LA SEZIONE DI ATRI DI ITALIA NOSTRA E I PROBLEMI DELLA DISCARICA

IN ATTESA DI ESAURIENTI RISPOSTE

Notizie di stampa, reperibili anche in Rete, non ci lasciano assolutamente tranquilli sulla correttagestione della discarica di contrada Santa Lucia di Atri.

Vorremmo, pertanto, essere rassicurati dalle Autorità in indirizzo, chiedendo in particolare di sapere quanto segue.

1) La “vecchia” discarica è stata definitivamente e correttamente bonificata? In cosa è consistital’eventuale bonifica effettuata? In caso contrario, perché non si è proceduto in tal senso considerato che ilfinanziamento per la creazione del terzo invaso comprendeva una somma per la bonifica e messa insicurezza dei due invasi creati in precedenza?

2) Nel terzo invaso (c.d. “nuova discarica”) vengono solo conferiti rifiuti secchi? Chi esercita icontrolli sulla loro effettiva consistenza? Quali tipo di controlli vengono effettuati?

3) La “nuova discarica” è stata regolarmente collaudata prima della sua attivazione?

4) E’ vero che i rifiuti provengono da diverse località italiane e, forse, anche dall’estero? Perché indiscarica vengono conferiti rifiuti che non provengono dagli otto Comuni del Consorzio Piomba-Fino,che dovrebbero essere i soli a fruire della discarica attiva?

5) Chi ha autorizzato il conferimento in discarica dei rifiuti che provengono da fuori Regione?

6) Quante migliaia di metri cubi di pattume sono state finora conferite, a partire dalla sua

attivazione, nella “nuova discarica” e qual è, a tutt’oggi, la sua capacità residua?

7) Sono state fornite le necessarie garanzie finanziarie per la chiusura della “vecchia discarica” equelle per la gestione della “nuova”?

8) Esiste un sistema di controllo automatico che impedisca il conferimento in discarica di sostanzepericolose, come per esempio quelle radioattive, collegato con gli Organi di controllo?

9) Quale garanzie di ordine sanitario e quali controlli sono stati e vengono effettuati sulla qualitàambientale del sito, considerando che è scientificamente dimostrato che le discariche costituiscono unaseria “fonte di rischio” per le popolazioni che vivono nelle sue vicinanze e, comunque, entro un raggio dicinque chilometri dal suo centro?

In attesa di ricevere esaurienti e rassicuranti risposte ai quesiti sopra sollevati, si ringrazia perl’attenzione e si saluta distintamente.