Una storia interessante

I SETTANT’ANNI DELLA S. MESSA TELEVISIVA IN FRANCIA

La Francia ha il primato della prima S.Messa televisiva in Europa. La trasmissione risale alla notte di Natale del 1948, dalla Cattedrale di Notre-Dame, segnata purtroppo dalle cronache, per l’incendio della Settimana Santa di quest’anno. Quest’anno ricordiamo il settantesimo dell’entrata della celebrazione eucaristica nel palinsesto televisivo francese.

Per interessamento del giovane domenicano P. Raymond Pichard, la S.Messa in TV fu una risposta al dilagante laicismo francese, figlio della rivoluzione. Il seguace di Domenico di Guzman, apostolo delle comunicazioni sociali nel Medioevo, attraverso la predicazione, concluse la giornata terrena nel 1992.

L’esempio transalpino fu subito seguito dall’Italia, dove la prima Messa, sperimentalmente, fu trasmessa a Natale del 1952, dalla piccola chiesa di S. Gottardo a Milano, con la supervisione dell’allora Arcivescovo Card. Alfredo Ildefonso Schuster, poi beatificato. Il monaco pastore si servì della consulenza del gesuita P. Nazareno Taddei.

Come era avvenuto in Francia, anche in Italia, la Messa divenne presenza stabile nel palinsesto, a partire dal 1954, con l’inizio delle trasmissioni. Sempre intorno alle 11, tutte le domeniche e nei giorni festivi di precetto, ridotti nel 1977. Francia e Italia, nella fase iniziale, trasmettevano quasi sempre dallo stesso luogo, una cappella con poche pretese, per assicurare l’associazione al sacrificio di Cristo, anche solo attraverso il mezzo televisivo, agli infermi e agli anziani.

Omologo di P. Pichard, per l’Italia, Mons. Pierfranco Pastore, fratello del giornalista Mario e figlio del sindacalista Giulio. Curò non soltanto le celebrazioni dalle varie chiese d’Italia, ma anche le dirette dal Vaticano, con la presidenza e la presenza di S. Paolo. Suo alter ego, Don Carlo Baima, anche lui piemontese, sul campo fino alla prematura morte, avvenuta nel 1982.

Tra Francia e Italia vi sono stati scambi, con la Messa in eurovisione, soprattutto per le grandi ricorrenze dell’anno. Una trasmissione tanto sentita, quella del pellegrinaggio militare a Lourdes, con la Messa celebrata nella Basilica sotterranea di S. Pio X, fresca di costruzione, perché attiva dal 1958, inaugurata dall’allora Patriarca di Venezia, Card. Angelo Giuseppe Roncalli, poi S. Giovanni XXIII, già Nunzio Apostolico in Francia, e testimone della conversione di Gian Battista Tomassi, fondatore dell’Unitalsi.

Nel 1979 la S. Messa di Pentecoste fu trasmessa in eurovisione da Marsiglia, con la presidenza dell’allora Arcivescovo della seconda città francese, Card. Roger Etchegaray, prima dell’arrivo a Roma. Umili chiese e antiche abbazie d’oltralpe erano presenti sugli schermi italiani, il giorno di Natale.

L’ultimo scambio tra Italia e Francia, domenica 27 luglio 1997, dal piazzale Inferiore di Assisi, in occasione di un incontro di scouts cattolici, con la S. Messa celebrata dall’allora cerimoniere pontificio e regista delle Gmg, Mons. Renato Boccardo, attuale Arcivescovo di Spoleto-Norcia. Si sottolineava, in un certo senso, il legame di Francesco d’Assisi con la Provenza, dove il papà, Pietro di Bernardone, si recava per la mercatura delle stoffe. La Basilica Inferiore mette in risalto la presenza della Francia, nella vita del Santo Poverello, con le cappelle di S.Martino di Tours e della Maddalena.

La voce fuori campo era di P. Ferdinando Batazzi, francescano minore di Ognissanti a Firenze, il quale nell’introduzione alla S. Messa ricordò con entusiasmo lo scambio tra i due Paesi europei. Negli anni seguenti, sono state trasmesse in Italia, celebrazioni eucaristiche dall’estero, ma con diversa soluzione. Ricordiamo, domenica 26 settembre 1999, la liturgia dalla Bosnia-Erzegovina, mentre era in corso la guerra dei Balcani, presieduta dall’allora Ordinario militare, Mons. Giuseppe Mani.

Le Jour du Seigneur, contenitore cattolico, rappresenta ancora oggi una provocazione per la Francia laica. Forse bisogna arrampicarsi sugli specchi per stilare il calendario delle Messe, nel corso dell’anno, in un Paese fortemente secolarizzato. In Italia tale problema non esiste, perché innumerevoli sono le chiese, spesso capolavori d’arte, adatte per ospitare le telecamere delle RAI (la trasmissione avviene in sinergia tra CEI e TV di Stato, praticamente dal Concilio). Soprattutto l’Italia Settentrionale richiede la Messa televisiva, per il forte senso della parrocchia. Negli anni ’70 e ’80 il desiderio era più facilmente esaudito, perché alla consolle sedeva un sacerdote lombardo, Don Natale Soffientini. Si alternava con Don Carlo Baima, ed entrava in azione per le dirette ambrosiane e dell’Italia del Nord.

Il logo del contenitore de Le Jour du Seigneur, è tipicamente francese. Non è una croce, né tantomeno un calice o una pisside. Sono due fumetti che s’incrociano, quasi a sottolineare il dialogo tra Dio e gli uomini e la comunione tra i figli di Dio. Poi comincia la sigla, con immagini del mondo cattolico (e queste si possono incontrare in tutti i Paesi del mondo). Ma la grafica è veramente all’avanguardia.

La città interessata è collocata su una cartina. In Italia, invece, breve descrizione a voce. La liturgia è sempre ben curata, con i celebranti, il coro, i ministranti, senza indugiare troppo sulle opere d’arte.

La settantesima candelina della Messa televisiva della Francia, verrà spenta il 9 ottobre. Anche in ossequio al carisma gusmano, P. Pichard volle cominciare nel mese del Rosario, e nella festa di St.Denis, Vescovo di Parigi, martirizzato nel III sec. (sulla sua tomba fu costruita l’omonima abbazia).

Dal 1999 alla S. Messa de “Le Jour du Seigneur” si affianca Kto, omologo francese di TV 2000. Anche questo canale, trasmette la celebrazione eucaristica, dalla Cattedrale di Notre-Dame, e data l’impraticabilità, dalla Chiesa di S. Sulpizio, perché la più grande dimensionalmente, dopo il Duomo.  La Francia è proprio il Paese delle contraddizioni e una di queste è proprio quanto avviene nella tarda mattinata di ogni domenica: uno splendido lembo del Cielo, dove in controluce scorgiamo la grotta di Lourdes, uno dei migliori contesti per sperimentare la Chiesa sacramento universale di salvezza.

SANTINO VERNA