MAGO ZURLI', L'AMICO DEI BAMBINI

CINO TORTORELLA, UN PILASTRO DI MAMMA RAI

Il 23 marzo, a Milano, ha concluso la giornata terrena Cino Tortorella, alias Mago Zurlì, dopo una vita di intenso lavoro televisivo, culturale e sociale. Era nato a Ventimiglia, nel 1927, da famiglia lucana, anche se non aveva l’accento meridionale. Ironia della sorte, si ritrovò nella trasmissione condotta puntualmente in autunno, per quasi mezzo secolo, accanto ad un’altra lucana, Mariele Ventre, mitica direttrice del Piccolo coro dell’Antoniano di Bologna.

Cino, il cui nome di Battesimo era Felice, aveva perso il papà prima della nascita, e dopo aver frequentato il liceo a Sanremo, si trasferì a Milano per gli studi universitari. Nel contempo si dedicò allo spettacolo e alla cultura, e avviò lo Zecchino d’Oro, non una Sanremo per bambini, ma un festival di canzoni, con protagonisti i bambini, all’insegna della fratellanza e della pace. Da Milano il trasferimento a Bologna, dove lo spettacolo canoro fu assunto dai frati osservanti della provincia di Cristo Re, a partire da P. Ernesto Caroli e P. Berardo Rossi.

Fino al 1972, Tortorella interpretava Mago Zurlì, “il mago del giovedì”, e divennero famosi gli scketch con Topo Gigio e Richetto, entrambi interpretati dall’artista siciliano Peppino Mazzullo. Quasi un poker del Regno delle Due Sicilie all’Antoniano, se vi mettiamo pure la figlioccia di Cino, Cristina D’Avena, originaria di Apricena (comune diventato famoso a Pescara 29 anni fa), la cui carriera canora è cominciata proprio con lo Zecchino d’Oro, dove è tornata più volte, ormai cantante per bambini affermata, soprattutto attraverso le sigle dei cartoni.

Da Mago Zurlì, Cino Tortorella, presentò diversi spettacoli in tutta Italia e il giro toccò anche Atri, dove alcuni bambini si esibirono con brani dello Zecchino d’Oro. Dimessi i panni del mago, con la calzamaglia e la brillantina nei capelli, Cino si pose davanti alle telecamere negli abiti di un comune presentatore televisivo, facendo la battuta, quando intervistava un bambino paffutello, circa la permanenza a Bologna, con l’allusione ai tortellini. Tortorella, l’abbiamo riscoperto tardi questo fatto, era anche un esperto di enogastronomia, a dispetto della magrezza.

Tra le innumerevoli apparizioni televisive, ricordiamo pure una lettura alla S. Messa televisiva di Rai 1, trasmessa dall’Antoniano, l’8 ottobre 1995, in occasione della giornata delle comunicazioni sociali, prima dell’inserimento nella settimana della comunicazione, organizzata dalla Società S. Paolo. Mariele era minata dal male del secolo, e nonostante la sofferenza, guidò i canti liturgici della celebrazione presieduta dal fondatore, P. Berardo Rossi. La voce fuori campo fu affidata al suo confratello e amico della provincia toscana, P. Ferdinando Batazzi, sempre misurato nelle definizioni, anche se disse “la bravissima Mariele Ventre”, quando annunciava i protagonisti della celebrazione. La prima lettura fu affidata a Cristina D’Avena, ma per i lettori non ci fu la menzione.

Per un contenzioso con P. Alessandro Caspoli, nuovo direttore dell’Antoniano, Cino Tortorella lasciò l’amata trasmissione e si dedicò ad altre attività mediatiche a Milano. Molto legato alla sua famiglia, nella vita privata era come davanti alle telecamere.

Ambasciatore dell’UNICEF, con Cino Tortorella, se ne va un altro pezzo di RAI. Una TV di Stato a servizio di un Paese che risorgeva dalle macerie della guerra e già cominciava ad accusare i guasti della scolarizzazione di massa. Lo Zecchino d’Oro rimane un appuntamento importante nel palinsesto di mamma RAI, come il festival di Sanremo e poche altre trasmissioni.

Infine, un legame con Atri. La chiesa dell’Antoniano di Bologna è stata spesso una tappa spirituale delle tante peregrinazioni ciclistiche dell’atriano Giovanni Palma e del suo amico Salvatore Portaluri, originario di Maglie, quindi concittadino di Aldo Moro e Mario Consiglio. Trapiantati per motivi di lavoro a Bologna, la bicicletta è stata una compagna per tenersi in forma e tenere viva l’amicizia. Il moderno Santuario di S. Antonio, è stata una clinica spirituale e lo è ancora adesso per i due amici, residenti ancora nel capoluogo emiliano.

SANTINO VERNA