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- Pubblicato Mercoledì, 24 Maggio 2017
IL PD E LA PROVINCIA DI TERAMO
UN NUOVO PARTITO PER RILANCIARE IL TERRITORIO
La provincia di Teramo, il suo capoluogo, le sue vallate, i centri dai più grandi al più piccolo, sono investiti da una crisi che ci colpisce più che in altre realtà. Ma più che in altre realtà da troppo tempo c’è una grande assente: la politica. Questo territorio ha un disperato bisogno di recuperare una dimensione progettuale e strategica che solo la politica, con il suo sguardo lungo è in grado di dargli. Ciò che ci permette di gestire il presente e che ci ha consentito di vivere stagioni di benessere diffuso è frutto di scelte compiute decenni fa da chi, attraverso gli strumenti della partecipazione politica, ha progettato il futuro. Oggi c’è un evidente e pericoloso deficit di idee e di pensiero politico che non può che non preoccuparci e che va colmato. Cominciando ad immaginare un Partito Democratico della provincia di Teramo diverso da quello attuale, che riconquisti autonomia politica rispetto ai protagonismi e ai destini dei singoli. Perché il PD riveste un ruolo cruciale per lo sviluppo di questo territorio, ne è praticamente il responsabile poiché è alla guida dei governi nazionali, regionali e provinciali. Dobbiamo assumerci fino in fondo le nostre responsabilità e vogliamo essere i primi a farlo perché il nostro obbiettivo non è questo o quell’assetto interno ma un futuro di benessere e di crescita per la provincia di Teramo e l’Abruzzo. E allora non sarà più possibile dirigere un partito senza partecipazione e con le scorciatoie dei commissariamenti poiché il tema è quello di includere e dirimere i conflitti, non allontanare e scegliere l’uno rispetto all’altro. Basta con i commissariamenti. Servono soluzioni politiche ed iniziative, ascolto e presenza costante da parte di un coordinamento provinciale del partito che sia sostegno e supporto ai gruppi dirigenti locali, come dovrebbe avvenire nei casi simbolo di Teramo e Silvi e dove invece si brandiscono nuovamente commissariamenti o avviene un palese disinteressamento. Bisogna impedire che il Partito Democratico, soprattutto agli occhi di cittadini ed elettori, appaia e divenga il partito di 2 o 3 persone, o ancor peggio mero gestore di potere o strumento per le carriere istituzionali di pochi. Questa impressione la si sconfigge allargando il gruppo dirigente, rinnovandolo e riqualificandolo, anche dopo la scissione di Articolo 1 che imporrà necessariamente una radicale ristrutturazione del nostro partito e una riflessione sulle alleanze, elettorali e nel governo degli enti, per troppi casi affrontate senza la necessaria condivisione e coerenza. Il Partito Democratico deve innanzitutto tornare ad essere una comunità, accogliente e attiva, dove si aderisce e non ci si affilia per ribadire la fedeltà ad una filiera di potere locale. Siamo apparsi per troppo tempo questo e dobbiamo dimostrare il contrario. Sarà quindi fondamentale ridare respiro a un territorio troppo chiuso su se stesso e involuto in una dinamica provinciale che lo esclude da ogni influenza o discussione esterna esaltando le connessioni con il partito nazionale e caratterizzando la nostra attività politica anche per far conoscere le tante riforme del nostro Governo.
Bisogna al più presto concentrarsi su un programma funzionale che serva a rilanciare l’economia, il lavoro e la crescita di Teramo e Provincia. Il Partito Democratico deve produrre una grande e articolata iniziativa di proposta politica e di azione di governo sui temi su cui investire a partire dalle sue vocazioni: il turismo, la formazione e la ricerca, la piccola e media impresa e l’agricoltura. Questi e altri argomenti sui quali al più presto proponiamo di organizzare tavoli di confronto, coinvolgendo le migliori competenze locali ma soprattutto esterne, anche per formare e mettere in campo una classe dirigente preparata e attrezzata alle sfide che la competizione tra territori richiede.
Questo è il ruolo del PARTITO DEMOCRATICO, questi sono gli obiettivi che vogliamo PER IL PARTITO DEMOCRATICO.