IL CALORE DEI RICORDI

LA MIA SCUOLA:IL TEATRO E CONVITTO

Dopo parecchi anni mi sono ritrovato nella mia scuola per una festa dei 18 anni. Con meraviglia mi sono ritrovato tra i resti del teatro romano. Una vena di emozione arriva nel ritrovarsi in luoghi in cui hai trascorso giorni di spensieratezza e che ti ha dato tanto nella vita. 

Chi poteva immaginare, ai tempi della scuola, che sotto di noi e un unico con la scuola ci fosse il teatro romano tanto ricercato? In realtà qualcuno era entrato, quelli di S. Domenico, e raccontava quello che aveva visto, si parlava di grotte, cunicoli e volte. Una mattina d’estate, eravamo in 3 (Abele Muscianese ed Ivan Carulli) decisi di vedere cosa ci fosse. Ma, poi davanti all’entrata, non ricordo se fu per paura e chi fu il primo a tirarsi indietro, non entrammo più.

Quando è stato sotterrato il teatro romano? Avanzo tre ipotesi non suffragate da nessun documento: tardo medio evo; durante la costruzione del convento; durante la fortificazione.

Alla caduta dell’impero romano e con la fine dell’opulenza e dello splendore, Atri fedele alleata di Roma ne risente e probabilmente il teatro non serviva più e fu sotterrato.

Durante la costruzione del convento, utilizzando parti del teatro come fondamenta, del resto a Roma è stato fatto tutto così, e altra parte sotterrata; .

Pino Zanni Ulisse ha scritto che gli Acquaviva rafforzarono tratti delle mura di Atri proprio in quella zona. Anche per questa azione vale la memoria storica perché avvenuto di recente.

Io propendo per l’alto medio evo perchè se fosse avvenuto durante la costruzione la memoria storica, che non è un documento e neanche una prova, ci avrebbe tramandato da padre a figlio l’esistenza del teatro ad Atri ed in quella zona.

La scuola era parte di un unico e grande complesso che comprendeva la chiesa di S. Andrea e il convitto nazionale  (in atriano “lu cunvtt”).  Il convitto nato come convento fu voluto dal cardinale Claudio Acquaviva, secondo Preposito Generale della compagnia di Gesù Fu realizzato su una preesistente struttura ed ampliata utilizzando anche parte del teatro. La compagnia di Gesù fu presente ad Atri dal 1606 al 1767 e fu chiusa sei anni prima che papa Clemente XIV decretasse la soppressione dell’Ordine. Il convento rimase libero e quando divenne “Convitto Nazionale  Cardinal Cicada” non l’ho so. Per qualche anno c’è stato un Orfanotrofio maschile che chiuse verso la fine del XVIII secolo. Nel 1860 fu riaperto e divenne convitto e scuola di arti e mestieri.

In quegli anni ad Atri c’erano due strutture per accogliere gli studenti uomini: il convitto per persone povere e orfane e quindi tutto gratis; il collegio nel palazzo vescovile a pagamento. Tra l’avviamento e la media Mambelli, Atri accoglieva studenti dei comuni del circondario e si presentava come il polo di riferimento culturale di tutta la zona.

La scuola e il convitto erano comunicanti attraverso una porta sempre aperta che divideva il lunghissimo corridoio al piano terra. Nel sotterraneo c’era la cucina con la mensa dove mangiavano i ragazzi del convitto. La cuoca era Nadina Ruggeri, una brava e buona cuoca. Ricordo che una sola volta sono entrato in cucina mentre Nadina Stava preparando il pranzo.

Per alcuni anni l’ultimo piano ospitò la ragioneria, e cosi qualche volta durante la ricreazione salivo sopra a trovare mia sorella Lina.

Nicola Dell’Arena