NON E’ TEMPO DI…LENTICCHIE MA DI TRASPARENZA

 

 

Avete presente lo sbarco in Normandia? Ecco, qualcosa del genere accadeva 5 anni fa quando la "lista dei laureati" – per loro stessa ripetuta definizione – nonchè attuale governo della città conquistava Palazzo Acquaviva. Sembrava l'alba di un nuovo giorno: "rivolteremo la città come un calzino", tuonava l'artiglieria verbale dell'esercito di liberazione. Oggi apprendiamo che non hanno soldi neanche per acquistare le lampadine. Anzi, secondo i ben informati, la Polizia Municipale si troverebbe appiedata per l'impossibilità di riparare i mezzi! (ma una volta non era "il biglietto da visita della città"?!)


Mettendo da parte l'ironia, vorrei subito chiarire che non è mia intenzione mettere a nudo le responsabilità dell'attuale amministrazione piuttosto che di quelle che l'hanno preceduta (già da soli riescono bene in questo giochino); come vorrei altresì sottrarre le mie parole da facili schematizzazioni politiche di chi ancora non percepisce che l’unico schieramento rimasto è quello del disagio sociale che ci accomuna tutti. E’ innegabile – e sarebbe grandioso se qualcuno cominciasse a riconoscerlo e mettersi da parte – che siamo di fronte al fallimento di un’intera classe politica che da almeno 20 anni – durante i quali abbiamo assistito al passaggio di treni diretti in altre destinazioni (l'ultimo, Ikea, si è fermato a San Giovanni Teatino) – la sola premura è stata quella di approvare nuovi piani regolatori. E se oggi troviamo una città impoverita, servizi che non vengono erogati, giovani senza lavoro o costretti a farlo a centinaia di chilometri è perchè chi ha amministrato fino adesso non l'ha fatto nell'interesse della comunità (quantomeno non di tutta). A breve ci sarà un nuovo appuntamento elettorale e le stanze che contano saranno frequentate da persone che conoscono perfettamente questo momento di debolezza della politica. A questi atriani voglio rivolgermi. Non accontentatevi di un piatto di lenticchie quale potrebbe essere un lavoro precario, una stanza da realizzare, un pezzo di terra edificabile, ammesso che vi sarà dato... Reclamate invece la trasparenza, chiedete più partecipazione nelle decisioni importanti, esigete di sapere come verranno impiegati i vostri soldi fino all'ultimo centesimo... fatelo per il futuro di questa città e dei vostri figli. E quando sarete chiamati a scegliere, ricordate che nessuna università al mondo potrà mai attestare la moralità, la correttezza, l'onestà e, soprattutto, l'umiltà.

Solo così dimostrerete di essere - come ha detto un bravo giornalista – “cittadini senza collare”.

IL BARONE ROSSO-VERDE