Opinioni  \ Riflessioni

TRA I MISTERI DELLA SETTIMANA

La settimana passata è stata convulsa e piena di misteri.

Inizia Di Maio. Al Maurizio Costanzo show, parlando di Salvini, dice: “Mi ha fatto male che fino al giorno prima era tutto ok e poi mi ha lasciato con il cerino in mano”.

Questa affermazione di Di Maio pone due domande: 1) cosa abbia voluto dire; 2) ha parlato di Maio o Grillo.

Dopo il tracollo elettorale umbro Di Maio ha detto: una battuta, un ripensamento, una provocazione, una presa in giro o la verità. Tutto è possibile e solo lui sa le proprie intenzioni. Una cosa è certa che Salvini non farà più un accordo con il M5s perché perderà la dignità politica, anche se in politica non bisogna mai dire mai.

I giornalisti danno Di Maio vicino alla Lega, oltre ad altri del M5s. Potrebbe essere un segnale di passaggio alla Lega appena finita la finanziaria?

I giornalisti dicono sempre che Di Maio pagherà le scelte sbagliate che sta facendo. Hanno capito poco o nulla. Di Maio è il portavoce  di Grillo e Casaleggio, è il megafono e la cassa di risonanza di quello che decidono Grillo e Casaleggio, è il ventriloquo che come un pupazzo agisce e parla a nome di Grillo, per cui non pagherà nulla. 

Al Maurizio Costanzo ha parlato il vero Di Maio o Grillo? Certo è importante saperlo per capire se il M5s avesse lanciato un segnale alla Lega.

Ma, tutto è un mistero o forse sono io che non ho capito nulla.

Si prosegue con Renzi. Renzi lancia un messaggio forte “Con Conte o senza Conte la legislatura arriva al 2023”. Di Maio risponde a brutto muso “O Conte o al voto”. Sentire Di Maio minacciare di andare al voto, con l’aria che tira per il M5s, è una barzelletta.

Ma cosa vuole Renzi che ha costretto Zingaretti a fare il governo con il M5s? Vuole far cadere il governo, vuole sfilacciare e sfinire il PD e il M5s, cerca visibilità, cerca di essere al centro  dell’attenzione per farsi notare, cerca di attirare i delusi degli altri partiti e probabili trombati?

Mistero. Lo sa solo lui cosa vuole fare io ci ho capito poco.

Alla fine ci si mette pure il cardinale Camillo Ruini. In una intervista al Corriere della Sera pubblicata domenica, tra le altre cose, dice “Non condivido l’immagine tutta negativa di Salvini che viene proposta in alcuni ambienti. Penso che abbia notevoli prospettive davanti a sé; e che però abbia bisogno di maturare sotto vari aspetti. Il dialogo con lui mi sembra pertanto doveroso, anche se personalmente non lo conosco e quindi il mio discorso rimane un po’ astratto. Sui migranti vale per Salvini, come per ciascuno di noi, la parola del Vangelo sull’amore del prossimo, senza per questo sottovalutare i problemi che oggi le migrazioni comportano”.

Come al suo solito Ruini dice e non dice, afferma e non afferma. Ma da tutta l’intervista due cose appaiono chiare: 1) i cattolici possono votare la Lega, che non è il diavolo come lo dipingono; 2) l’immigrazione non si può incoraggiare a priori e a prescindere.

Con la sua lunga intervista, voluta da Ruini o cercata dal giornalista, cosa si propone? Un messaggio di fiducia e di speranza agli italiani? Un invito a riflettere per la Chiesa e per il Papa per le decisioni che sono state prese? Solo lui lo sa.

Nicola Dell’Arena