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- Pubblicato Venerdì, 24 Aprile 2020
- Scritto da Mario Marchese
Ill.mo Signor Presidente dell’ASP n°2 di Teramo, Avv. Luca Di Pietrantonio
UNA PROPOSTA: ATTIVAZIONE SEDE COVID19 NELL’EX RICCICONTI
VIALE DELLA REPUBBLICADI ATRI
Con la presente, oltre ad auguraLe Buon Lavoro, per l’assunzione di responsabilità dell’ASP n°2 della Provincia di Teramo, mi sento di inviarLe alcune richieste, già peraltro formulate ad altri livelli della sanità teramana, e mi riferisco:
1°)-Ha fatto controllare con tampone, gli ospiti della Casa di Riposo S. Rita di Atri? E, se si, con quali esiti?
2°)-Ovviamente, tale richiesta è riferita per le altre strutture di sua responsabilità, come il “Castorani di Giulianova e l’Asilo Infantile di Mutignano, ed il “Gruppo” che gestisce Rurabilandia “Fattoria Didattica di Atri etc”, e se si, quali sono stati gli esiti?
3°)-Se ha ritenuto di valutare, eventualmente la mia proposta pubblicata su “Indialogo” e su la “Voce del Cerrano”, che, se non lo ha fatto, intendo esprimerla su queste pagine, a Lei, in qualità di Presidente dell’ASP n°2 di Teramo e per conoscenza ai responsabili dell’ASL di Teramo, nonché al Signor Sindaco di Atri, Prof. Piergiorgio Ferretti, e cioè:
° PREMESSO che l’Ospedale di Atri, il S. Liberatore, è stato reso TUTTO, dico tutto COVID19, da due mesi a questa parte, e continuerà ancora, bloccando con questa decisione tutte le attività di interesse sanitario della popolazione di 15 Comuni dell’AREA VASTA, quasi 150-200 mila abitanti;
° CONSIDERATO che, la situazione all’Ospedale S. Liberatore sembra di molto migliorata, rispetto almeno al ricovero di acuti, casi gravi;
° VISTO che, che vengono proposte, IDEE, si legge da Comunicati stampa, da vari esponenti politici atriani (sic!) che si VOGLIA riaprire parte, o gran parte dell’Ospedale, all’attività “NORMALE”. Nel il S. Liberatore di Atri, sono state totalmente sospesi, da circa due mesi (ed altri gg passeranno), se non si prendono dovute decisioni, le prestazioni diagnostiche, cliniche, e strumentali, e richieste di interventi chirurgici, anche programmati, o acuti, che sicuramente INCALZANO, come richieste definite sicuramente “urgenti”, e certamente non soddisfatte da altre realtà ospedaliere, in ben in altre problematiche COVID19 coinvolte, vedi Teramo,vedi Pescara, vedi Giulianova, vedi Penne e Chieti;
° DETTO e RILEVATO quanto sopra, mi sono chiesto:
“perché “NON EVITARE QUESTA RISCHIOSA PROMISQUITA’ DI POSSIBILE ALLARGAMENTO DELLA INFEZIONE DA COVID19? STRATEGIA CHE SI STA PROSPETTANDO NEL PRESIDIO DI ATRI CON LA PROPOSTA CHE STA MAN, MANO, MATURANDO TRA LE FORZE POLITICHE?”
° E, CONSIDERATO ciò, mi sentito di fare una proposta alternativa che coinvolge le sue competenze e quanto da Lei gestito nel patrimonio dell’ex Ipab Ricciconti, e cioè:
-l’ASP n°2, ha in essere, la sede, appunto dell’ex RICCICONTI, ovvero di quella struttura posta in Via della Repubblica, oggi all’attenzione della gestione del Sant Stefar ed altro, la quale, opportunamente attrezzata, coadiuvata, fornita, potrebbe trovare, essere sede di COVID19, adeguatamente organizzata, anche con UNITA’ diagnostiche mobili di Radiologia e TAC, con portatili, (reperibilissimi), di una sala Operatoria da campo, così come hanno già fatto in tantissime realtà nel nord, ma anche a Roma e Napoli. Fornendola di Respiratori, impianti mobili di Ossigeno ed azoto, bomboloni di Ossigeno e di Azoto su camion, opportunamente collocati, anche discretamente dico, presso l’area del Parco posto all’interno, con un’Ambulanza con rianimazione opportunamente dedicata, per qualsiasi evenienza di trasporto presso l’Ospedale di Atri, nel quale verrebbe riservata una eventuale Sala Operatoria ulteriore, dedicata, opportunamente circoscritta agli eventi di urgenza per pazienti infetti (del resto non capisco come fa Teramo, come fa Giulianova, come farebbe Pescara).
