Un uomo e la sua storia

AUGURI PER GLI OTTANTA ANNI DI VITTORIO MAZZIOTTI

Il Rag. Vittorio Mazziotti, cantante atriano, compie 80 anni, il 12 novembre. Nato in Atri, da Umberto e dalla Maestra Evelina Di Luzio, il papà era atriano, la mamma di Castiglione Messer Raimondo. Proveniva da una delle famiglie menzionate dal Can. Luigi Illuminati nell’opera “Un paese d’Abruzzo nella seconda metà dell’Ottocento” dove il sacerdote atriano, docente nella prestigiosa università di Messina, ripercorre l’infanzia nel paese dei calanchi e incontra i Mazziotti, titolari di un lanificio e un pastificio, con la casa all’ombra della chiesa di S. Agostino.

Vittorio rimase orfano del papà in tenera età, lui e le quattro sorelle, e nel percorso scolastico ha trascorso un significativo periodo ad Assisi, presso lo storico Convitto, nei pressi della chiesa di S. Caterina (da non confondere con l’omonima cappella nella Basilica Inferiore, dove si tengono le celebrazioni feriali). Una tappa, nell’iter per diventare ragioniere, rievocata ancora oggi, con il raduno degli ex-convittori alla fine dell’anno scolastico di ogni anno.

Ha sposato la Signora Egle Pomante, figlia del Maestro Piero, con una feconda esperienza di insegnante all’estero, e hanno avuto due figli, Umberto e Maria Rosaria, moglie di Christian Castagna e madre di Ennio e Diego. I Pomante, originari di Silvi, sono una dinastia di musicisti che ha lasciato il segno del talento anche nella banda musicale di Atri, tra le più rinomate in Italia.

Anche Vittorio ha coltivato la passione per la musica, condiviso con la sorella Lucia, attraverso il coro “Hatria” diretto dal M° Gino De Petris che all’attività bandistica alternava il folklore, a metà strada tra i due periodi d’oro dei cori in Abruzzo, quello delle Maggiolate di Antonio Di Jorio, Guido Albanese e Aniello Polsi fra le due guerre mondiale e quello del revival negli anni ’70. Il coro dove ha cantato Vittorio girava l’Abruzzo e andava fuori regione, con i tipici costumi, senza grosse ricostruzioni filologiche, riecheggianti quelli ottocenteschi della festa. In quella formazione canora, tra gli altri, ha cantato Antonino Anello, autore teatrale e poeta in vernacolo.

Ma l’attività canora di Vittorio ha avuto l’exploit in questo ultimo quarto di secolo, attraverso uno degli appuntamenti più attesi del cartellone estivo di Atri. Era l’estate 1993, quando in Largo Cherubini, nacque “Poesie e serenate” con l’alternanza di poeti e cantori atriani, con l’accompagnamento dell’orchestra, e la guida solerte del Prof. Nino Bindi. Nella presentazione il docente, anche lui cantore, spiegò che si voleva fare una serata con i talenti locali. E, confetto argentato sulla pizza dolce, con la valorizzazione di larghi e piazzette del centro storico cittadino.

Vittorio ogni anno, con la calda voce e la luminosa eleganza, ha interpretato una serenata, tradizione molto sentita in Atri e altrove, quando sotto le finestre dell’amata, un gruppo di cantori e suonatori professionisti o improvvisati, eseguivano una canzone d’amore. Il fidanzato o lo spasimante, ovvero il committente dell’impresa, non interveniva con il suono e il canto, ma era lì ansioso, nella speranza che l’amata aprisse i battenti. Il miracolo economico, gli anni di piombo, il sistema viario sofisticato, hanno affievolito non poco l’usanza, anche se in questi ultimi tempi, nell’imminenza del matrimonio, la serenata è tornata nell’almanacco biologico degli atriani. Forse con una patina più goliardica, perché il nome della sposa e qualche aneddoto divertente è stato inserito nella canzonetta. Tutto finisce a tarallucci e vino, perché l’ultima nota è il preludio al rinfresco delle ugole.

Quando, nel 1998, la tradizione della notte di S. Lorenzo in Atri è stata ampliata con il trasferimento a Largo Forcella, questa volta con il nome “Serata sotto le stelle”, Vittorio si è riconfermato tra i protagonisti della manifestazione e tutti hanno applaudito l’esibizione. In quegli anni si ipotizzava lo sventramento dello spiazzo per ricongiungersi a Vico Tedeschini, in modo di collegarsi a Corso Elio Adriano, senza passare da Piazza Duomo, ma Largo Forcella è tornata all’attenzione soprattutto per la kermesse agostana, mentre le celebrazioni per la Porta Santa avviavano il decollo.

Vittorio Mazziotti, è stato anche consigliere dell’amministrazione dell’ospedale civile “S.Liberatore” per il PSI, prima della trasformazione in azienda, mentre era ragioniere presso la celebre ditta “Monti” di Montesilvano Marina. All’attività politica ha coniugato la passione per l’arte e l’ambiente, fondamentale nella Atri, ahinoi, segnata da infelici interventi urbanistici con l’immancabile difficile lettura delle linee originarie.

All’amico Vittorio e alla sua splendida famiglia, auguriamo ogni bene per l’importante cifra compiuta, in un mese bello come quello di novembre, con il fruscio delle foglie e l’odore delle caldarroste, e il sottofondo di tanta buona musica, magari da una vecchia radio, emblema di un mondo che ricordiamo sempre con nostalgia e affetto.

SANTINO VERNA