E’ NATALE!... POSSIAMO DARE “DEL TU” A DIO!

 

Accade l’inaudito, l’impossibile che solo con lo sguardo penetrante della fede può essere percepito. In uno sperduto villaggio dell’immenso impero romano nasce un bambino, uno dei tanti che in quella notte videro la luce mentre Quirino governavala Siriae lo spietato Erode, un re fantoccio, esercitava il suo potere nella Giudea. Verrà registrato all’anagrafe come figlio di Giuseppe e Maria, onesti operai di Nazareth, cittadina di cui nemmenola Bibbiasi era mai interessata.

Eppure, in quell’angolo di terra che sperimentava lo strapotere di Roma, accadde qualcosa che segnerà  la storia dell’umanità. In quella piccola creatura, teneramente cullata da una giovanissima mamma, milioni di uomini riconosceranno il volto stesso di Dio che veniva a piantare la sua tenda di carne nella storia fangosa dell’umanità.

Tutte le religioni ci raccontano dei tentativi e del desiderio dell’uomo di mettersi in contatto con la divinità percepita come potente e lontana. L’esperienza della fragilità, la consapevolezza dei limiti, la dura prova della inesorabile fine del tragitto della vita, tutto suggeriva all’uomo di alzare lo sguardo oltre i confini del tempo per  chiedere aiuto e favori a un Dio pensato duro e solenne nella sua immensa distanza.

Invece, quella notte di 2012 anni fa, l’Altissimo che aveva intrecciato un rapporto speciale con il popolo d’Israele, sceglie di venire ad abitare in mezzo a noi. E lo fa in una maniera impensabile: non apparendo con la sua potenza, ma con uno stile di debolezza e di povertà che suscita stupore e inquietanti interrogativi.

Non vuole abbagliare l’uomo con il suo splendore, ma conquistarlo con il suo Amore, rispettando, pienamente, la sua libertà. Decide di mettersi in gioco entrando in punta di piedi nella avventura umana, uomo tra gli uomini, chiedendo di essere accolto come Amico, riconosciuto come il Signore  che vuole stabilire rapporti nuovi con l’umanità disperata e desiderosa di libertà vera e di gioia autentica.

Da allora niente è più come prima. Quel Bambino sarà perseguitato, osteggiato, rifiutato dal potere, amato dagli ultimi, dai poveri, dalle persone semplici e dagli emarginati. La storia con lui cambia radicalmente. Un vocabolario nuovo entra nel linguaggio dei popoli, le parole della speranza frequenteranno le labbra di coloro che  lasciano conquistare dalla stupenda bellezza del suo messaggio.

Anche chi non crede non può fare a meno di stimarlo, anche chi volta le spalle alla luce preferendo le tenebre non può restare indifferente e non può sfuggire all’interrogativo: “…e se fosse vero? Se realmente in quel Bambino è nato l’Amore in mezzo a noi?”…

L’uomo, da quel lontano Natale, può dare ‘del tu’ a Dio: ecco la gioiosa notizia che attraversa i secoli e raggiunge anche noi, in questi tempi di austerità e di crisi che rivela la fragilità del nostro effimero benessere.

Dio non è più lontano: ha il volto di un neonato che cerca il seno acerbo di una giovane mamma e bussa, delicatamente, alle porte dei nostri cuori…

“Venne tra la sua gente, e i suoi non lo accolsero”, scrive l’evangelista Giovanni che, poi, aggiunge: “ma a quanti lo accolsero ha dato il potere di diventare figli di Dio” . E’ tutto qui il “mistero” del Natale. Sta a noi scegliere, con libertà e, soprattutto, con amore.