Riordino delle Provincie

QUALI PROSPETTIVE PER ATRI?

Di recente il Governo ha finalmente approvato le linee guida per il riordino delle Provincie. Si tratta di alcune note esplicative che vanno a chiarire definitivamente l’iter che dovrà essere seguito, oltre a far luce sui possibili scenari futuri. In particolare, oltre a ribadire i requisiti minimi per il mantenimento (ricordo 2.500 kq e 350.000 abitanti o comunque l’essere capoluogo di Regione), ha chiarito l’impossibilità di poter procedere a fusioni tra aree soppresse o acquisizione di territori.

Ma veniamo al caso Abruzzo. Solo la Provincia di Chieti oggi ha i requisiti per essere una “Nuova Provincia”; per L’Aquila, invece, il mantenimento dipende dal fatto che è il nostro capoluogo di Regione. Teramo e Pescara quindi le sacrificate. Sic!

Nelle settimane scorse sono state numerose le ipotesi messe in capo per mantenere la Provincia di Teramo. Una su tutte, l’acquisizione di territori dal Pescarese; in alternativa, la fusione tra Teramo e Pescara (l’ipotesi migliore per Atri). Invero, nulla di ciò sarà possibile, infatti, il Governo ha specificato che né dei territori potranno spostarsi da Provincia a Provincia e né delle Provincie soppresse potranno unirsi tra loro per raggiungere i requisiti minimi utili.

Chiarito ciò, gli scenari possibili potranno essere solo due: o fare una Provincia Chieti-Pescara-Teramo e lasciare sola L’Aquila o farne due L’Aquila-Teramo e Pescara-Chieti.

Imbarazzante pensare che tra pochi mesi potremmo dire Atri Provincia di L’Aquila o scrivere Atri (AQ). La storia del nostro territorio e della nostra Città ci porta altrove e le dinamiche del presente, ci fanno guardare in altre direzioni.

Tra pochi giorni il CAL (Consiglio delle Autonomie Locali), invierà la proposta alla Regione, che a sua volta la invierà al Governo. Quest’ultimo, però, avrà la parola finale, potendo ribaltare qualunque proposta del territorio e della politica locale.

Certo è chiaro che Atri avrà a che pensare nell’eventualità in cui dovesse passare sotto L’Aquila. In questo caso, che fare, avviare l’iter per la “secessione”, magari con Pineto e Silvi (qualcuno aggiungerebbe tutta la Val Fino e l’area del Vomano) o diventare tutti “quatrani”?

Personalmente opto per la prima ipotesi!

Davide Calcedonio