LA VALUTAZIONE DELL’IDV

UNA BRUTTA PAGINA DI POLITICA

 

Domenica 13 Gennaio , annunciato da squilli di trombe ai quattro venti del ducato, si è realizzato l’ennesimo sopruso di una politica arrogante , priva di quell’abito di rispetto del volere popolare, necessario ed imprescindibile per chiunque voglia cimentarsi nell’agone politico. Non importa il nome o il volto dell’esecutore o lo schieramento di appartenenza. Molto più contano i risvolti politici, culturali, democratici e di libertà che gli stessi atti comportano. Cosa c’era di così importante? Il rinnovo dell’investitura a candidato sindaco di uno schieramento politico. Un atto doveroso e legittimo se lo stesso fosse stato frutto di una condivisione nata dalla base del partito e dalla cittadinanza atriana. Così invece non è. Lo hanno ribadito a chiare lettere gli stessi esponenti del partito locale e membri del direttivo provinciale. Nessun direttivo cittadino ha consacrato tale nomina e tantomeno un dibattito interno. Ed allora come è possibile tutto ciò? L’arcano è presto spiegato. La lunga mano della nomenclatura ha deciso per noi ma soprattutto per voi. La condivisione poco importa rispetto agli interessi di parte. La nostre opinioni possono aspettare. Il minuetto della politica può continuare. Ed ecco che colto da un grave lapsus Freudiano il coordinatore regionale, parla maldestramente di accelerazione della candidatura (accelerare perché se non per il fatto che la situazione stava sfuggendo di mano?). E poi via alla propaganda di partito, snocciolando risultati mirabolanti ed effetti speciali che nella migliore delle ipotesi sono e restano solo nel loro immaginario e di certo non riscontrabili nel nostro vivere quotidiano. Non sappiamo se tali rassicurazioni saranno capaci di far breccia nel popolo atriano, ma certo rimane la prova provata dell’ennesimo abuso della cattiva politica sulla sovranità del popolo. Lungi anni luce da una mera polemica di parte e spinti esclusivamente dalla assoluta convinzione che la politica sia uno strumento fondamentale di una società evoluta, pervaso di valori universali, vogliamo umilmente citare il pensiero di un grande filosofo del pensiero libero francese del XVI secolo, tal Etienne de la Boètie. Egli, nella sua grande opera “Servitude volontariate“ (discorso sulla servitù volontaria), ammoniva i cittadini a non legittimare il monarca o il tiranno di turno e a non rinunciare alle proprie prerogative personali. Nulla avrebbero potuto infatti i sovrani senza il consenso del popolo, dimostrando di fatto che siamo noi e soltanto noi gli artefici del nostro futuro.

Coordinatore IDV Atri Marcone Vincenzo