PER FARE CHIAREZZA: ILSEMINARIO DI ATRI E IL SUO FUTURO

INTERVISTA A MONS. VINICIO DI DONATO, VICARIO EPISCOPALE PER L’ECONOMIA

 “LA CHIESA DIOCESANA HA FATTO TANTO PER PER I BENI ARTISTICI E ARCHITETTONICI DI ATRI…MA PER IL PALAZZO DEL SEMINARIO MANCANO LE INGENTI RISORSE FINANZIARIE NECESSARIE”

 

*  L’argomento è di viva attualità: tante le idee e le proposte per ridare vita ad un edificio che, nel passato, è stato un centro di cultura e di formazione. Sono state raccolte firme, sono circolate le ipotesi più strane. Ma occorre fare i conti con la realtà. Per aperne più e fare, finalmente chiarezza, ci siamo rivolti al Vicario Episcopale per gli affari economici e giuridici della Diocesi di Teramo-Atri, Mons. Vinicio Di Donato, Parroco della Parrocchia Cuore Immacolato di Silvi Marina e Canonico della Concattedrale di Atri. Lo ringraziamo per la sua cortese disponibilità a rispondere alle nostre domande augurandoci di aver reso un “servizio alla verità” circa il futuro dello storico Seminario di Atri

- D\C’è un profondo interesse in città per il Seminario la cui facciata è in evidente stato di degrado. Innanzitutto quanti sono i mq e la volumetria dell’intero edificio?

  – R\ Una premessa doverosa: è sempre un fatto positivo che le persone si interessino del patrimonio culturale, storico e artistico della propria città, ma è anche altrettanto importante che tale interesse non sia solo di “ facciata” perché è molto semplice limitarsi a fare considerazioni accademiche o apporre una firma, molto più complicato e complesso reperire risorse sociali ed economiche per risolvere i problemi.

Detto questo occorrono che siano chiarite alcune questioni tecniche e giuridiche per affrontare il problema del palazzo del Seminario di Atri. Per quanto riguarda la facciata, negli anni scorsi, dopo la grande nevicata si verificarono alcuni piccoli distacchi di calcinacci dalle cornici delle finestre; questi distacchi, anche se piccoli, potevano mettere in pericolo l’incolumità dei passanti ed allora si è provveduto immediatamente a mettere un riparo metallico affinché non ci fosse pericolo per le persone; è da sottolineare che il fabbricato intero non presenta alcun problema di stabilità e di staticità a detta dei tecnici interpellati al tempo del terremoto del 2009.

I’intero fabbricato è di mq. 1560 di cui mq.600 il piano terra, mq.620 il primo piano e mq.340 il secondo piano.

 D\L’Amministrazione diocesana ha in programma interventi mirati a restituire splendore ad una struttura che, ora, è un “pessimo biglietto da visita” per i numerosi turisti in visita a Piazza Duomo?

  R\ Dal  punto di vista giuridico bisogna prima di tutto chiarire che l’” Ente Seminario di Atri” è un Ente civilmente riconosciuto e che quindi pur essendo parte della Diocesi è una Persona Giuridica a se. Questo comporta che giuridicamente e fiscalmente è autonomo dalla Diocesi. Da ciò deriva che tutte le entrate e le uscite economiche non fanno capo all’Ente Diocesi, ma all’Ente Seminario che deve provvedere a tutte le incombenze con risorse proprie. Attualmente le uniche entrate dell’Ente sono quelle che provengono dagli affitti dei 5 esercizi commerciali del piano terra. Negli anni passati il fabbricato intero era stato affittato dalla Provincia di Teramo per la scuola e con i proventi incassati si è sempre provveduto al mantenimento della struttura (è a quel periodo che risale il rifacimento della facciata). Ora, è evidente che, con le sole entrate degli affitti commerciali è solo possibile la ordinaria manutenzione e il pagamento delle imposte. Per poter intervenire e rendere agibile l’immobile, in base alle leggi attuali, (abbattimento delle barriere architettoniche, messa a norma degli impianti elettrici, idrici- sanitari, ecc), viste le dimensioni, occorrerebbero risorse economiche ingenti che l’Ente Seminario non ha.

 D\Ci sono stati tentativi o progetti per una valorizzazione socialmente utile? E con quali risultati?   

 R\ Ci sono stati negli anni scorsi tentativi e progetti con Enti Pubblici e Istituzioni private ma, la crisi economica intervenuta in questi anni e che continua ad essere molto grave, ha fermato ogni possibile intervento.

 D\Nella eventualità che le risorse finanziarie diocesane non permettono un immediato intervento conservativo, quali sono le ipotesi in campo? Si pensa ad una vendita, pur nelle difficoltà del mercato immobiliare, o ci sono altre alternative?

Dalle considerazioni sopra esposte risulta evidente che nell’immediato e nel medio termine non ci sono risorse da parte degli Enti Ecclesiali per poter intervenire per ristrutturare e rendere fruibile lo stabile del Seminario. Di possibili ipotesi ce ne sono in campo alcune, non esclusa la vendita, ma sono da valutare con attenzione vista la storia, la natura e la finalità per cui il palazzo è nato e la natura giuridica e canonica dell’Ente Seminario di Atri.

 D\Quale invito ti senti di rivolgere agli atriani e quale messaggio ritieni opportuno inviare agli organi istituzionali?

 R\ Agli atriani vorrei far presente e ricordare che la Chiesa Diocesana ha profuso in questi anni attraverso i suoi Organismi Istituzionali ( Diocesi, Capitolo, Parrocchie) notevolissime risorse economiche per mantenere, restaurare e rendere sempre meglio fruibili i beni architettonici, artistici e culturali di sua proprietà ( vedi il grande restauro della Concattedrale, i lavori di adeguamento degli impianti e di messa in sicurezza del Museo Capitolare, i lavori di consolidamento e conservazione della chiesa di Santa Reparata, i lavori, anche se parziali, del Complesso della chiesa di San Francesco, ecc.). Credo che sia facile criticare, pretendere e chiedere e mai dire una parola piccola ma importante di questi tempi, “Grazie !”. Grazie a tutti coloro che nella Comunità Diocesana, Vescovo, Sacerdoti, Laici impegnati nelle varie Istituzioni, con grande impegno e sacrificio, in questi anni, hanno reso più bella la città di Atri. E concludo con una frase rimasta famosa del Presidente Kennedy di cui in questi giorni ricorre il 50° dell’uccisione: “ non domandare cosa l’America deve fare per te, ma domandati cosa tu puoi fare per l’America”. A buon intenditor...