FONDATA DA S. MASSIMILIANO KOLBE

CENTENARIO DELLA MILIZIA DELL’IMMACOLATA A ROMA

Si è celebrato a Roma il centenario della Milizia dell’Immacolata, fondata nella città eterna il 16 ottobre 1917, da S. Massimiliano M. Kolbe, studente al Collegio Internazionale di S. Teodoro, dove si formavano i professi conventuali di tutto il mondo, inviati dai Superiori. La fondazione coincise con l’ultima apparizione della Madonna a Fatima. E proprio Fatima è stata una delle tappe del centenario.

S. Massimiliano, martire della carità, ha subito la stessa sorte di S. Francesco, ovvero è conosciuto da molti principalmente per un aspetto, dimenticando tutto il resto. Come il Poverello d’Assisi (e lo dice la locuzione stessa), è sottolineato soprattutto per il consiglio evangelico della povertà, dimenticando l’obbedienza, l’amore per la Chiesa e i suoi scritti, il conventuale polacco è ricordato solo nelle ultime ore di vita nel campo di sterminio dove offrì la vita per un padre di famiglia.

Raimondo Kolbe, intelligentissimo e ordinatissimo, pur cagionevole di salute, è stato un grande apostolo delle comunicazioni sociali, a servizio del Regno di Dio. Qualcuno lo criticò per quest’audacia, ma lui rispose fermamente che S. Francesco si sarebbe rimboccato le maniche e avrebbe lavorato con la stampa. Inclito missionario, S. Massimiliano ha portato l’Immacolata in tutto il mondo.

Il centenario ha avuto come primo luogo la chiesa di S. Andrea delle Fratte, dove S. Massimiliano celebrò la Messa novella, all’altare della Madonna del Miracolo, dove Maria Santissima, nel 1842, quattro anni prima della Salette, apparve all’ebreo Alfonso M. Ratisbonne, giunto nella città eterna per un viaggio di piacere. Dato il suo status di facoltoso, poteva permettersi di girare il mondo, ma quell’incontro miracoloso con la Regina del Cielo, cambiò per sempre la sua vita.

Il secondo giorno è stato quello dell’arrivo degli abruzzesi, dove la MI è molto forte, grazie alla presenza dei Conventuali, dizione forse oggi meno usata, per recuperare quella di Francescani. Ad un incontro catechistico è stato chiesto ai bambini l’Ordine dei frati della chiesa di S. Antonio in Pescara, la loro chiesa. Tutti hanno risposto coralmente: Francescani. Forse i loro genitori e ancor più i loro nonni, nati prima del Concilio, con orgoglio avrebbero detto: Conventuali.

Erano presenti soprattutto il coro di Lanciano, con il gruppo MI del Santuario del Miracolo Eucaristico e l’Assistente Nazionale, P. Mauro De Filippis. Pescara era rappresentata dai due gruppi, delle Parrocchie di S. Antonio di Padova e Regina della Pace, in Via Raffaello. La MI era presente un tempo anche in Atri, nella chiesa di S. Francesco, quando c’erano i frati, e celebre rimase la visita di un Padre conventuale che nel gremitissimo interno (era la chiesa più frequentata della cittadina), consacrò tutti all’Immacolata, durante una solenne celebrazione. C’erano pure i paggetti e quando i frati andarono via, era già l’inverno mariano e ricostruire la MI sembrava un’impresa ardua.

P. Mauro ha celebrato l’Eucarestia all’altare di S. Giuseppe da Copertino, nella Basilica dei SS. XII Apostoli, sede della Curia Generalizia dei Conventuali, nel cuore di Roma. Nell’omelia ha ricordato il verbo di S. Massimiliano, “osare”, come il fariseo invitò Gesù a casa sua.

Il giorno seguente, festa di S. Luca evangelista, l’Udienza dal Papa. Il tempo era buono, anche se il termometro non registrava molti gradi. Grande emozione vedere Papa Francesco dal vivo e pregare con lui il Pater Noster, la regina delle preghiere, come diceva il Beato Paolo VI.

La celebrazione conclusiva si è tenuta nella Basilica di S. Andrea della Valle, dove è ambientato il primo atto della Tosca. E’ la chiesa dove S. Massimiliano Kolbe fu ordinato sacerdote, assieme ad altri leviti. La Basilica lungo Corso Vittorio Emanuele è quasi casuale nella storia del martire polacco. Ma nulla avviene per caso nella storia. Infatti a Roma, le ordinazioni presbiterali avvenivano collettivamente una volta l’anno, alla presenza di pochi parenti e gli interessati appartenevano a diverse famiglie religiose. Poi, la grande festa, nel paese natale, avveniva tempo dopo, per la prima Messa. Per ospitare diversi ordinandi si sceglieva una chiesa adatta e quell’anno fu scelto S. Andrea.

La S. Messa è stata presieduta dal Ministro Generale, P. Marco Tasca e concelebrata dall’Assistente della MI P. Raffaele Di Muro (qualcuno lo avrà sentito pure in radio, in una delle ultime celebrazioni in sinergia tra Vaticano e RAI) e P. Jerzy Norel, Vicario Generale. Il servizio liturgico era prestato dai chierici del collegio internazionale “Seraphicum” coordinati da P. Francesco Scialpi, liturgista e cerimoniere, mentre i canti erano eseguiti dal coro della Basilica dei SS. XII Apostoli, dove peraltro hanno cantato Alessandra e Monica Astolfi (reduce dalla stagione lirica a Macerata), diretti da P. Gennaro Becchimanzi. Sono stati eseguiti brani del repertorio classico e contemporaneo per aiutare l’assemblea nella lode e nel ringraziamento.

P. Marco ha messo in risalto l’entusiasmo di S. Massimiliano, come la donna anonima del Vangelo che loda il grembo di Maria, perché ha portato per nove mesi il Redentore. E’ quel brevissimo brano della S. Messa nei Primi Vespri dell’Assunta, proclamato il 14 agosto, festa di S. Massimiliano (ha ceduto volentieri lo spazio alla Madonna). Entusiasmo nella fondazione della MI sempre verificato con i Superiori e vissuto nell’obbedienza giuridica ed evangelica.

Un ringraziamento particolare, lo ha detto anche P. Raffaele alla fine della sentitissima liturgia, si deve al Procuratore Generale dell’Ordine, P. Maurizio Di Paolo, già Guardiano e Parroco di S. Maria Assunta a Silvi, per l’Udienza Papale e la meravigliosa riuscita delle liturgie.

A Maria Santissima il nostro grazie. E’ lei la Regina della Milizia dell’Immacolata che congiunge le nostre mani e le dispone a pregare il suo Figlio Gesù. La MI ha ancora tanto da dire e da dare alla Chiesa, nello spirito di S. Massimiliano, strenuo difensore del Papa. I problemi di oggi sono come quelli di ieri, il popolo di Dio è sempre in esodo, ma sa di camminare sempre con il Signore, sotto il manto dell’Immacolata.

SANTINO VERNA