LE BELLE TRADIZIONI ATRIANE

LA COMPARANZA DI SAN GIOVANNI

Il santo che legava i cuori

Anche in Atri esisteva la tradizione del comparatico a fiori. Un amico, il giorno di S. Giovanni, donava ad un altro amico dei fiori, perché voleva stringere la “comparanza” e lo stesso gesto, avveniva, a parti inverse, come restituzione, nella festa dei SS. Pietro e Paolo, il 29 giugno, anche se popolarmente i riflettori erano puntati piu’ sul Principe degli Apostoli che sull’Apostolo delle Genti, perché anticamente, il Papa, dovendo celebrare in entrambe le Basiliche, riservava il 29 a S. Pietro e il 30 a S. Paolo. Infatti l’ultimo giorno di giugno era recensito come “Commemorazione di San Paolo”. La riforma liturgica del Beato (presto Santo) Paolo VI ha riunito, a tutto tondo, i due Apostoli e ha inglobato nell’antica data paolina, tutti i martiri della Chiesa delle origini.

I ragazzi cantavano la seguente filatrocca: “Cumbare e cummare/ nci diceme male/ ca se male ce diceme/ a l’Inferne ce ne jeme. Arrivate a mezza strate/ ci magneme la frittate. Arrivate a mezza vie/ ci diceme l’Ave Marie. Arrivate a mezza porte/ chiame mamme ca so mmorte”.

Don Luigi Illuminati in “Un paese d’Abruzzo, nella seconda metà dell’Ottocento”, parla brevemente del comparatico di S. Giovanni. E sempre in quest’agile volume, scritto a Messina, dove il canonico atriano era docente con molta fierezza (lo Studio fu fondato da S. Ignazio), parla del comparatico dei suoi con la famiglia Torinese, un cui membro, il Canonico Domenico, aveva restaurato la cappella del Sacramento nella Cattedrale di Atri.

Il comparatico di S. Giovanni, corredava, quello propriamente detto di Battesimo e Cresima. C’era poi un’altra comparanza, ed era quella del Matrimonio. I testimoni di nozze, “compari d’anello”, presenti accanto agli sposi durante la celebrazione e interessati per la firma sul registro, erano equiparati ai padrini e alle madrine dei due sacramenti dell’iniziazione.

S. Giovanni Battista, sin dal nome è legato al Battesimo, la porta dei Sacramenti. Antropologicamente chiude e apre un quadrimestre calendariale, pieno di feste e riti. Chiude il periodo che comincia con la festa di S. Giuseppe (19 marzo) e apre un tempo concluso da S. Martino (11 novembre). S. Giovanni segna la fine della fase ascendente del sole, perché dalla sua festa, i giorni cominciano ad accorciarsi. Non ce ne rendiamo conto, ma già dalla fine di luglio lo cominciamo ad avvertire.

Speculare al Battista, è l’Apostolo, il discepolo amato che mise la testa, nell’Ultima Cena, sul petto di Gesu’. La sua festa, il 27 dicembre, segna in qualche modo la fine della discesa del sole, perché i giorni cominciano ad allungarsi.

Un tempo, anche il comparatico a fiori, era rispettato come quello di Battesimo e Cresima. Compleanno e onomastico del padrino o della madrina erano sempre caratterizzati dalla visita del figlioccio. Ma anche altri momenti, del calendario e della vita.

Oggi abbiamo perso questa tradizione, perché sembra troppo rinchiusa nel passato. E cerchiamo di giustificarla, dicendo: ma il compare abita lontano, non lo rivedo da tanto tempo, lo metto sicuramente in imbarazzo, perché non solo dovrà acquistare un presente, ma avrà pure la noia di doverlo scegliere. Oppure il solito fervorino morale: quello non è di Chiesa, quello è contro la Chiesa, e chi piu’ ne ha, piu’ ne metta.

In sostanza si invita il simpatico, e si esclude l’ antipatico. E anche qui subentra la morale: sarà pure un bestemmiatore, ma il lavoro che mi esegue lo compie bene e a poco prezzo. Capovolgendo, come avrebbe detto Indro Montanelli, il lavoro che esegue lo compie bene e senza spenderci molto, però è un bestemmiatore.

La festa di S. Giovanni è l’occasione per augurare buon onomastico a quanti portano il nome del Precursore di Gesu’. Al maschile e al femminile, perché anche se esiste piu’ di una S. Giovanna, l’onomastico è sempre il 24 giugno. E poi quanti hanno il nome composto, formato da Giovanni, ovvero Gianfranco, Giancarlo, Giampiero, Giampaolo, Gianluca, Gianluigi etc. per menzionare i nomi piu’ comuni.

A S. Giovanni Battista, in Atri, sono intitolati una chiesa, una piazzetta e un quarto. Piu’ di S. Francesco che oltre alla monumentale e magnifica chiesa, ha soltanto un vicoletto. Nel XVII sec. alla denominazione giovannea, si sovrappose quella di S. Domenico e per la chiesa dal doppio nome, si giunse al compromesso: fino al presbiterio tutto parla del Patriarca dei Predicatori, presbiterio e coro è una lode a S. Giovanni.

Negli anni ’50, durante i lavori di restauro della Cattedrale, l’allora Arcidiacono Mons. Aurelio Tracanna propose la trasformazione in Battistero, della chiesa di S. Reparata, perché la forma a croce greca, annessa alla principale chiesa della città, evocava il luogo del primo Sacramento. Soprattutto dal camposanto, dove l’erigendo Battistero compare a sinistra, come nella tradizione antica. E sarebbe stato un ulteriore ricordo del Battista.

Ricordiamo pertanto i nostri compari, quelli in Cielo e quelli sulla terra. La Natività di S. Giovanni Battista è un giorno privilegiato per il ricordo di questa “cognazione spirituale” o “parentela sacramentale”, piu’ feconda di tante amicizie interessate, frutto piu’ dell’adesione all’ondata emotiva del momento, che di una scelta consapevole e responsabile.

SANTINO VERNA