Per le cucine provvederebbe l’Ospedale S. Liberatore, con contenitori a perdere, monouso, il tutto assistiti da personale assicurato dall’ASL di Teramo e parte dall’Ospedale di Atri, che in parte si riposa, ed in parte esprimerebbe in quella sede l’esperienza acquisita.
Il Laboratorio analisi, continuerebbe ad interessarsi quello dell’Ospedale di Atri, ovviamente con le dovute e normali precauzioni.
Per quanto riguarda le attività insistenti presso questa struttura, del Sant-Stefar ed altro ivi eseguite, per gli spazi necessari, la stessa ASL, metterebbe a disposizione, le capienti strutture, in quanto è in loro proprietà, attualmente chiuso, presso la sede dell’ex Distretto SS di Via Finocchi?
Ovviamente il tutto fatto e deciso in collaborazione tra ENTI PUBBLICI con una Conferenza di Servizio:
ASP n°2 - Comune di Atri - ASL di Teramo - Regione Abruzzo.
Detto e deciso questo, si passerebbe alla completa disinfestazione dell’Ospedale atriano, in ogni dove, e in pochi giorni riprendere appieno le attività sospese da due mesi e passa, e si andrebbe, a soddisfare le esigenze sanitarie di un’ampia realtà di popolazione, che soffre, come giustamente soffre, questo urgente impedimento alle loro normali e periodici controlli, interventi, accertamenti ecc.. Quindi riprendere le attività di Sala Operatoria, di Pronto Soccorso, di accertamenti diagnostici e di analisi, sia strumentali che non per questa ampia popolazione di riferimento territoriale.
Ecco, detto questo, Signor Presidente, ed altri che mi leggono per conoscenza la proposta, Vi chiedo di mettervi assieme, discutere la questione e la sua eventuale fattibilità. La quale, credo, non sarebbe nè complesso o difficile, basta volerlo, anche con una certa tranquillità rispetto al primo momento del COVID 19, quando non si sapeva cosa fare, mi sembra, ed è, una opportunità da non scartare, anzi, ritengo doverosamente da valutare, con scienza e coscienza.
Alle stesse conclusioni sta Teramo, e Giulianova, che ultimamente ha provveduto ad aprire, ed anche lontano rispetto all’Ospedale giuliese, in una ex RSA, mai aperta o chiusa per altri motivi, cioè quella del “Bivio di Bellacchio”, per 22 pazienti dimessi, ma non guariti ed ancora sotto cura.
Ovviamente, il tutto deve trovare ascolto e valutazione da parte degli esperti, i responsabili, i tecnici, ma riaprire un Ospedale per TUTTI, con dentro il COVID 19 , così logisticamente posto, a mio modesto parere, sarebbe un candidarsi alla tragedia. Proprio per come è fatto l’Ospedale di Atri, come sono i servizi, come sono poste le varie Sale Operatorie e Rianimazione, e vari servizi.
Sono certo che valuterà la proposta, assieme a quanti leggono la presente, per discutere il problema, se è percorribile o meno, fattibile o meno (dato che a Pescara se ne sta costruendo uno accanto al Civile, (COVID 19), e, con questo, salvare ATRI, ormai a ZERO attività, di interesse sociale-massivo, e per tutti.
Per carità, è questa solo una proposta, sicuramente vagliabile, ma che non ha la pretesa di sostituirsi ad altre più probanti e sicure. Sta a voi decidere. Cordiali saluti, e grazie per l’attenzione,
Mario Marchese, Comitato Difesa Ospedale di Atri