancano gli strumenti per la raccolta del denaro al di fuori della messa.

Canti: il coro nel suo insieme è una fonte di contagio. Ci sono e ci sono state tantissime messe senza coro, se ne può fare ameno anche in questo periodo. 

Comunione: in questa azione il celebrante entra in contatto con tantissime persone. Si poteva trovare una soluzione alternativa (ad esempio mettendo le ostia sui banchi ed ognuno si prende la sua) o altrimenti non si faceva, come accade a Santa Marta.

Per me anche per Pasqua si poteva fare una deroga sotto due condizioni: 1) rispetto del distanziamento sociale (che brutto termine); 2) l’asserzione che il contagio avvenga con il contatto diretto sia vera. Per il secondo punto ho qualche dubbio che il contatto avvenga anche per via area e pertanto tutte le riunioni sono da eliminare non solo le messe. Per il distanziamento sociale vi porto un esempio. Nella nostra cattedrale 200 persone presenti sono distanziati tra loro di circa 20 metri, altro che un metro raccomandato dal governo. Poi vedo la messa da Santa Marta dove 7 persone hanno più possibilità di contagiarsi rispetto ai 200 della nostra cattedrale.

Ci sono tanti comuni a contagio 0, almeno per questi una deroga si poteva fare.

Tutte le criticità sono eliminabili e a questo punto mi permettete di avere qualche dubbio sulla bontà di tenere le chiese ancora chiuse, e non dico altro? Proprio in questo momento in cui le persone si affidano di più alla fede le chiese sono chiuse.

Nicola Dell’Arena