STORICO DIRETTORE DELLA RAI DI PESCARA

UN GRANDE ABRUZZESE, EDOARDO TIBONI

Dopo lunga sofferenza ha concluso la giornata terrena, il Dott. Edoardo Tiboni, patron del premio Flaiano. Se ne è andato la notte di S. Lucia, quando passa la Santa a distribuire i doni ai bimbi buoni. Singolare coincidenza le spoglie della martire siracusana, patrona dell’organo visivo sono custodite nell’omonima chiesa a Venezia, vicino non solo alla stazione ferroviaria, ma anche alla sede RAI per il Veneto, a Palazzo Labia, storico stabile lagunare.

Le condizioni di salute si erano aggravate nell’imminenza dell’Immacolata, e lo comunicava la storica segretaria Angela Campolieti, instancabile anima del Mediamuseum, imago brevis dell’impegno del Dottore per Pescara e l’Abruzzo.

Il compianto direttore della RAI di Pescara era nato a Vasto il 31 maggio 1923. Laureato in scienze economiche all’Università di Roma, nel 1946, cominciò subito l’attività giornalistica, e fu al timone del “Mattino d’Abruzzo”, il primo quotidiano della regione. Nel 1953 fu chiamato a dirigere la neonata sede di Pescara, perché il Ministro Giuseppe Spataro, vastese come il Dott. Tiboni, aveva preferito la città adriatica a L’Aquila, per la più grande azienda culturale d’Italia.

Inizialmente la sede fu localizzata in Via Trieste, in pieno centro, pullulante ancora oggi di negozi e movida, in uno stabile modesto. Ancora arrivava il piccolo schermo e l’attività della RAI era esclusivamente radiofonica, con il GR, i programmi locali e tanta musica. Il Dott. Tiboni, autorevole e a volte un po’ burbero, ha saputo costruire il binomio RAI-Pescara.

Prese contatto con vari intellettuali abruzzesi come Mario Pomilio e Ignazio Silone e musicisti del calibro di Antonio Di Jorio e Guido Albanese. Trait d’union tra l’arcadia musicale regionale e la sede della TV di Stato, il m° Fernando D’Onofrio, consorte della speaker Margherita Del Bono, direttore del coro “Camillo De Nardis” di Pescara che non raggiunse le vette della celebrità dei “cugini” di Teramo e Atri. In compenso il pianoforte e la musica del compianto professore pescarese entravano nelle case degli abruzzesi.

Ma forse il personaggio-chiave dell’era Tiboni, è stato il poeta dialettale Raffaele Fraticelli, conduttore di “Pe la Majelle” dove, accompagnandosi con la chitarra classica, dotato di caratteristica voce, intonava “L’addru jurne ncuntrive Pamele/ nghe le cosse piene de pele/ e su ‘ngocce purtè nu fermaje/ e la vocche puzzeve de aje”.

Nel 1963 il Dott. Tiboni fu indefesso organizzatore delle celebrazioni per il centenario della nascita di Gabriele D’Annunzio, e per l’occasione furono poste le basi per il teatro all’aperto con il suo nome. Fu eretta la stele e pian piano l’Orbo Veggente è stato rivalutato dai pescaresi e dagli abruzzesi, dopo il leggero oblio per i rapporti con il regime e la letteratura non proprio piena di principi morali.

Nel 1979 Tiboni è dietro le quinte per la nascita del TG regionale. Altra singolare coincidenza, era pure la metà di dicembre quando cominciò il primo telegiornale dalla sede, ormai a Via De Amicis, nella città dannunziana. A presentare l’evento, non c’è lo storico direttore vastese, ma il Redattore Capo, appena arrivato da Roma, Giuseppe Mori, il barbato cronista politico di Empoli, con il pallino di chiudere la brillante carriera in Abruzzo. Primo conduttore per la parte “civile”, come si dice nei corridoi della redazione, Giovanni Verna, mentre la parte sportiva è affidata a Domenico Marcozzi.

Alla vigilia del pensionamento dalla RAI, Tiboni vive un altro storico evento: la visita di S. Giovanni Paolo II a S. Salvo, nella festa di S. Giuseppe, patrono dei lavoratori, alla data della solennità liturgica. Il Papa polacco si era subito innamorato dell’Abruzzo, per via delle montagne simili a quelle polacche, e già era stato a Lanciano, da semisconosciuto Arcivescovo di Cracovia.

L’evento fu seguito dalla RAI, anche con la solerte guida dell’allora Arcivescovo di Chieti, Mons. Vincenzo Fagiolo, poco prima della partenza dalla sede primaziale d’Abruzzo. Per il GR nazionale c’era P. Carlo Cremona, mentre Giovanni Verna seguì, come al solito, la seconda visita ufficiale del Papa polacco in Abruzzo. La RAI di Pescara, con il Dott. Tiboni, fu presente quasi al completo, la mattina del 29 ottobre 1983, dopo la S. Messa nella Basilica Vaticana del futuro Card. Fagiolo, all’Aula “Paolo VI”, per l’incontro con S. Giovanni Paolo II. Sempre con discrezione era presente il Dott. Tiboni, in giacca e cravatta, per presentare l’Abruzzo da lui tanto amato.

La seconda giovinezza di Edoardo Tiboni è legata all’editoria e al premio. Non ha riscoperto soltanto i grandi pescaresi, il Vate ed Ennio Flaiano, di cui era amico, ma anche Benedetto Croce. Senza seminare campanilismi tutti e tre erano originari dell’antica provincia di Chieti, perché il filosofo di Pescasseroli era originario di Montenerodomo.

Nel microcosmo dell’abruzzesistica il Dottor Tiboni è stato una pietra miliare. Soprattutto per la letteratura, l’arte, la sociologia e l’etnografia. Qualcuno ha paragonato l’Abruzzo alla Sardegna per la sua “insularità”. Regione forse arretrata, remissiva rispetto alle terre dell’Italia Settentrionale, ma grazie a personaggi come Tiboni ha recuperato e continua a recuperare la sua identità e la sua bellezza.

SANTINO VERNA