IL GRANDE EVENTO E LA NOSTRA TERRA

IL CENTENARIO DI FATIMA E IL LEGAME CON L’ABRUZZO

Il 13 maggio 2017 ricordiamo il primo centenario delle apparizioni di Fatima, alla Cova di Iria (=avvallamento di Irene). Maria Santissima apparve ai tre pastorelli, Francesco, Giacinta e Lucia (i primi due saranno canonizzati proprio durante la prossima visita in Portogallo, da Papa Francesco), per sei volte, sempre nel 1917, in piena Grande Guerra.

Scorgiamo alcuni legami tra gli eventi di Fatima e l’Abruzzo. Il 13 maggio, è una data legata a S. Roberto Bellarmino, dottore della Chiesa, Arcivescovo di Capua e confratello di Papa Francesco, come figlio di S. Ignazio. Di conseguenza, era confratello degli Acquaviva, Claudio e Beato Rodolfo, entrambi nati in Atri. Nel XIX sec. il legame con l’Abruzzo viene rinnovato, con la venuta a Tossicia, del Conte Giulio Cervini, discendente di S. Roberto, per motivi professionali.

Il figlio Cav. Ranieri, Sindaco della Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo, morto ultracentenario nel 1995, scrittore e sportivo, si stabilì nella città pretuziana. Fu segnato dalla prematura morte del papà, nel 1910, e ricordò la veloce canonizzazione di S. Roberto Bellarmino, nel 1930. La beatificazione arrivò in ritardo, per un rallentamento del processo e anche per la soppressione della Compagnia di Gesù. Trenta anni prima era stato beatificato, assieme agli altri compagni martiri, il Beato Rodolfo, grazie a Leone XIII che aveva un fratello gesuita.

L’altro legame riguarda il Papa che approvò nel 1930 le apparizioni, Pio XI. Da Prefetto della Biblioteca Ambrosiana, studiava i codici miniati della Cattedrale di Atri e sarebbe venuto nella città acquaviviana per osservarli. Un evento da ricostruire storicamente, come è da ricostruire il legame con P. Domenico Tavani, Ministro Generale dei Minori Conventuali, nelle cui mani professò S. Massimiliano Kolbe, presso la cappella dell’allora Collegio Internazionale di S. Teodoro, nell’omonima via romana. P. Tavani, originario di Fara S. Martino, era stato dimenticato dai compaesani e, solo nel 2004, più di mezzo secolo dopo la morte, avvenuta a Grottaferrata, è stato menzionato dalla storica farese Giannina Di Cecco Di Marino, nipote di Francesco Alleva, fondatore di una scuola in Perù.

Ma il Papa di Fatima per antonomasia è Pio XII, il Sommo Pontefice che ridisegnò la geografia ecclesiastica dell’antico Piceno. Nel 1949 separò la diocesi di Atri da Penne e la unì, in perfetta uguaglianza, a Teramo. Designò Vescovo il suo amico, Mons. Gilla Vincenzo Gremigni, il cui ingresso fu celebrato l’8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione. Undici mesi dopo Papa Pacelli promulgò il dogma dell’Assunzione in corpo e anima di Maria SS. in Cielo e fu grande festa per la Cattedrale di Atri, dedicata a S. Maria Assunta, anche se molti documenti non si riferiscono al quarto mistero della gloria.

Pio XII inoltre accolse la supplica in latino, del Prof. Giuseppino Mincione, insigne latinista e docente universitario, nato al Cielo due anni fa, per la beatificazione di Suor Elisabetta Agata Jacobucci, francescana alcantarina, vissuta tra Campania e Lazio.

Il primo Papa felicemente regnante pellegrino a Fatima, il Beato Paolo VI, è legato ad Atri, perché nel 1964, dichiarò la Cattedrale, Basilica Minore, privilegio in diocesi soltanto del Duomo di Teramo e del Santuario di S. Gabriele e di pochi altri edifici sacri in Abruzzo. La promozione coincise con il ripristino della Cattedrale, dopo i penultimi grandi restauri (1954-64). Il Papa fu presente simbolicamente con il legato, Card. Fernando Cento e, di nuovo, neanche due anni dopo, con il Card. Ildebrando Antoniutti, felice coincidenza, proprio nell’imminenza dell’anniversario della prima apparizione.

Il secondo Papa, sempre regnante, a Fatima, S. Giovanni Paolo II, mise piede in Atri, il 30 giugno 1985, per la conclusione del Congresso Eucaristico Diocesano. La notizia fu conosciuta nell’inverno precedente, e quella domenica, l’elicottero si fermò al campo sportivo. Il Papa polacco incontrò gli ammalati, assistiti dall’Unitalsi e le clarisse, uscite eccezionalmente dal monastero di S. Chiara, in Cattedrale.

In quell’occasione fu presentata al Papa la prima pietra dell’erigenda chiesa del Cuore Immacolato di Maria, al villaggio del fanciullo, a Silvi Marina, una delle parrocchie della diocesi di Atri, ancora unita “aeque principaliter” a Teramo. Era presente, quasi nascosto, l’indimenticabile compianto Parroco Don Enrico Liberatore che, neppure un anno dopo, avrebbe cominciato la sua peregrinazione tra i luoghi dello spirito, partendo dai Trappisti delle Frattocchie.

La festa della Madonna di Fatima, con la processione “aux flambeux” è stata prerogativa della Parrocchia di S. Gabriele, in sinergia con la cappellania ospedaliera e della sottosezione foraniale dell’Unitalsi. Sono intervenuti pure gli Arcivescovi Francesco Cuccarese e Giuseppe Molinari, ora emeriti rispettivamente di Pescara-Penne e L’Aquila, per la presidenza della S. Messa nella festa mariana.

Fatima, per molti, è stata meta di pellegrinaggio, almeno una volta nella vita. Nell’Estremo Occidente, la Madonna ha stabilito la sua piazzaforte, quasi l’altare del mondo, dove si radunano sacerdoti, religiosi, suore, laici, giovani, adulti, anziani e bambini per elevare al Signore la preghiera e il ringraziamento per i benefici donati.

SANTINO VERNA