- Dettagli
- Pubblicato Venerdì, 07 Ottobre 2016
- Scritto da Nicola Dell'Arena
IDEE A CONFRONTO
IL REFERENDUM E I POTERI FORTI
In vista del referendum sulla riforma della Costituzione i poteri forti si stanno esprimendo.
Cominciamo con Sergio Marchionne della FIAT, è stato chiaro, preciso e lucido. Non entro nel merito della riforma ma votate SI per dare un segnale positivo. Caro Marchionne ma se poi la riforma fosse sbagliata quale segnale positivo si da? Caro Marchionne perché non prendi la residenza in ma Italia e pagare le tasse in Italia? Questo si sarebbe un grande segnale positivo per l’Italia e per il mondo.
L’ambasciatore americano, su premura del suo governo, è stato altrettanto chiaro. Votate SI. Il motivo: gli investimenti esteri non vengono in Italia poiché non c’è continuità di governo. L’ambasciatore americano ha preso due piccioni con una fava, ovvero con una frase ha detto due castronerie enormi e ha fatto capire che non conosce il diritto costituzionale e l’economia. Nessuna Costituzione di stati democratici portano scritto la continuità di governo. Solo quelle degli Stati dittatoriali portano un esplicito riferimento alla continuità del dittatore di turno. Forse nel suo inconscio pensava a Renzi. Gli investimenti esteri (soprattutto quelli dei suoi concittadini) non vengono non perché non ci sia continuità di governo ma perché il capitale investito non trova adeguata remunerazione e perché in Italia c’è troppa burocrazia, troppe leggi anche in contrasto tra loro da rispettare, e alla fine ci si mette la magistratura con le sue sentenze contro l’industria.
Anche Angela Merkel ha detto di votare SI. Questa merita un discorso a parte, visto che il suo partito nelle recenti elezioni tedesche è sprofonda ai minimi storici ed è diventato il terzo partito. L’Europa da anni ci chiede che dobbiamo fare riforme strutturali, per anni ci ha chiesto di alzare l’età della pensione. Una volta alzata, con la famigerata legge Fornero, adesso stiamo tornando a riabbassare i limiti. E se la Merkel si fosse sbagliata anche sulla riforma della nostra Costituzione?
I presidenti di Confindustria e Coldiretti nelle loro assemblee hanno annunciato il loro SI alla riforma. La platea della Confindustria ha risposto in modo tiepido mentre in quella della Coldiretti all’annuncio è partito un coro di fischi, che naturalmente mamma RAI non ha fatto vedere. Mi dimenticavo di dire che il presidente della Confindustria è un renziano doc.
La RAI, il cui direttore generale è un renziano doc, a giugno ha epurato tutte le persone che non erano per il SI. Quello che fa la RAI di oggi è pericoloso. Berlusconi con il 55% dei consensi non ha fatto quello che sta facendo Renzi con il 30% dei consensi. Purtroppo si parte dal concetto errato ma cara alla sinistra: noi italiani ci facciamo imbonire da quello che dice la televisione.
La Chiesa che dice pane al pane, vino al vino, che dice SI se deve dire SI e dice NO se deve dire NO questa volta ha detto NI. Il Cardinal Bagnasco, presidente della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) nell’ultima riunione ha detto: andate a votare ma prima ciascuno si informi chiaramente su cosa votare. La Chiesa questa volta non ha fatto nessuna scelta, non ha parteggiato per nessuno degli schieramenti in campo. Provo a dire la mia, sapendo di poter essere facilmente smentito. La Chiesa ha esaminato la riforma e non è riuscita a capire se fosse un bene o un male per l’Italia, se migliorasse o no la situazione sia economica che quella legislativa e non si è pronunciata.
In questi ultimi giorni si sono verificati due fatti. Il primo. Il comico Benigni, che sta interpretando il miglior film della sua carriera, ha detto: 1) che la Costituzione si può migliorare, ma chi afferma il contrario; 2) che bisogna votare SI; 3) che se vince il NO è peggio della Brexit. La sera i TG e tutti i giornali lo hanno spernacchiato dicendo che l’economia inglese, dopo Brexit sta volando. Il bello della situazione è che la RAI gli ha dato 200 milioni per la replica della sua Bella Costituzione.
Il Financial Times, giornale economico americano, prima tutto proteso per il SI adesso ha detto che é meglio votare NO e che il problema non è di diminuire i tempi di approvazione delle leggi ma quello di fare molto meno leggi. L’Italia è il paese dove si fanno più leggi degli altri stati. Cosa c’entra con il referendum? Semplice, molti problemi che riguardano l’economia possono essere risolti dal governo senza che passino al vaglio del parlamento.
Nicola Dell’Arena