Riflessioni \ Opinioni

MANOVRA DEL POPOLO: PENSIONE

La pensione nella manovra è interessata per tre problemi ed uno, per me di secondaria importanza: 1) Quota 100; 2) Rivalutazione; 3) pensione di cittadinanza. Il quarto problema riguarda il taglio dei vitalizi per i parlamentari e l’obbligo del taglio per i consiglieri regionali.

La quota 100, così chiamata, è la nuova legge per andare in pensione in sostituzione della legge Fornero. Esso è stato un punto fondamentale del programma della campagna elettorale del M5s e della Lega e del contratto di governo firmata dai due partiti.

La quota 100 stabilisce i requisiti minimi per andare in pensione e che sono: 1) 62 anni di età; 2) 38 anni di contributi versati. Per essere valido devono esistere tutti e due.

Durante la gestazione della manovra parte la campagna di disinformazione e di menzogne del PD. Questa disinformazione mi arriva su faceboock da Aldo Mattucci (qualche volta ci penso e dico dentro di me, povero Emilio) che condivide qualsiasi cosa scrive il PD purchè vada contro gli incapaci e incompetenti del M5s e il brutale, rozzo e fascista Salvini.

Martina pubblica una tabellina dove riporta quanto ci si rimette con la quota 100. Si  parte dal 6% per un anno di anticipo per arrivare al 30% per 5 anni. Ora, tutti sanno che con il metodo contributivo la pensione dipende da quanto hai versato. Quindi un anno in meno di lavoro porta ad avere minore pensione. Questo meccanismo non c’entra nulla con la quota 100, vale anche con la Fornero. Prima colossale bugia.

Martina si dimentica, fa parte del suo lavoro, che con la legge Fornero il metodo contributivo si  applica a tutti in sostituzione del più vantaggioso metodo retributivo.

La perdita del 6% mi sembra esagerato (su 1500 euro se ne perde 90). Con quota 100 e  40 anni di contributi si può anticipare solo 2 anni per cui la perdita del 30% é una bufala. Il meccanismo, al contrario della Fornero, é volontario per cui uno si fa i suoi calcoli e se conviene va in pensione  altrimenti resta a lavorare. E per questa volontarietà (i 400000 previsti da Salvini potrebbero non esserci) che hanno potuto abbassare la cifra messa nella manovra.

La pensione di cittadinanza è stata aumentata fino 780 euro. Ed anche per questa è partita falsità e menzogne da parte del PD e di FI (patetico sentire Berlusconi dire che la manovra toglie la pensione agli anziani).

La rivalutazione delle pensioni. Il ministro Fornero nel 2011 bloccò l’aumento automatico delle pensioni. Il governo Renzi lo ristabilì per le pensioni fino a 1500 euro. La Corte Costituzionale, con il grande Amato, sentenziò che il blocco sopra i 1500 euro era costituzionale. Non ho mai capito cosa c’entra la costituzione con i problemi di tipo economico.

Dall’1 gennaio 2019 la rivalutazione sopra i 1500 euro doveva ripartire con percentuale di aumento decrescente per le pensioni alte. Immediatamente, anche per questo problema parte il tam tam della disinformazione e delle menzogne. Prima di Natale la falsità riguarda la rivalutazione che non viene data ed anche che la pensione viene abbassata. Dopo Natale ed ad approvazione quasi fatta, su facebook e da fonti sindacali, mi tocca leggere che le pensioni di 1200 euro non vengono rivalutate ma tagliate. Alla fine però tutti gli uccelli del malaugurio, tutti i corvi che condividono senza capire la sostanza, vengono smentiti. La manovra contiene la rivalutazione di tutte le pensioni con la novità che per quelle da 1500 e 2500 c’è un leggero aumento mentre per quelle superiori a 2500 c’è un leggero decremento. Restando in famiglia, a mia moglie danno 5 euro in più e a me ne tolgono 5.

Il governo è felice, Conte dice che la manovra toglie ai ricchi per dare ai poveri e devo dire che ha ragione.

Nicola Dell’Arena