VICENDA GAL, lL SINDACO RISPONDE A ITALIANI

ASTOLFI: NON ABBIAMO PERSO NULLA, C'E' IL RICORSO AL TAR"

Riguardo alla vicenda del G.A.L., nulla è stato perso in quanto c'é un ricorso pendente al Tar, che sarà discusso a gennaio 2017 e che riguarda il reinserimento del G.A.L. teramano nella graduatoria, inoltre i 3 milioni e oltre a cui fa riferimento Italiani riguardano il progetto complessivo di tutto il G.A.L. e quindi di 26 comuni della provincia di Teramo, per un totale di circa 120 mila abitanti, non della sola città di Atri”. Con queste parole il sindaco di Atri, Gabriele Astolfi, replica a quanto dichiarato agli organi si stampa dal consigliere Umberto Italiani, il quale sostiene che la città ducale avrebbe perso più di 3 milioni di euro di risorse aderendo al raggruppamento dei Comuni della montagna.

E’ bene precisare a questo proposito – continua il sindaco - che la decisione di aderire al raggruppamento dei Comuni della montagna è stata presa quando assessore alle Politiche Agricole del nostro comune era proprio Italiani, periodo nel quale non ci risulta siano arrivati fondi al nostro comune. Una decisione che, contrariamente a quanto sostiene ora il consigliere, non ci pone affatto ai margini della Provincia di Teramo, ma è stata una scelta quasi obbligata, considerando che il G.A.L. dovrebbe essere di supporto ai Comuni montani e dell'entroterra. Sono certo che a gennaio 2017 il Tar accoglierà il ricorso e che quindi il nostro G.A.L. sarà posto in graduatoria”.

Un aspetto che il consigliere Italiani, pur avendo ricoperto la carica di assessore all'agricoltura, evidentemente non sa, - continua Astolfi - oppure dimentica, è che nella nuova legge regionale del G.A.L. le risorse sono state quasi dimezzate e non sono previsti contributi alle aziende agricole e ammodernamento degli impianti, ma finanziamenti solo al turismo sostenibile, a progetti agricoli, agriturismo, promozioni culturali e patrimonio artistico. Per 24 anni c'é stato un solo G.A.L. nelle provincia di Teramo che interessava solo i paesi collinari e montani, avendo come vocazione la promozione delle zone interne; poi la nuova legge regionale, in maniera incomprensibile e in disaccordo con le norme europee di riferimento, ha esteso l'ambito a quasi tutto l'Abruzzo, comprese le zone di mare, facendo perdere al G.A.L. i principi secondo i quali era nato”.