IL MISTERO DEL NATALE RACCONTATO CON POETICA BELLEZZA

IL PRESEPE DI SAN GABRIELE DELL’ADDOLORATA

Con l’entrata in funzione del nuovo Santuario di S. Gabriele dell’Addolorata, alle falde del Gran Sasso, anche il presepe ha caratterizzato e caratterizza il Natale del nuovo Santuario. Si cominciò a parlare di una nuova chiesa per accogliere i numerosi pellegrini già dal 1946, ma solo negli anni ’70 fu avviata la costruzione del nuovo Santuario in cemento, a forma di vela.

Nel 1976 cominciarono le prime celebrazioni eucaristiche, soprattutto in estate. Uno dei primi Vescovi per la presidenza, fu Mons. Gaetano Bonicelli, Segretario aggiunto della CEI e poi Vescovo di Albano, Vescovo “del Papa”, perché in quella diocesi ricade Castel Gandolfo con la villa pontificia. Era Vescovo di Albano, la sera del 6 agosto 1978, festa della Trasfigurazione, quando nasceva al Cielo S. Paolo VI. S. Giovanni Paolo II nel 1981 lo promosse Arcivescovo Ordinario Militare, e quando divenne ufficiale in congedo, lo stesso Papa lo nominò Arcivescovo di Siena.

Il presepe, nei locali del nuovo Santuario, ha avuto la solerte guida e regia di P. Evaristo D’Ippolito, figlio della montagna teramana, dedito alle missioni popolari. Quest’anno ricordiamo i 25 anni della prematura scomparsa. Nel Santuario di S. Gabriele fu zelante nel servizio sacramentale, con l’Eucarestia e la Riconciliazione, e si dedicò ai giovani probandi passionisti. Nel 1988 fu conclusa l’esperienza del Seminario Minore ai piedi del Gran Sasso.

P. Evaristo era conosciuto ad Atri, perché nel 1984, fu tra i passionisti della missione popolare, voluta da Padre Abele, in preparazione al Congresso Eucaristico Diocesano, concluso da S. Giovanni Paolo II, il 30 giugno 1985, con la visita ai tre luoghi principali della diocesi, formalmente ancora divisa in due Chiese, Teramo e Atri, le due Cattedrali e il Santuario di S. Gabriele, dove il Papa polacco pregò l’Angelus con l’episcopato abruzzese e molisano e incontrò i giovani.

Il regista del presepe di S. Gabriele ebbe l’assegnazione della Parrocchia di S.Maria nella Cattedrale, dove i missionari furono accolti da Padre Abele, la sera di sabato 13 ottobre, con la celebrazione eucaristica e la consegna del Crocifisso. P. Evaristo era in sinergia con P.Francesco Cordeschi, P. Floriano De Fabiis e P. Virgilio Alfonsi.

Tornò nella Cattedrale di Atri, l’8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione e gli fu assegnata la S. Messa delle 6 del mattino, la Messa di notte, come l’avrebbe chiamata il canonico Prof. Luigi Illuminati, perché ai suoi tempi si teneva veramente di notte. P. Evaristo indossò la casula oro con lo stolone rosso, usata nelle celebrazioni più solenni.

Una nuova visita ad Atri di P. Evaristo, porta la data della Settimana Santa 1988. Don Giovanni D’Onofrio, di venerata memoria, per diversi anni chiamò i frati di S. Gabriele, per le confessioni e le celebrazioni dalla Domenica delle Palme al giorno di Pasqua. Nell’ultimo anno di parrocato e di vita, ricordiamo la presenza di P. Pacifico Frappetta. I passionisti si recavano in città e nelle aree rurali e si poteva considerare una missione popolare in formato ridotto.

Il Natale del 1984 significò per diversi atriani la visita al presepe di S.Gabriele, quasi una restituzione della visita di P. Evaristo, mentre la cittadina si preparava a ricevere la visita del Pontefice. Il presepe, in qualche modo, controbilanciava la visione del nuovo Santuario, non accettato fino in fondo da diversi, perché strideva con le linee raccolte e nitide della vecchia chiesa, dalla facciata neoclassica, con l’interno a tre navate, e la cappella neogotica con l’urna di S.Gabriele.

Il presepe di P. Evaristo, fonde l’aspetto tradizionale con quello innovativo. Il Mistero della Natività è corredato da tanti personaggi ed elementi, con giochi d’acqua e luce. Una rappresentazione ben legata al Santuario di S. Gabriele, perché la primitiva chiesa fu fondata da S. Francesco, venuto a Penne, per pacificare alcune fazioni, su richiesta del Vescovo Anastasio. S. Gabriele quando scriveva al babbo (non lo chiamava papà, ma usava la dolce dicitura dell’Italia Centrale), metteva accanto alla data il nome, “Isola di Penne”, quasi ad indicare l’appartenenza del comune di adozione, alla diocesi vestina. Francesco Possenti sicuramente allestiva il presepe nella casa di Spoleto, assieme ai fratelli e alle sorelle e davanti alla rappresentazione del sì di Maria a Gesù, compiva con il babbo tante preghiere, nel ricordo della mamma, morta prematuramente, forse per il fisico affaticato da tante gestazioni.

Il presepe di S. Gabriele ha il vantaggio di coprire un lungo periodo. Viene aperto il 24 dicembre, quando Gesù Bambino viene messo nella mangiatoia e la possibilità della visita si prolunga dopo il 2 febbraio (Gesù Bambino ha 40 giorni e viene presentato al Tempio), approfittando della festa liturgica di S.Gabriele, il 27 febbraio, anche se il più delle volte si è in Quaresima. In alcuni Santuari vi sono presepi permanenti, ma la poesia del presepe è quella della presenza in chiesa o in locali attigui, dall’Immacolata alla Presentazione, perché dopo aver contemplato Gesù Bambino nell’oscurità di Betlemme, il Signore diventa adulto e tutti torniamo alla normalità e ai doveri quotidiani.

Nel microcosmo abruzzese, il presepe di S. Gabriele è chiamato il “presepe di Padre Evaristo”, perché legato ad un paziente e umile presepista che attraverso le intuizioni di S. Francesco e S. Gaetano ha comunicato la Misericordia del Padre Celeste che lava le nostre colpe e ci restituisce la stola dell’innocenza.

SANTINO VERNA