LA CERIMONIA IN OCCASIONE DELLA FESTA DI S. REPARATA

NUOVI CANONICI DELLA CONCATTEDRALE DI ATRI

Quest’anno, la festa patronale di S. Reparata, è stata caratterizzata, nella Basilica Concattedrale di Atri, dall’immissione di due canonici nel Capitolo: Don Matteo Baiocco D’Angelo e Don Gabriele Marcheggiani, due sacerdoti legati alla città ducale, il primo perché Parroco di S. Nicola in Atri, il secondo, originario di  Pineto e ordinato presbitero proprio nella Cattedrale dell’Assunta.

Don Matteo, 33 anni, di Bellante, ha compiuto la formazione al Seminario Regionale di Chieti, e nel 2013 è stato ordinato sacerdote dal Vescovo Michele Seccia. Prima di approdare alla storica parrocchia di Capo d’Atri, è stato Vice-Parroco di S. Gabriele e in questa veste, nell’aprile di quattro anni fa, ha accolto l’urna di S. Gabriele, giunta dal Santuario ai piedi del Gran Sasso. Legato agli scouts, è stato Parroco anche di S. Marina a Casoli di Atri.

Don Gabriele, 44 anni, di Pineto, ha compiuto anche lui la formazione a Chieti, ed è stato compagno di studi di Don Matteo. Nel 2016 è stato ordinato sacerdote dal Vescovo Michele Seccia, nel piovoso venerdì 15 luglio, vigilia della Madonna del Carmelo, nella Concattedrale di Atri, insieme a Don Massimo Balloni e Don Stefano De Rubeis. Opera attualmente ad Alba Adriatica.

I Canonici costituivano in passato il Senato del Vescovo e ad ogni Canonico veniva assegnato uno stallo con relativa denominazione, in una Cattedrale o Collegiata. La funzione del Capitolo è stata notevolmente ridimensionata con il Vaticano II, quando molte prerogative sono passate al Consiglio Presbiterale. Rimangono però le prerogative liturgiche.

Ad Atri, il Capitolo ha sempre rivestito un ruolo importante, molto sentito dal popolo, con la presidenza dell’Arcidiacono, quasi l’alter ego del Vescovo, la cui residenza abituale, in luogo di quella alternata tra le due sedi, nel 1912 divenne Penne, e quindi, 37 anni più tardi, Teramo.

Di pertinenza capitolare sono, in Atri, il Museo, l’Archivio e la Biblioteca, tre tesori di notevole importanza, soprattutto il Museo, tra i primi in Italia.

Momenti di visibilità del Capitolo, erano le processioni del Cristo Morto, del Corpus Domini e di S. Reparata, per le vie del centro storico. Il Venerdì Santo, incedeva incappucciato e la gente ricorda con particolare emozione Don Luigi Illuminati, poeta trilingue e docente all’Università di Messina.

Don Matteo e Don Gabriele, indossano la veste canonicale, ovvero la mozzetta violacea, su cotta bianca e talare nera. La diffusione della concelebrazione, frutto della riforma liturgica del Concilio Vaticano II, ha diminuito le presenze dei canonici, in abito corale.

Una curiosità: la mozzetta di Don Gabriele è stata acquistata in un esercizio romano, nei pressi della Basilica di S. Maria sopra Minerva, dove riposa S. Caterina da Siena, patrona d’Italia e compatrona d’Europa, festeggiata nella Chiesa Universale il 29 aprile, proprio nel giorno in cui, quest’anno, si festeggiava S. Reparata, ricordata nel Martirologio l’8 ottobre (a Firenze e Casoli si ricorda in tale giorno) e ad Atri, il lunedì dopo la IIa domenica di Pasqua, “in albis”.

Nella Basilica della Minerva, ad un tiro di schioppo dal Senato, si ricordano almeno due eventi: la canonizzazione di S. Vincenzo Ferreri e le esequie, un quarto di secolo fa, di Giovanni Spadolini.

A Don Matteo e a Don Gabriele formuliamo i migliori auguri di buon apostolato, in questa nuova veste.

SANTINO VERNA