La bella esperienza dei "piccoli francescani"

CAMPO REGIONALE ARALDINI A SILVI

Per il ponte di S. Marco, l’edizione numero due del campo regionale Araldini, con il tema dell’Arcobaleno, si è tenuto a Silvi Marina, presso l’istituto delle Apostole del Sacro Cuore. L’anno scorso, sempre per l’anniversario della liberazione, si era partiti con Ofena.

La scelta della cittadina rivierasca è stata motivata dalla forte presenza, ormai ventennale, degli Araldini, diretti da Renato Orlando, presso la Parrocchia di S. Maria Assunta. Un’esperienza di francescanesimo che culmina con la professione nell’OFS (Ordine Francescano Secolare). Il lungo cammino ha attinto le forze dalla Parrocchia di S. Antonio in Pescara, dove nel 2013, è tornato l’Araldinato.

Silvi, a sua volta, ha generato il gruppo Araldini di Marina di Città S. Angelo, presso la parrocchia di S. Agostino, il cui territorio comprende la fascia costiera tra la Piomba e il Saline e tutte le nuove costruzione all’ombra della moderna chiesa. Erano presenti i gruppi di Silvi, Pescara S. Antonio, Pescara Colli, Penne, Chieti, Brecciarola, Ortona, Città Sant’Angelo e Capestrano.

Gli Araldini sono i piccoli francescani, il cui nome deriva da S. Francesco Araldo del Gran Re. Sono assistiti spiritualmente dai frati del Primo Ordine, come avviene per la Gi.fra (Gioventù Francescana) e l’OFS. Erano accompagnati da Fra Santino Verna, assistente degli Araldini di Pescara S. Antonio e Fra Alberto Cicone, cappuccino, assistente degli Araldini di Penne.

Il primo momento significativo del campo, la S. Messa, domenica 23 aprile, nella chiesa dell’Assunta, presieduta da P. Massimiliano Baccile, assistente della sottosezione Unitalsi di Atri e di varie fraternità dei francescani secolari in Abruzzo. L’animazione è stata affidata ai giovani della Gi.fra con l’esecuzione di alcuni brani francescani, mentre una rappresentanza degli Araldini ha proclamato le intenzioni della preghiera dei fedeli. Due coniugi rinnovavano il patto d’amore dopo 50 anni di matrimonio, circondati da figli e nipoti, vicino all’altare e i bimbi abruzzesi hanno potuto constatare la vitalità della Parrocchia dell’Assunta, una “grande famiglia francescana” come diceva l’indimenticabile P. Enrico Cipollone, Parroco nei primi anni del dopoconcilio.

E’ stato affrontato il tema delle emozioni, e nei gruppi sono venute fuori tante storie, come le paure. Tra queste quelle degli animali feroci e selvatici. Una discussione che ha aperto tante finestre sull’Abruzzo, con la natura e i suoi sgargianti aspetti. In sintonia con il francescanesimo, anche se Francesco è stato un cantore del creato teologicamente inteso, e non un animalista che prepara una cervellotica cena verde per non consumare l’agnello o il vitello.

Il geologo Matteo Fabiani di Pescara Colli, instancabile animatore, ha reso meravigliosa la discussione, parlando della sua esperienza del servizio all’altare in Assisi, quando, durante l’elevazione gli entrò una vespa tra la pelle e la tunica. E i bimbi tutti con gli occhietti sgranati.

Alle 21 della domenica, la veglia di preghiera, con l’offerta del cuore a Gesù. L’immagine del Crocifisso di S. Damiano, ha accompagnato tutti i momenti. Il giorno seguente è stato caratterizzato da laboratori e drammatizzazioni, con l’uscita sul lungomare di Silvi, per le prove e le idee da mettere in cantiere. Già si sentiva il profumo dell’estate, con i cicloamatori in tenuta completa e la gente a passeggio per la degustazione dei primi gelati.

La sera del secondo giorno ha avuto il taglio teatrale, con il coordinamento di Vanni Malandra, un artista a 360 gradi, reduce dal successo, durante i festeggiamenti di S. Reparata in Atri, al Comunale, con “Forza, venite gente”, l’evergreen del Santo Poverello di Assisi, presente nei cuori e nelle menti di tutti i francescani. E, ovviamente, ha interpretato lui S. Francesco, e si è ben immedesimato nel personaggio, con il fisico asciutto e la barba castana. Oltre, per la professionalità teatrale e la calda voce. Si è particolarmente distinto il gruppo di Brecciarola, nella periferia di Chieti, ormai una sola metropoli con Pescara, dove la presentatrice Serena Sablone, tra il serio e il faceto, e tra la rivalità e la partigianeria, ha definito la città dannunziana “Barcellona dell’Adriatico”. In quelle ore la matematica decretava la retrocessione nella serie cadetta del Pescara, sconfitta dalla Roma allo stadio di Porta Nuova, ma i ragazzini non interessava più di tanto.

Il campo è terminato nella tarda mattinata del 25 aprile. Il tempo buono è stato un meraviglioso ingrediente, per gustare la bellezza del creato. Il prossimo appuntamento è il campo nazionale, dal 12 al 16 luglio, in Assisi. Ma ci saranno altri incontri tra la primavera e l’estate, nelle varie fraternità, e per gli Araldini ci sarà un momento particolare nell’imminenza della festa di S. Antonio, patrono della Parrocchia, e il Santo francescano più legato al mondo della fanciullezza. In Portogallo esistono persino dei peluches di S. Antonio con Gesù Bambino in braccio. E così i bimbi familiarizzano con il più illustre figlio della loro terra. Peccato che in Italia qualcuno ha fatto diventare S. Antonio solo un testimone della fede che fa trovare il marito alle ragazze, e, perché di Padova, un taumaturgo vicino a Bossi e Salvini.

SANTINO VERNA