RICORDO DI PADRE PAOLO CERRITELLI

IL FRATE DEGLI ULTIMI CON UN GRANDE CUORE

La Veglia di Pentecoste è sconvolta dalla dipartita di P. Paolo Cerritelli, del convento di S. Francesco, nel Santuario del Miracolo Eucaristico a Lanciano. Soffriva da tanti anni e proprio in una solennità a lui molto cara ha incontrato sorella morte.

Conobbi P. Paolo, nel settembre di trenta anni fa, quando con mio padre, andai una domenica al Santuario di Lanciano. Quel giorno servii Messa a P. Gabriele D’Addario. C’era ancora la vecchia sacrestia con l’antico credenzone e il presbiterio prima dei restauri.

Lo ritrovai, ancora al Miracolo, nel luglio 1996, pochi giorni dopo la licenza liceale. Nacque un’amicizia discreta e profonda allo stesso tempo. Mi accorsi subito che era un frate dinamico e pratico, pieno di vita, riflessivo.

Era nato in provincia di Chieti nel 1938 e nel 1965 era stato ordinato sacerdote. Era conosciuto ad Atri, perché per tre anni era stato Parroco dell’Assunta a Silvi, dove promosse il RnS. Nella provincia dei SS. Bernardino e Angelo, ricoprì più volte la funzione di Vicario.

P. Paolo è conosciuto soprattutto per l’opera a favore dei tossicodipendenti, alle porte di Lanciano. Una comunità, “Progetto vita” con un numero ristretto di ragazzi, dove lavoro, cura e socializzazione sono gli ingredienti del cammino di recupero.

Uno degli appuntamenti più attesi dei ragazzi, il pellegrinaggio in Assisi, dopo Pasqua. Ho ritrovato P. Paolo e i suoi giovani, nella Città Serafica, negli anni della formazione dopo il noviziato a Padova. Erano pochi intensi giorni di condivisione, dove non mancava la partita di calcio. Ad Assisi la compagine lancianese incontrava sempre buoni avversari, e un anno tra questi vi era P. Joseph, della provincia maltese, il cui papà ha giocato nella nazionale di Malta.

P. Paolo era tifoso della Fiorentina. Questo lo ricordo, perché se ne vedono pochi di tifosi viola in giro, almeno in Abruzzo. A Lanciano era stato Guardiano e con lui ho passato parte dell’estate 2008, prima di cominciare il noviziato nella Basilica del Santo a Padova.

Non era più Guardiano, c’era P. Silvio Di Giancroce, e arrivai il giorno di S. Chiara. In una di quelle sere P. Paolo mi portò alla sua comunità, dove conversai a lungo con gli ospiti. Ottima la cena, come ottima sempre l’accoglienza a Lanciano, in comunità e fuori.

In questi ultimi tempi, P. Paolo si vedeva poco al convento di Pescara. Lo vidi l’ultima volta, a Lanciano, la sera dell’ordinazione di Fra Joseph, diacono del Burkina-Faso, prossimo sacerdote. Se lo guardavi attentamente sembrava il ritratto della sofferenza, ma aveva tanta serenità.

Se ne è andato durante la Tredicina di S. Antonio. E siamo certi che il Santo di Padova lo ha abbracciato nella Gerusalemme del Cielo.

SANTINO VERNA