Città d’Atri
Trova un punto fisso, lancia lo sguardo, si apre la strada davanti a te. Lascia lo sguardo: intorno a te case, strade, chiese, tra coste argillose e scoscese rocce. Ancora più bella se disegnata dalle luci della notte e se si infuoca nelle tenebre per le vie l’otto dicembre1. Chissà se bella ora come allora, quando prese il nome dall’Imperatore2. Città d’altri, città d’Atri, città d’arte. Città, di chi ha una ricchezza e non lo sa. Città dalle numerose possibilità, porte aperte, entrate, ormai crollate. E l’unica ancora in piedi è quella che attraverseremo tutti.
Arsa via La notte è pesante, si crea nel letto un vuoto, uno spazio, un tempo, che viene riempito. Pesanti le coperte, pesante la presenza, pesante è il tocco, la sento, è ella. Fantasma, demonio, angelo o sorte. La vedo è ella, bella come sempre. Anche nella morte. La sento, l’astuta, la stessa, scompare. Ossessiona chi nella vita non è stato degno. Arsa via nella notte, nel sogno.
34.(le punte del cerchio) Un cerchio. Questo sono io adesso. Un cerchio. Perfetto. E quindi imperfetto per essere reale. E questo mio modo d’essere, questo male, questa situazione, mi pervade da dentro come volesse venir fuori, come se fossero tante punte. Spigoli. Che si fanno strada nelle carni. La sopportazione. La sopportazione placa il dolore e leviga le punte. Le carni si adattano alla situazione. Il dolore e i sentimenti si placano. Scompaiono. E il cerchio inizia a rotolare per il cammino che le sue punte lo hanno costretto a costruirsi. E le punte, per quanto levigate siano, tornano a ferire al contatto con il suolo. Mentre l’incoerenza regna sovrana. La bussola Attratti, come chi e poli. Riempìti, i nostri soli cuori e vuoti. Come la bussola che tiene la rotta, indica il nord e... ...ed io tengo la rotta e mi ritrovo indicando te. Legàti, stretti come nodi. Passàti, da sconosciuti a ignoti. Prima ago e magnete. Ora come mai niente. Perché una nave non naviga in un deserto di sabbia, coperto di rabbia, lacrime come ancore, graffiano la faccia. Da mezzo a rotta a destinazione. Tu sola. Ora punta ora ago ora spada. Bus-sola. E già giunta del ti amo l'ora. È già passata. E mentre prima i nostri incontri erano incendi dolosi appiccati nella foresta. Ora sono solo incidenti dolorosi, così freddi, da impiccarsi alla finestra. E si va avanti sì, ma con piedi pesanti. A riavvicinarsi sì, ma sempre più distanti. Accecati da una punta d'odio senz'amore. Trafitti da una spada d'oro senza morte.
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