PEPPE MORI A TRENTA ANNI DALLA MORTE

UN PIONIERE DELLA RAI ABRUZZESE

Il 6 marzo 1988 moriva in una clinica pescarese, dopo intensa sofferenza dovuta al male del secolo, il Dottor Giuseppe Mori, Capo Redattore della sede RAI di Pescara. E’ stato il primo direttore del TG3 Abruzzo con la televisione.

Nato nel 1922 ad Empoli, cittadina conosciuta dai profani quasi esclusivamente per la compagine calcistica ora nella serie cadetta, visse la fanciullezza in Ancona e quindi si trasferì a Roma, dove si laureò in giurisprudenza, cominciando subito l’attività giornalistica. Il suo campo d’azione nel giornalismo fu la politica e in un periodo molto delicato per il Paese, fu Capo dell’Ufficio Stampa dell’allora Presidente del Consiglio, Fernando Tambroni Armaroli.

Avendo sposato la psicologa rosetana Wilma Vallonchini, trapiantata a Roma dove il suo papà esercitava il commercio, il Dott. Mori sognava di coronare la carriera professionale in Abruzzo. Dopo l’uccisione del suo quasi omonimo Aldo Moro, divenne Redattore Capo della sede RAI di Pescara, dove si stava per aprire la nuova sgargiante pagina del piccolo schermo. Era il 1978 e la sede regionale della TV di Stato si era già trasferita da un pezzo dalla centralissima Via Trieste, alla, leggermente meno centrale, Via De Amicis, una parallela di Corso Umberto.

Mario Bossone, l’esperto della pesca a mosca, instancabile Capo Servizi ambientalista lo ribattezzò “il barba”, secondo il costume toscana di mettere l’articolo maschile davanti al nome femminile. La redazione giornalistica era quasi totalmente maschile, c’era soltanto Ivana Vaccari, oggi volto noto come telecronista sportiva, soprattutto per lo sci.

A Peppe Mori toccò l’incarico, la sera del 15 dicembre 1979, di presentare il nuovo TG regionale, con un brevissimo saluto. Gli abruzzesi potettero finalmente conoscere l’imponente giornalista barbato, dall’accento né romano né toscano, per dirla con la definizione di Mario Santarelli. Il giornale fu condotto da Giovanni Verna, poi successore di Mori, mentre la parte sportiva fu affidata a Domenico Marcozzi. Il primo servizio del Dott. Mori per il TG3, l’annuncio della visita di S. Giovanni Paolo II, Papa da appena un anno, alla città dell’Aquila, evento che si verificò pochi mesi dopo.

Giuseppe Mori ebbe la gioia di seguire, nella veste di Capo Redattore, ben cinque visite ufficiali di un Papa alla terra d’Abruzzo, fenomeno un po’ insolito, ma con il sentiero tracciato dal Beato Paolo VI, giunto a Pescara nel settembre 1977. Dopo la visita aquilana, nel 1983 la volta di S. Salvo, poi due momenti indimenticabili nel 1985 Avezzano, nella festa di S. Giuseppe, molto cara al Pontefice “lavoratore” e alla diocesi di Teramo e Atri con il Santuario di S. Gabriele, e infine la visita per la route degli esploratori ai Piani di Pezza. Le visite private al Gran Sasso di Papa Woytila non erano certamente seguite dalle troupes di Via De Amicis, ma tutti sapevano il suo amore per le cime della regione.

La visita papale che lascio’ il segno maggiore in Peppe Mori, quella di S. Salvo, perché l’allora Arcivescovo di Chieti, il futuro Card. Vincenzo Fagiolo, volle l’udienza all’aula “Paolo VI” per la redazione di Pescara. Era il 29 ottobre 1983 e l’indimenticabile Capo Redattore era nell’assemblea con il suo stile discreto e l’abbigliamento accordato ed elegante.

Con gli abruzzesi interloquiva spesso e volentieri con “Obiettivo”, annunciato dalla sigla con il tocco del rumorista e la dizione di Carlo Orsini. Mori commentava la vita politica e sociale di una regione che si staccava economicamente dal Mezzogiorno, per agganciarsi all’Italia Centrale.

Era l’inizio di un’estate pescarese e quando il giornale non e’ molto ricco di notizie, la scelta cade sui bagnanti per parlare di turismo costiero. Il giovane telecineoperatore indugiò qualche secondo in piu’ su un tankini che finì nella saletta di montaggio e andò in onda per tutta la regione.

Dopo la sigla finale, dal piano superiore Peppe Mori scese a pianterreno e i responsabili di quel servizio intuendo l’aria del rimprovero, si nascondevano negli stanzini dello stabili. Solenne nell’incedere, il Capo Redattore gridava “Chi è che ha fatto quel servizio? Chi ha fatto il servizio del mare?”. Timidamente l’operatore, da poco piu’ di un anno in pensione, confesso’ di essere il responsabile del filmato oltre le righe. Il direttore lo abbraccio’ e tutto finì a tarallucci e vino.

La legge dell’età costrinse al pensionamento il Dott. Mori nel 1987, alla vigilia di una nuova pagina per la TV di Stato: il radiogiornale antelucano, con turni nuovamente calibrati su quella soluzione. Non potette godere del meritato riposo, perché la malattia aveva già fatto la comparsa. Passò gli ultimi giorni nella casa di Via L’Aquila, nei pressi della chiesa dello Spirito Santo dove venne esequiato.

Forse oggi pochi ricordano Peppe Mori, papà dei giornalisti Carlo Alberto e Andrea (quest’ultimo ex-giocatore di pallanuoto) e dell’attrice Francesca, valletta di Emilio Fede in “Test” e protagonista assieme a Bonnie Bianco in “Molly ‘O” di Bruno Cortini.

Forse pochi lo ricordano, perché è tramontata e sepolta la RAI di allora. Una RAI con maggiore attenzione alla cultura, dove i telequiz erano soltanto pesanti acquisizioni delle TV commerciali. Ed è giusto ricordare il “Peppe barba” a 30 anni dalla scomparsa.

SANTINO VERNA