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- Pubblicato Sabato, 10 Dicembre 2016
- Scritto da Santino Verna
PEPPINO TROILO, STORICO TECNICO DELLA RAI, E’ ANDATO IN PENSIONE
UNA VITA SEGNATA DALL'INCONTRO DELLA REALTA' CON SCAGLIE DI FANTASIA
Con una rimpatriata di vecchia e nuova RAI della sede di Pescara, ha festeggiato il collocamento in pensione, Peppino Troilo, uno degli storici tecnici di Via De Amicis che ha pure spento la sessantesima candelina. Nativo di Gessopalena, da molti anni vive a Francavilla al mare con la famiglia e per questo l’evento si è tenuto nella città di S. Liberata, con un tripudio di delizie gastronomiche abruzzesi, affiancate dal buon vino di Valdobbiadene.
Peppino è stato uno di quei tecnici presenti sabato 15 dicembre 1979, giorno dell’avvio del TG3. Il primo volto dalla sede di Pescara, l’allora Capo Redattore Peppe Mori, alla fine della lunga carriera nell’azienda. Il telegiornale fu condotto da Giovanni Verna, più tardi Capo Redattore, e in quegli anni direttore del settimanale diocesano di Teramo-Atri. La parte sportiva, sempre staccata dal telegiornale “civile” fu affidata a Domenico Marcozzi, grande esperto di rugby, lo sport maturato in ambito universitario all’Aquila, in perenne rivalità con Pescara. Nel telegiornale comparve un servizio di Luigi Parisi che confermò la profonda attenzione al sociale, mentre il “Barba”, com’era affettuosamente chiamato da Mario Bossone, il conterraneo Peppe Mori, diede l’annuncio della prima visita ufficiale in Abruzzo, di S. Giovanni Paolo II, abbozzando il programma.
Tra i presenti, Mimmo Marcozzi, da alcuni anni in pensione. Ha ribadito il profondo attaccamento di Peppino Troilo alla RAI, oggetto di tante trasformazioni. La TV di Stato, ricordava il direttore di sede Mauro Trapani, ha due peculiarietà rispetto alle “cugine” commerciali: la radiofonia e le sedi regionali. La prima viene considerata il fanalino di coda, perché non offre le emozioni del piccolo schermo, mentre le sedi, corrispondenti nella maggioranza dei casi al capoluogo di regione, assicurano una presenza sul territorio, senza grossi movimenti da Aosta a Palermo.
C’erano pure l’attuale Capo-Redattore, Silvano Barone e l’emerito, Domenico Logozzo, da più di un quarto di secolo in Abruzzo, proveniente dalla Calabria. Per questo ha ricordato il senso dell’ospitalità, comune ai calabresi e agli abruzzesi, vissuti per secoli sotto il tetto del Regno delle Due Sicilie, menzionando Mons. Giancarlo Bregantini, Arcivescovo di Campobasso-Boiano e Vescovo di prima nomina di Locri-Gerace, alla cui diocesi appartiene Gioiosa Jonica, paese natale del Dott.Logozzo. “Favorite” è la parola d’ordine del silano e dell’uomo della Maiella, quando arriva l’ospite.
La pagina più dolorosa della carriera in RAI di Peppino Troilo, il terremoto dell’Aquila, all’inizio della Settimana Santa del 2009. L’ha vissuto a pieni polmoni l’inviato Umberto Braccili che ha scritto un interessante libro su Onna, presentato in più di 70 sale della regione. Peppino, in piena notte, si precipitò subito nel capoluogo per le riprese e il montaggio e le sue immagini, in tempo reale, furono trasmesse in tutto il mondo. Potere dell’era internetica! Ma anche e soprattutto della dedizione e dell’attaccamento al lavoro dell’operatore di Gessopalena.
Tifoso della Juventus, Peppino, ha esultato quasi quattro anni fa per l’elezione di Papa Bergoglio. Un Pontefice ligure-piemontese, parente di Omar Sivori, con la discreta passione del calcio, da buon argentino, ma tifoso del S. Lorenzo, la squadra latinoamericana, il cui rossoblu richiama sì i colori sociali del Genoa, ma anche le vesti della Madonna della Guardia, il Santuario dei genovesi.
Il tifo bianconero era condiviso con Mario Santarelli, il cui umore domenicale era condizionato dall’esito di Juve, Pescara e Vastese. E con Giovanni Verna, tifoso meno acceso della squadra subalpina, perché si era dedicato alla cronaca politica, all’informazione religiosa e alla cultura. Ma ogni tanto nel primo pomeriggio della domenica, faceva un salto a Porta Nuova, per la partita del Pescara, sorridendo della trasformazione di compiti professionisti in divertenti urlatori, oppure sbirciava, nello studio accanto, la partita trasmessa solo per la sede regionale, con Santarelli, sempre elegante nei minimi dettagli, persino nel toscano che fingeva di fumare, per completare l’opera.
Della vecchia RAI erano presenti Franco Totoro, anche lui di Gessopalena come anche il tecnico Vincenzo Melchiorre, Nicola Marini e Antimo Amore, una rappresentanza del mosaico regionale di una terra dove ancora si è stabilito un capoluogo nel vero senso della parola. Ci sarebbe voluto Mario Santarelli che proclamava la superiorità di Pescara sull’Aquila, rievocando il succulento pranzo offertogli come risarcimento per aver sentito per un’oretta, insulti sulla città del Vate.
Mancano certamente quegli aneddoti di Mario, dove la realtà incontrava scaglie di fantasia, come in una fiaba di Andersen. Ma con lo straordinario vantaggio del sole più forte della terra d’Abruzzo, le vibranti tradizioni dell’anno, la cattolicità un po’ infantile, la solidarietà ancora presente nei paesi dove anche uno sgualcito elenco di consiglieri comunali serve a ricostruire parentele, comparitici e antichi vicinati.
Dulcis in fundo, la partecipazione straordinaria di Gianni Gaspari, partito da Pescara tanti anni fa, per entrare nell’agone della critica cinematografica. E la conversazione scivola su S. Francesco. Dopo tanti anni convergiamo su un punto, forse perché toccati nelle corde dell’emotività, il migliore in assoluto rimane sempre “Fratello sole, sorella luna”.
SANTINO VERNA