SI PUO’ ANCORA SPERARE?

I DINOSAURI NON MOLLANO

 

 Ritorno al futuro. Anzi no. Si sperava che dalle macerie fumanti dei due più grandi partiti italiani (almeno quelli che risultavano tali alle ultime politiche) potessero spuntare germogli di novità, invece, nel giro di pochi giorni due fatti hanno generato un improvviso corto circuito temporale: la sconfitta di Renzi alle consultazioni del Partito Democratico e il colpo di coda di Berlusconi. Le primarie del Partito Democratico, nonostante che l'evento sia stato accompagnato da forti toni enfatici (ma la nostra non è ancora una Repubblica parlamentare?!), ha restituito, grazie anche al sistema di voto, un risultato inconfutabile e cioè la vittoria dell'uomo dell'apparato, ovvero di colui che ne faceva parte sin dai tempi del Partito Comunista, votato dunque – oltre che naturalmente dalla sinistra ideologica di Vendola e dal sindacato più estremo – da tutti coloro che si riconoscono nei dinosauri del partito (compresi i centristi rimasti all'era glaciale); questo basta e avanza per rendere eccezionale l'affermazione del Sindaco di Firenze e per abbracciare la tesi di chi sostiene che la candidatura di quest'ultimo alle prossime elezioni politiche avrebbe potuto raccogliere ben più consensi dell'attuale Segretario del PD.

Ma qualche parola in più va spesa per il ritorno del Caimano. E' apparso quantomeno singolare che l'abile e spregiudicato imprenditore abbia deciso nuovamente di correre per la Presidenza del Consiglio nonostante tutti gli indicatori, nazionali e internazionali, gli fossero contro ("torno per vincere non per posizionarmi" ha affermato!). Propaganda a parte, vien da pensare: e se puntasse al male minore? Un vecchio adagio dice che se non è possibile attaccare, bisogna difendere le posizioni e, in tal senso, Berlusconi ha molto da fare. Facciamo una piccola analisi. Secondo i sondaggi, è verosimile che il prossimo parlamento sia occupato per la maggior parte da centro-sinistra e Movimento 5 stelle i quali stavolta, per i temi a lui cari (conflitto d'interessi, magistrati, corruzione, televisioni, legge elettorale…), sicuramente – per dirla con il suo compagno d'avventure Previti – non faranno prigionieri (per loro sarebbe la fine agli occhi dell'opinione pubblica). Quale poteva essere allora la cosa migliore da fare per cercare di riequilibrare al centro il prossimo governo e ottenere interlocutori più malleabili? Semplice, sparigliare le carte delle preferenze di voto. E nell'intento sembra essere perfettamente riuscito stando agli avvenimenti che si sono verificati subito dopo che il PDL ha deciso di staccare la spina a Monti. Il Premier infatti, dapprima ha espresso la volontà di interrompere immediatamente il suo mandato e successivamente ha fatto anche capire che sta riflettendo su una sua eventuale nuova candidatura alla guida del Paese. Bersani, che già stava pensando all'arredo di Palazzo Chigi, si è allarmato non poco e, consapevole del potenziale elettorale di cui gode il Professore (a cui indiscutibilmente bisogna riconoscere il merito, al di là di ogni ulteriore valutazione, di aver offerto un'immagine migliore dell'Italia), si è subito precipitato a dire che "Monti farebbe bene a tenersi lontano dalla competizione elettorale" arrivando addirittura a manifestare la sua volontà di aprire al "centro" dopo il voto. Ma la conferma di quanto espresso fino adesso l'ha data nelle ultime ore lo stesso Berlusconi dichiarando che sarebbe disposto a fare un passo indietro se Monti accettasse di mettersi alla guida di una coalizione di centro. Un vero volpone!

Vedremo cosa succederà. Comunque tutto questo era per dire che i "nominati", mentre continuano i loro giochi per non perdere il potere, non sembrano affatto turbati di una popolazione che ha smesso da un pezzo di sognare in un Paese dove il 10% delle famiglie – come ripete la Banca d'Italia - detiene il 46% della ricchezza. Ormai appare chiaro a tutti che da almeno 20 anni in Italia è esistito solo il partito degli interessi, trasversale all'intera società italiana, composto da politici, banche, finanza, imprenditori, poteri occulti, mafia, lobby, ecc. e che l'unico cambiamento possibile è quello dal "vecchio" al "nuovo" in ogni singolo frammento della vita pubblica (politica, giustizia, scuola, sanità, pubblica amministrazione…), inteso come passaggio dall'interesse personale al bene comune, dal torbido alla trasparenza, dalla raccomandazione al merito, dall'intrallazzo all'onestà, dalla mediocrità all'efficienza. Occorrerà veramente una nuova Repubblica culturale, morale e civile. Forse sarà più facile credere alla prossima fine del mondo!

IL BARONE ROSSO-VERDE